LA PORTA DELLA VERITÀ




Federico De Girolamo


DETTAGLI:

Editore: Scatole Parlanti

Genere: Narrativa Horror

Pagine: 158

Anno edizione: 2024

Sinossi. Milano è il palcoscenico di una storia avvincente, dove la signora Frison, una scienziata con un passato oscuro e tormentato, si trova di fronte alla necessità di chiudere definitivamente un capitolo scomodo della sua esistenza. Un edificio abbandonato è il luogo dove tutto potrebbe finire: situato nel nord-ovest della città, un tempo struttura ospedaliera per malati psichiatrici, in esso si celano misteriose vicende e morti sospette. Alcune storie narrano che sia infestato da fantasmi capaci di infliggere la morte a chiunque osi avventurarsi al suo interno. La vita della signora Frison si legherà a quella della quattordicenne e inquieta Giò e dei suoi giovani amici. Isolati da tutto, i personaggi di questo romanzo sperimenteranno l’oscura forza delle presenze occulte che si aggirano nell’ex manicomio, in un crescendo di terrore che li porterà a una imprevedibile e spaventosa rivelazione finale. La Porta della Verità è un viaggio surreale che conduce alla scoperta di paure recondite, lati oscuri e bugie, cambiando per sempre il modo di vedere le cose.

“Forse alcune verità sono destinate a rimanere nell’oblio.”

 Recensione di Loredana Cescutti

Piccola premessa.

Questo romanzo mi è stato proposto come thriller, ma a mio avviso è tutto fuorché un thriller e questo mi ha spiazzata, perché io nasco come lettrice di gialli, noir e appunto polizieschi ad alta tensione e con elevati gradi di empatia, che qui mi è mancata del tutto.

L’atmosfera è abbastanza cupa, certo, ci sono attimi di suspense ma non è un thriller.

A mio avviso si colloca fra lo stile horror, ma non estremo, con una spruzzata di fantasy e fatti storici reali legati ai luoghi e, mi sento di consigliarlo anche ai lettori più giovani, ammesso che amino il genere o che non vogliano cose eccessivamente spaventose ma, appunto, con me non è stato proprio colpo di fulmine.

Mio figlio, che ha tredici anni, è un gran lettore come me e ha già interessi un tantino più complessi in merito alla costruzione delle trame, come King, la Christie e altri, tant’è che per l’estate mi ha già chiesto nomi di autori di gialli che noi leggiamo regolarmente in casa come Bussi o Dicker e addirittura di thriller, probabilmente questi ultimi con seria valutazione da parte nostra, prima, per i temi trattati.

Ho deciso comunque, che gli proporrò anche “La porta della verità” perché è ovvio che non sempre tutti possiamo avere le stesse impressioni, anche se poi sarà lui a decidere se affrontare il libro o meno.

Detto questo, posso affermare che il romanzo si legge abbastanza scorrevolmente anche se forse, l’autore necessita ancora di una maturazione della scrittura in questo genere di storie.

Magari con cambi di scena meno veloci ma un po’ più esaustivi, aggiungendo qualche dettaglio in più, sarebbe stato in grado di dare maggiore corpo all’intera struttura della storia e forse, si sarebbe creata pure quell’attesa che anticipa poi avvenimenti imprevedibili e conseguenti colpi di scena a sorpresa, con una reazione a catena che avrebbe donato maggiore ansia nel lettore.

“… quello che era un dono era diventato un tormento…”

Molta cura è stata dedicata al personaggio della signora Frison ma, allo stesso modo, fin troppo riserbo è stato mantenuto su Giò, l’altra protagonista, della quale si dice qualcosa legato allo sviluppo della trama che non posso anticipare qui per ovvi problemi di spoiler, ma ad esempio, non vengono citati particolari interessi personali suoi e anche dei suoi amici, che rimangono quasi sempre in ombra pur trascorrendo tanto tempo con lei.

Quest’assenza di informazioni si percepisce e, ti impedisce di instaurare quel primo livello di empatia che, invece, con due parole in più, magari avrebbe dato vita ad un’atmosfera più unita, facilitando il lettore nel sentirsi più vicino ai personaggi, l’attimo prima che avvenga qualcosa di misterioso e potenzialmente pericoloso.

“L’amicizia… è il sentimento che può cambiare tutto in questo strano ripetersi degli eventi…”

Uno dei temi fondanti del romanzo è quello dell’amicizia e della fiducia reciproca, che qui si manifesterà in momenti diversi a seconda delle figure coinvolte. Un legame forte che porterà a scelte altrettanto importanti che potrebbero andare a cambiare equilibri e sorti dei personaggi.

I luoghi in cui si evolverà buona parte della vicenda, appaiono molto interessanti, anche perché reali e con una storia molto intrigante alle spalle.

Le presenze occulte che si aggireranno fra i muri del vecchio ospedale contribuiscono a dare una nota di colore alla storia.

“L’anima dopo la morte è solo di passaggio, o resta o segue la luce.”

Non posso che consigliare questo romanzo agli amanti del genere. Se cercate emozioni più forti, però, potrebbe non essere il libro giusto.

Buona lettura!

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Federico De Girolamo


è nato a Grottaglie (TA) nel 1983. Dopo la laurea in Educazione professionale nel campo del disagio, devianza e marginalità minorile all’Università “Aldo Moro” di Bari, ha lavorato come educatore nel suo paese d’origine e ad Arese (MI). In seguito si è specializzato in Antropologia e si è dedicato all’etnologia nella scuola e alle dinamiche delle migrazioni. Attualmente insegna discipline letterarie nelle scuole superiori. Nel 2023 ha pubblicato il romanzo di formazione Ci vediamo in piazzetta con Porto Seguro Edizioni.