La signora del martedì




Recensione di Sara Zanferrari


Autore: Massimo Carlotto

Editore: E/O

Genere: noir

Pagine: 224

Anno di pubblicazione: gennaio 2020

Sinossi. Bonamente Fanzago è un attore porno in disarmo. Tiene duro aspettando che ogni martedì una donna misteriosa paghi i suoi servizi da gigolò alla pensione Lisbona, un alberghetto da poco dove il proprietario, il signor Alfredo, vive la sua condizione di travestito nascondendosi da un ambiente ipocrita e perbenista. Quando un imprevisto darà il via a una girandola di effetti collaterali, per i tre diventerà questione di vita o di morte scavare dentro di sé e nel proprio passato per tirarsi fuori dai guai.

Recensione

“L’assassina da prima pagina, l’attore porno a fine carriera e la vecchia travesta…Sembra l’inizio di una barzelletta. Ogni giornalista s’innamorerebbe di voi, sareste i personaggi perfetti di quelle vicende di cronaca nera che si trascinano negli anni. Il tribunale del popolo vi condannerebbe fin dal primo giorno, ma in nome del tormentone pretenderebbe un processo spettacolare. E in questa società fondata sullo sberleffo feroce diventereste il motore infinito di battute e fotomontaggi conditi con tante faccine che si sganasciano”. (pag. 110)

E’ l’analisi impietosa e ironica che l’uomo con gli stivali texani, sorta di angelo custode della signora del martedì, fa della situazione assurda e drammatica in cui si sono cacciati i tre protagonisti. Un omicidio “per sbaglio” che dà un’accelerata brutale alle vite di queste persone già segnate in modi diversi dalla crudeltà del mondo, solo per il fatto di essere “diversi”, colpa che la massa (la società, il gruppo, il gregge) non accetta e condanna senza pietà.

E una conclusione, controcorrente: sono loro gli ultimi baluardi di una società senza ormai né etica né rispetto, unici a saper ancora amare davvero completamente, a distinguere fra bene e male, a rischiare il tutto per tutto per valori che per il resto del mondo non sembrano più contare. Non ne escono bene le divise, le toghe, e men che meno i giornalisti, tutti complici di un sistema marcio e crudele.

Il porno attore Bonamente vive in una pensione, la Lisbona, di proprietà del signor Alfredo, un travestito che si prende cura di lui. Il martedì, dalle 15 alle 16, da anni, una signora misteriosa si reca alla pensione a richiedere le prestazioni da gigolò di Bonamente, che ormai non recita più a causa di un ictus e deve arrotondare.

Tutti sembrano aver trovato un loro equilibrio, ma ecco l’amore a complicare tutto: Alfredo, disperato per aver perso il suo (il professore,  Federico, i cui figli non accettano le particolari “tendenze”), cercando di proteggere quello di Bonamente per la signora (di cui si è innamorato, non ricambiato) pedina la donna, scopre dove vive e uccide, più per errore che per volontà, quello che crede esserne il marito o l’amante. Da qui, com’è inevitabile, si dipanano una serie di eventi, con i protagonisti che cercano solo di poter essere “dimenticati”, invisibili, per poter essere se stessi, senza essere giudicati, o peggio condannati da gogne mediatiche.

C’è un quarto personaggio, comprimario ma di fondamentale importanza in questa storia: il giornalista Pietro Maria Belli, un condensato dei peggiori sentimenti e azioni che gli esseri umani siano in grado di provare e commettere, che detenendo il potere mediatico, può innalzare o piuttosto distruggere una persona per compiacere il proprio ego. E, inutile dirlo, non farà una bella fine.

Non si può non parteggiare per i tre sfortunati protagonisti, mentre cercano di sfuggire a quello che appare un destino ineluttabile, dove l’infelicità sembra essere la loro unica possibilità. Ma loro ci provano fino all’ultimo, spinti soprattutto dall’amore, lasciandoci un bel testamento: non importa chi sei, il lavoro che fai, dove sei arrivato in questa società, ma chi sei veramente, le tue azioni, chi e cosa ti muove.

Grazie a Massimo Carlotto per questa nuova storia, stavolta noir per caso, o piuttosto, per amore. Un percorso fra i sentimenti e l’umanità, descritti con una scrittura scorrevole, a tratti ironica, che si lascia leggere con molto piacere e commuove.

A cura di Sara Zanferrari

 poesiedisaraz.wordpress

 

Massimo Carlotto


Massimo Carlotto è nato a Padova nel 1956. Scoperto dalla scrittrice e critica Grazia Cherchi, ha esordito nel 1995 con il romanzo Il fuggiasco, pubblicato dalle Edizioni E/O e vincitore del Premio del Giovedì 1996. Per la stessa casa editrice ha scritto: Arrivederci amore, ciao (secondo posto al Gran Premio della Letteratura Poliziesca in Francia 2003, finalista all’Edgar Allan Poe Award nella versione inglese pubblicata da Europa Editions nel 2006), La verità dell’Alligatore, Il mistero di Mangiabarche, Le irregolari, Nessuna cortesia all’uscita (Premio Dessì 1999 e menzione speciale della giuria Premio Scerbanenco 1999), Il corriere colombiano, Il maestro di nodi (Premio Scerbanenco 2003), Niente, più niente al mondo (Premio Girulà 2008), L’oscura immensità della morte, Nordest con Marco Videtta (Premio Selezione Bancarella 2006), La terra della mia anima (Premio Grinzane Noir 2007), Cristiani di Allah (2008), Perdas de Fogu con i Mama Sabot (Premio Noir Ecologista Jean-Claude Izzo 2009), L’amore del bandito (2010), Alla fine di un giorno noioso (2011), Il mondo non mi deve nulla (2014), la fiaba La via del pepe, con le illustrazioni di Alessandro Sanna (2014), La banda degli amanti (2015), Per tutto l’oro del mondo (2016) e Blues per cuori fuorilegge e vecchie puttane (2017). Sempre per le Edizioni E/O cura la collezione Sabot/age. Per Einaudi Stile Libero ha pubblicato Mi fido di te, scritto assieme a Francesco Abate, Respiro corto, Cocaina (con Gianrico Carofiglio e Giancarlo De Cataldo) e, con Marco Videtta, i quattro romanzi del ciclo Le Vendicatrici (Ksenia, Eva, Sara e Luz). Per Rizzoli ha pubblicato nel 2016 Il Turista. I suoi libri sono tradotti in molte lingue e ha vinto numerosi premi sia in Italia che all’estero. Massimo Carlotto è anche autore teatrale, sceneggiatore e collabora con quotidiani, riviste e musicisti.

 

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