Recensione di Giorgia Usai
Autore: Rosa Teruzzi
Editore: Sonzogno
Pagine: 171
Genere: Giallo
Anno Pubblicazione: 2016
Dentro Milano esistono tante città, e quasi inavvertitamente si passa dall’una all’altra.
C’è poi chi sceglie le zone di confine, come i Navigli, a cavallo tra i locali della movida e il quartiere popolare del Giambellino.
Proprio da quelle parti Libera – quarantasei anni portati magnificamente – ha trasformato un vecchio casello ferroviario in una casa-bottega, dove si mantiene creando bouquet di nozze.
È lì che vive con la figlia Vittoria, giovane agente di polizia, un po’ bacchettona, e la settantenne madre Iole, hippie esuberante, seguace dell’amore libero.
In una piovosa giornata di luglio, alla loro porta bussa una donna vestita di nero: indossa un lutto antico per la figlia misteriosamente scomparsa e cerca giustizia.
Il caso risale a tanti anni prima e, poiché è rimasto a lungo senza risposta, è stato archiviato.
Eppure la vecchia signora non si dà per vinta: all’epoca alcune piste, dice, sono state trascurate, e se si è spinta fino a quel casello è perché spera che la signorina poliziotta possa fare riaprire l’inchiesta.
Vittoria, irrigidita nella sua divisa, è piuttosto riluttante, ma sia Libera che Iole hanno molte buone ragioni per gettarsi a capofitto nell’impresa.
E così, nel generale scetticismo delle autorità, una singolare équipe di improvvisate investigatrici – a dispetto delle stridenti diversità generazionali e dei molti bisticci che ne seguono – riuscirà a trovare, in modo originale, il bandolo della matassa, approdando a una verità tanto crudele quanto inaspettata.
Non vi parlerò dell’indagine condotta dal magnifico trio di investigatrici, perché gran parte del piacere che si prova nel leggere questo libro consiste nel seguire le varie piste, scoprire verità celate per anni e collegare tutti gli elementi che emergono.
Voglio invece soffermarmi su ciò che rende speciale “La sposa scomparsa”, ossia la presenza di tre protagoniste che hanno caratteristiche talmente diverse tra loro che la loro interazione costituisce un mix esplosivo che rende la narrazione scorrevole e avvincente.
Sono certa che anche i lettori più seri, non potranno trattenere qualche sorriso durante la lettura delle pagine dedicate a Iole, la più anziana del trio (badate bene: solo sulla carta!), una donna allegra e simpatica, che agisce senza porsi dei limiti e che parla senza filtri.
È grazie al suo intervento che la figlia Libera (di nome, ma non di fatto) si risveglia da uno stato di torpore emotivo, causato dalla perdita del marito.
Libera è adorabile perché, nonostante abbia il grosso difetto di non riuscire a lasciarsi andare alle emozioni, in realtà è estremamente sensibile.
Ama i libri e le storie di Jane Austen, e “parla” attraverso le sue composizioni floreali.
Infine c’è Vittoria che pur essendo investigatrice di professione, è quella meno coinvolta nelle indagini. È una ragazza misteriosa, che rischia di rovinare la sua vita perché divorata dalla rabbia e dal desiderio di vendetta nei confronti di chi ha ucciso il padre.
Mi auguro che l’evoluzione del suo personaggio occupi le pagine del seguito del libro, e sono veramente curiosa di scoprire cosa si nasconde dietro i suoi strani comportamenti.
La storia scritta da Rosa Teruzzi merita davvero e, pagina dopo pagina, fa dimenticare il passare del tempo.
Leggerla vi metterà di buonumore, vi farà viaggiare con la mente tra le zone più belle e “poetiche” di Milano e vi coinvolgerà nelle poco ortodosse indagini di Libera e Iole.
È una lettura da non farsi sfuggire!
Rosa Teruzzi
Rosa Teruzzi ha pubblicato diversi racconti e tre romanzi. Esperta di cronaca nera, è caporedattore della trasmissionetelevisiva Quarto grado, in onda su Retequattro. Per scrivere si ritira sul lago di Como, in un vecchio casello ferroviario, dove colleziona libri gialli. Per Sonzogno, nel 2016 ha pubblicato La sposa scomparsa, nel 2017, La fioraia del Giambellino e nel 2018 Non si uccide per amore.
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