Recensione di Sara Ferri
Autore: Samuel Bjørk
Traduzione: I. Basso
Editore: Longanesi
Collana: La Gaja Scienza
Genere: Thriller
Pagine: 391
Anno di pubblicazione: 2019
Sinossi. 1999, inverno. Un anziano percorre una strada solitaria tra le montagne norvegesi, torna a casa dopo aver festeggiato il Natale con la famiglia. Improvvisamente, i fari della macchina illuminano qualcosa davanti a lui. L’uomo frena di colpo. L’auto si ferma a pochi centimetri dalla figura in mezzo alla strada: un ragazzino in stato di shock, quasi congelato a morte che indossa corna di cervo. 2013. Una ballerina di 21 anni viene trovata brutalmente assassinata, il cadavere galleggia sulla superficie di un lago di montagna. Nella foresta circostante, i detective scoprono una telecamera su un treppiede puntato verso la scena del crimine. Il numero 4 è stato inciso all’interno dell’obiettivo. Il detective Holger Munch è in congedo dal lavoro per prendersi cura di sua figlia Miriam, rimasta gravemente ferita dopo essere stata coinvolta nell’ultimo, terribile caso risolto dal padre. Ma quando la polizia cerca l’aiuto di Munch per indagare sull’omicidio della ballerina, il detective decide di tornare sul campo. Mia Krüger, appena dimessa da una clinica di riabilitazione, è sul punto di partire per una meritata vacanza ai Caraibi quando Munch le chiede aiuto. Anche lei sarà suo malgrado coinvolta nelle indagini, ma concede a Munch solo una settimana. La squadra Omicidi di Oslo torna così in attività, ma il passato di Mia tornerà presto a tormentarla mentre il caso sembra complicarsi a ogni passo…
Recensione
C’è qualcosa di mistico in un paesaggio invernale, dove gli occhi si scontrano con il verde che la fa da padrone, nello spazio immenso di una foresta norvegese. Se poi a tutto ciò aggiungiamo un lago di montagna le cui acque immobili vengono spezzate solo dal lieve ondeggiare di un corpo pallido privo di vita, ci ritroviamo di fronte ad un libro di Samuel Bjørk.
Ma se questo è il primo vero crimine che viene commesso e che fa entrare nel vivo il lettore, è il prologo il vero punto di forza di questo libro. Ti spinge irreversibilmente a sfogliare pagina dopo pagina questo romanzo, che procede in un susseguirsi di colpi di scena.
Bjørk confeziona un thriller magistrale, degno successore dei primi due “La stagione degli innocenti” e “La stagione del sangue”. È proprio nel prologo che il lettore può apprezzare appieno la bravura di questo autore. Una scena che non è né raccapricciante, né orrenda, ma che lascia un senso di disagio. Nel prologo, infatti, un anziano con la passione per la pesca, durante il suo ritorno a casa, incontra sulla strada un ragazzo, seminudo, con in testa un palco di corna di cervo.
A volte i libri sono capaci di regalarci immagini che, se concretizzate nella mente, ci trasportano nel luogo descritto. Nel libro di Bjørk si ha la sensazione, durante la lettura di queste prime pagine, di trovarsi proprio lì, sulla strada buia di montagna, in auto, mentre i fari illuminano malamente l’asfalto, quando proprio davanti ai nostri occhi si materializza questa figura.
Se queste prime pagine ci regalano già un assaggio di tensione, questo è solo il preludio a ciò che avverrà in seguito.
La trama è ricca di personaggi e di vicende narrate in maniera impeccabile. La narrazione non è mai prolissa, né i dialoghi sono stereotipati o fasulli. Tutto è così ben descritto da sembrare reale.
I personaggi, inoltre sono figure a cui difficilmente non ci si appassiona. Prima fra tutti Mia Kruger, che nel libro, svolge un ruolo di co-protagonista.
Eppure, se il vero personaggio principale è Holger Munch, Mia Kruger incarna l’immagine perfetta della poliziotta norvegese. Fredda, poco empatica, introversa e distaccata è lei il mio personaggio preferito. E non perché abbia una predilezione per le donne detective, ma, soprattutto, per le caratteristiche che l’autore le ha conferito. Mia è infatti una giovane donna provata nell’animo da un passato che la rende insicura e fragile, ma è anche una poliziotta attenta, con una mente brillante, pronta all’azione e sempre disposta a rischiare in prima persona.
Se gli svedesi, negli ultimi anni, hanno scalato le classiche mondiali dei thriller, gli scrittori norvegesi come Bjørk assicurano a questo paese un posto privilegiato tra i migliori libri di questo genere.
Architettato a regola d’arte, ”La stagione del fuoco” è un libro da avere, assolutamente, e da leggere voracemente.
Samuel Bjørk
Samuel Bjørk è lo pseudonimo di Frode Sander Øien, poliedrico artista norvegese. Autore di pièce teatrali, musicista e cantautore, ha tradotto alcune delle opere di Shakespeare. Vive a Oslo.
Acquista su Amazon.it: