Recensione di Sara Zanferrari
Autore: Luciana Boccardi
Editore: Fazi Editore
Genere: narrativa
Pagine: 330
Pubblicazione: 25 febbraio 2021
Sinossi. Ha tre anni e mezzo, Luciana, quando la ”disgrazia” colpisce la sua famiglia. È il 1936 e Venezia è ancora una città dove la gente si saluta per strada, una città vivace, piena di botteghe, di piccoli artigiani e professionisti. Il suo adorato papà, clarinettista, ateo e antifascista, non può più provvedere alla famiglia e la mamma è costretta ad arrangiarsi: per lei è l’inizio di una lunga serie di vicissitudini segnate dal continuo assillo della miseria. Luciana le attraversa tutte, con pazienza, senza mai perdere la gioia di vivere e la curiosità che la rendono tanto unica e speciale. Nel frattempo, impara mille mestieri. Affidata a una famiglia di contadini, si ritrova a governare le bestie, dormendo in una cesta per i tacchini; poi s’improvvisa apprendista parrucchiera, garzone di panetteria, ”aiutino” per un grossista di spazzole, ricamatrice di borsette a venti lire al pezzo; apprende il francese in casa di una ricca famiglia, aiutando le bambine a fare i compiti e intrattenendole come una vera ”damina” di compagnia; fa la commessa sul Gran Viale al Lido e la cantante di balera. Di notte, intanto, si esercita come dattilografa, nella speranza di trovare un posto fisso: e quando, finalmente, il suo sogno si avvera, un mondo nuovo le si apre davanti, meraviglioso e inaspettato. Con uno stile deliziosamente rétro e una lingua ricca di dettagli, Luciana Boccardi ripercorre le peripezie di una bambina d’altri tempi, esempio di vitalità e di coraggio, determinazione e tenacia, per un racconto esaltante capace di trasmettere allegria e buonumore. Sospeso tra finzione e realtà, ”La signorina Crovato” è la storia di un’infanzia rubata e dell’incredibile capacità di resistenza di uno spirito libero, narrata con un atteggiamento lucido e brillante e un piglio davvero inconfondibile.
Recensione
Una saga familiare ambientata a Venezia e nel suo entroterra rurale, una storia di difficoltà, di miseria, ma colma della ricchezza data da un saldo amore familiare reciproco e da una cultura che non è solo sapere, ma è anche forza etica e morale.
Il lessico familiare dei Crovato è declinato attraverso l’amore e la musica, ineludibilmente e fermamente: amore e musica sono la forza che li traghetterà sempre al di là di ogni scoglio.
Sono queste le cifre della vita di Luciana, la piccola protagonista del romanzo biografico (per la precisione, il primo di una trilogia), “La signorina crovato”, uscito con Fazi Editore, il quale racconta la storia dell’autrice, dai 3 ai 17 anni, e della sua famiglia, le sue origini, le vicissitudini, le peculiarità.
Una storia che comincia nel 1936, quando la protagonista non ha nemmeno quattro anni e viene affidata per un lungo periodo a una famiglia di contadini in “terraferma”, dove Luciana porterà,nonostante la giovanissima età, il proprio contributo: deliziosi i racconti della sua partecipazione alla dura vita quotidiana dei contadini, con le sveglie quando ancora era buio, l’acqua scaldata sul fuoco, la polenta onnipresente ad ogni pasto, le suddivisioni di compiti e spazi fra uomini e donne, la cura degli animali e dei campi, il valore del cibo, la potenza di un gesto o un sorriso. Con uno stile un po’ rétro, d’altri tempi, e molta ricchezza di dettagli Boccardi dà uno spaccato preciso di un mondo e di un’epoca, quasi un affresco, mentre racconta con grande lucidità le mille avversità che ha dovuto attraversare dopo che il padre, musicista, antifascista (e già per questo in difficoltà economicamente) rischia di morire per salvare una famiglia in un incendio e non sarà più in grado di provvedere alla propria.
Spesso sono i percorsi dolorosi quelli che ci fanno crescere e Luciana ne è la prova vivente: con tanta determinazione e grande orgoglio, la piccola crescerà nella consapevolezza delle forti ristrettezze e nella necessità di partecipare all’economia familiare, aiutando come può, in una panetteria, facendo compagnia e aiutando nei compiti le tre bambine di una famiglia abbiente (dove apprenderà il francese, assistendo alle loro lezioni), lavorando nei negozi, in qualche ufficio, scontando l’assenza di un diploma a cui però contrapporrà le sue eccezionali capacità di stenodattilografa e un atteggiamento fondamentalmente positivo, senza mai commiserarsi né lasciarsi commiserare.
Le sono vicine la mamma, a sua volta musicista, i nonni materni, il nonno che le insegna a scriveree la stimola a studiare sempre, l’amica Titti, Lina, e molte altre figure che incontriamo lungo il racconto; alcune saranno incontri fortunati, altre forti delusioni, ma nulla piegherà Luciana, che arriverà alla fine di questo primo romanzo a coronare il suo sogno di trovare un bel lavoro.
“Una delle cose che mi piacevano del mio nuovo lavoro, era che tutti mi trattavano con rispetto. Il principale, il magazziniere, il perito dell’assicurazione – tutti mi chiamavano “signorina Crovato”.Era un attestato di stima che mi rendeva molto orgogliosa di me stessa”.
Tenacia, coraggio, amore, cultura. Sono solo alcuni dei temi che incontriamo in un romanzo sicuramente avvincente, ma che soprattutto riesce a trasmettere positività in un momento di particolare pessimismo e incertezza, quale quello che stiamo vivendo ormai da più di un anno a causa della pandemia.
A cura di Sara Zanferrari
Luciana Boccardi
Luciana Boccardi, nata a Venezia nel 1932 in una famiglia di musicisti, ha lavorato per molti anni alla Biennale di Venezia. Scrittrice e giornalista, studiosa di moda e di costume,scrive di moda per numerosi quotidiani e riviste, firma di riferimento de “Il Gazzettino”. Ha vinto concorsi letterari, fatto l’attrice, aperto un ristorante gourmet e diretto una rivista culturale di taglio femminista.
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