La seconda spada





Recensione di

Clementina Di Branco


Autore: Peter Handke

Traduttore : Alessandra Iadicicco

Editore: Guanda

Genere: narrativa

Pagine: 95

Anno di pubblicazione: 2020

Sinossi. La seconda spada non è fatta di acciaio, ma è il raccontare stesso. Una leggenda edificante? Può darsi. Ma anche una vittoria della letteratura. Süddeutsche Zeitung – Lothar Müller

«Doveva accadere: così era inscritto in me, e questo mi aveva messo in moto.» Parte per una spedizione vendicativa postuma, per riparare a un torto antico, il protagonista di La seconda spada. Vuole vendicare la sua «santa» madre, calunniata da una giornalista in un vecchio articolo, in cui insinuava che la donna fosse una simpatizzante del Terzo Reich. Per affrontare la sua missione, l’io narrante lascia quella che ormai è diventata la sua casa, il luogo cuiritorna dopo lunghi vagabondaggi a piedi per la campagna dell’Île-de-France. Dove trovare complici per il suo piano? E poi, si può davvero parlare di un piano, o si tratta piuttosto di un impulso irresistibile, di un movimento senza una direzione precisa? Gli scambi di battute con i possibili esecutori del delitto creano una suspense curiosa: è la parodia di un poliziesco, o forse un gioco condotto con un sottile, spiazzante sense of humour? O è una questione molto seria, come seria è da sempre per Handke l’evocazione della madre adorata, già protagonista del suo indimenticabile Infelicità senza desideri? O ancora è una frecciata contro i giornalisti che colpiscono da lontano senza guardare in faccia le proprie vittime? Trarrà le sue conclusioni il lettore, lui sì chiamato in causa come un amico, mentre legge e si abbandona al passo dell’autore in cammino.

RECENSIONE


Il breve romanzo di Peter Handke è, come sempre nel caso del celebre e premiato scrittore, un concentrato di letteratura di altissimo livello e profonda indagine interiore. In esso, non esiste una storia; o meglio, esiste solo il pretesto per una storia: la vendetta. Qui, il protagonista desidera vendicare un’antica calunnia verso la povera madre defunta e per questo si mette in viaggio alla ricerca della giornalista ritenuta responsabile.

Il ricordo della madre, l’Austria (lontana nel tempo e nello spazio), il viaggio che qui è più simile ad un peregrinare, sono temi cari alla scrittura di Handke e familiari ai suoi lettori. Nel romanzo  lo spazio è sempre uno spazio interiore.

Con un occhio costante a Proust, Handke lascia scivolare sulle pagine i pensieri, le opinioni, i progetti del proprio protagonista che vediamo passare dalla serietà estrema all’ironia, dalla contemplazione di un campo aperto a quella di un piccolissimo dettaglio, intento a dare voce al proprio flusso interiore con la libertà e l’anarchia dei solitari.

Sebbene il punto di vista sia unico, il lettore ha il permesso di entrare: lo stesso protagonista più volte gli si rivolge direttamente chiedendogli più di uno sforzo di comprensione, ma addirittura un’opinione.

Il romanzo inizia come nelle migliori tragedie “in media res”. Il “vendicatore” decide repentinamente di passare all’azione. Si mette in viaggio attraversando la regione che coincide con la dimora delle scrittore, l’Île-de-France.

Siamo in primavera, nel mese di maggio, e la natura con i suoi insetti e profumi ha un ruolo fondamentale. Essa, infatti, si rivela essere la strada privilegiata per un viaggio che anche un ritorno al passato.

Per un autore che ha dichiarato più volte il suo senso di estraneità al mondo*, l’unica terra disponibile resta la memoria che trova la sua voce attraverso le parole: la letteratura, la seconda spada a cui accenna il titolo.

ll viaggio iniziato per vendetta si trasformerà in un viaggio di rinascita e riappacificazione con il passato. La letteratura ha permesso al protagonista di esplorare le possibilità estreme di un’ipotetica azione, ma sempre attraverso la letteratura egli riesce a liberarsi dei propri fardelli. Attraverso la seconda spada ritroverà se stesso.

 

 

Peter Handke


nato a Griffen (Austria), nel 1942, è romanziere, drammaturgo e poeta. La casa editrice Guanda ha pubblicato Storie del dormiveglia, Falso movimento, Il peso del mondo, La storia della matita, Pomeriggio di uno scrittore, Epopea del baleno, Saggio sul luogo tranquillo, Saggio sul cercatore di funghi, Prima del calcio di rigore, L’ambulante, I giorni e le opere e I calabroni. Nel 2009 gli è stato conferito il premio Franz Kafka e nel 2014 ­l’International Ibsen Award. Ha collaborato in varie occasioni con il regista Wim Wenders, fino a Il cielo sopra Berlino. Nel 2019 gli è stato conferito il Premio Nobel per la Letteratura per “la sua opera influente che ha esplorato con ingegnosità linguistica la periferia e la specificità dell’esperienza umana”.

 

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