La ricetta del cuore in subbuglio
Recensione di Barbara Aversa Pacifico
Autrice: Viola Ardone
Editore: Salani
Genere: Narrativa
Pagine: 320
Anno: 2013 – 2021
Sinossi. Esiste una cura per guarire le nostre inadeguatezze, i nostri amori sbagliati? Dafne è architetto, vive a Milano, è sicura di sé e indipendente, e cerca questa cura nelle leggi e nei simboli della matematica, provando a calcolare gli algoritmi delle emozioni. Ma la sua infanzia è rimasta nascosta da qualche parte. Non ha ricordi. Qualcosa si è incastrato in lei. Decide di andare da un’analista che le suggerisce di voltarsi indietro per tornare a cercare quella bambina che da qualche parte si è perduta dentro di lei, di tenerla per mano e di provare ad ascoltare la sua voce…
Attraverso il filo dei ricordi, la Dafne adulta ritrova la Dafne bambina, la sua città, Napoli, la sua famiglia. Non sarà facile questo incontro, perché quello che Dafne bambina ha da raccontare è ora commovente e tenero come il dolce della domenica, ora inquietante, come incubi in una camera buia… e sarà proprio laggiù, in un’infanzia che ha i colori, i sapori e i suoni del Sud, che Dafne scopre una ricetta, semplice ed efficace come quelle imparate dalle nonne sedute in cucina nei loro grembiuli conditi di odori e sapori. Una ricetta semplice e speciale per guarire dalla nostra inadeguatezza, per ascoltarsi, capirsi, affrontarsi e, ogni tanto, anche perdonarsi.
Recensione
Questo libro è un viaggio. Dafne bambina, poi adulta. Napoli, poi Milano, ancora Napoli.
Dafne è un architetto, sicura di sé, tacco a spillo, tubino in seta grezza, e crede che ogni problema preveda una soluzione matematica. Ed in attesa dell’unica risposta che possa travalicare ogni equazione della sua vita inizia il suo percorso a ritroso.
La piccola narra di un’infanzia ricca di dettagli, la scrittura quasi onirica ci trasporta in un mondo incantato ma a tratti terrorizzante, dove parole adulte la disconnettono dalla sua realtà; qui qualcosa si incastra ed integrare l’adulta e la bambina sembra complesso.
Come pezzi di vetro compatti ma bloccati nella gola, trasparenti come il vuoto e pronti ad esplodere.
Vuoto, pieno, esplosione NUMERO 1.
Le relazioni si susseguono lasciando una scia di perplessità e di incompiutezza fino ad arrivare a creare i fondamenti di geometria sentimentale dove in base all’ampiezza dell’angolo possono essere classificate diversi tipologie amorose. Un algoritmo delle storie.
Perché tutto può essere calcolato. Oppure no?
E poi si torna a Napoli con i colori gridati, i suoni rochi, gli odori pregnanti. Ed un vero e proprio viaggio nel tempo si compie.
La scuola, la maestra, i compagni, tutti i NUMERI 1, dall’amica del cuore perfetta alla bambola perfetta. La fantasia, le tabelline, e le separazioni, il fare il SILENZIO, e poi ancora gli allontanamenti. Le cose da grandi, quelle che ‘un giorno capirai’. Ma quando arriva questo giorno?
Nonostante abbia amato di più la parte dedicata alla piccola Dafne il libro è un’altalena di emozioni, è infanzia che divampa, è scrittura poetica e potente, è ambivalenza e quiete improvvisa che ci ricorda del potere dei ricordi, anche quelli spettrali e terrorizzanti.
Questo libro è per tutte le piccole Dafne che cercano una strada per ritrovarsi. Quella strada è proprio là, dentro ognuna di loro ed aspetta solo di essere percorsa.
A cura di Barbara Aversa Pacifico
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Viola Ardone
Viola Ardone (Napoli 1974) è laureata in Lettere e ha lavorato per alcuni anni nell’editoria. Autrice di varie pubblicazioni, insegna latino e italiano nei licei. Fra i suoi romanzi ricordiamo: La ricetta del cuore in subbuglio (2013) e Una rivoluzione sentimentale (2016) entrambi editi da Salani. Nel 2019 pubblica con Einaudi Il treno dei bambini.
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