Recensione di Fiorella Carta
Autore: Joe Hill
Traduttore: Matteo Curtoni e Maura Parolini
Editore: Sperling&Kupfer
Genere: Horror
Pagine: 366
Anno: 2008
Sinossi. Il protagonista, mito invecchiato del rock death-metal, è un collezionista del macabro: un ricettario per cannibali, un cappio da boia di seconda mano, un film snuff. Ma niente può competere con quell’oggetto in vendita su Internet: “Vendesi il fantasma del mio patrigno al miglior offerente…” dice l’annuncio. E l’uomo ha già la carta di credito in mano. Per mille dollari diventa l’unico proprietario di un abito che appartiene a un uomo morto. Il protagonista non ha paura. È da una vita che gestisce una serie di fantasmi: quello di un padre molestatore, delle amanti abbandonate senza cuore, degli amici traditi. Ma quello che gli porta il corriere in una scatola a forma di cuore non è un fantasma come tutti gli altri. L’ex proprietario dell’abito è “morto e vegeto” ed è ovunque: dietro la porta della camera da letto, seduto nella Mustang, in piedi davanti alla finestra, dentro lo schermo gigante del suo televisore, nel corridoio con un rasoio affilato appeso a una catena nella sua mano scheletrica. E sempre in attesa.
Recensione
Esiste qualcosa di pruriginoso nel ricercare questo genere di letture, come una sete alcoolica e tossica, come il buco di una serratura da cui guardiamo e rifuggiamo perché è causa di notti insonni. Joe Hill si conferma un talento nello scardinare le nostre certezze, nell’affrontare un viaggio letterario variando sfumature, passando da un genere all’altro in maniera fluida, reale come qualsiasi esistenza.
Un cantante rock stanco e al tramonto, circondato sempre da donne più giovani e dall’animo inquieto, un fantasma pronto alla vendetta messo in vendita su un sito di aste online, mescolate bene, agitate gli animi, liberate i cani e avrete una storia quanto mai assurda forse, ma dalle fondamenta solide, con risvolti, morali, partenze e ritorni fra mondo dei vivi e calderone dei morti.
C’è sempre qualcosa on the road nei suoi romanzi, la polvere delle strade, le fughe a notte fonda, motel squattrinati e autogrill visitati alla svelta. Ma non è mai ripetitivo questo talentuoso figlio di papà, oramai con una linea sua, un suo modo di vedere la vita, le alterazioni della stessa in modo reale e soprannaturale.
Tutto serve per tornare a se stessi, a quel lavoro certosino che lo scrittore, il vero scrittore opera per scardinare i nostri princìpi, farne coriandoli, rimescolarli e calpestarli per prendersi torti e ragioni e farti girare l’ultima pagina certo di aver letto una bella storia paurosa, una bella storia reale come i fantasmi che ci portiamo sempre appresso, vestiti di tutto punto, una giacca di rimpianti e un paio di pantaloni con le tasche piene di rimorsi.
Joe Hill
è uno dei più importanti scrittori americani horror della sua generazione; «uno degli autori di spicco nella letteratura fantastica del Ventunesimo secolo», come lo ha definito il Washington Post. Con i suoi libri, più volte bestseller del New York Times, tra cui ricordiamo La scatola a forma di cuore e La vendetta del diavolo (pubblicati in Italia da Sperling & Kupfer), ha ricevuto numerosi riconoscimenti internazionali, come il Bram Stoker Award e il British Fantasy Award.
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