La stanza dei segreti




Megan Campisi


DETTAGLI:

Traduttore: Francesca Toticchi

Editore: Nord

Genere: Storico, Spionaggio

Pagine: 400

Anno edizione: 2024

Sinossi. La guerra civile infuria e, per aggiudicarsi la vittoria, servono armi più potenti di cannoni e fucili. Servono informazioni. Per Kate Warne è l’occasione che aspettava da tempo, fin da quando è stata assunta dalla leggendaria Pinkerton National Detective Agency. Kate è l’unica agente donna e lotta da anni per conquistarsi il rispetto dei colleghi, che la considerano troppo emotiva per le operazioni sul campo. Ma adesso, nell’agosto del 1861, è lo stesso Allan Pinkerton a sceglierla per una missione delicatissima. Nessun uomo infatti potrebbe far collaborare Rose O’Neal Greenhow, una vedova sudista che è stata trovata in possesso di un messaggio cifrato che, se decrittato, potrebbe porre termine a quella carneficina. Ricca, viziata e razzista, la donna rappresenta tutto ciò che Kate disprezza. Lei che è nata povera e che ha sempre potuto contare solo su se stessa, non può sopportare l’arroganza con cui la vedova Greenhow si ostina a proteggere un sistema basato sul privilegio e la sopraffazione. Eppure, per riuscire a conquistarsi la sua fiducia, Kate deve imparare a mettersi nei suoi panni, scoprendo così una persona forte e determinata, che combatte per ciò che ritiene giusto. Solo allora Kate si rende conto che una donna del genere – così diversa eppure così simile a lei – non può essere piegata. E che tutte e due sono pedine di un gioco dall’esito imprevedibile…

 Recensione di Bruno Vigliarolo

La stanza dei segreti, secondo romanzo della drammaturga statunitense Megan Campisi, è un testo poliedrico che assomma generi diversi e molteplici livelli di lettura. 

Non c’è dubbio che uno dei suoi elementi più caratterizzanti risieda nell’ambientazione storica: il caldo agosto del 1861, fase iniziale ma già rovente della guerra civile americana. Un periodo concitato che segna la consacrazione della Pinkerton National Detective Agency: l’agenzia privata di sicurezza e investigazioni che, di fatto, assurgerà a principale servizio d’intelligence delle forze unioniste.

Su questo sfondo, affrescando una biografia liberamente romanzata, l’autrice illumina la figura di Kate Warne, prima detective donna dell’agenzia, nonché protagonista e voce narrante del romanzo. Un personaggio che – attraverso la trasposizione diacronica degli eventi e le frequenti digressioni – s’impone come centro di gravità della storia.

Kate non è un’eroina infallibile, tantomeno una detective dalla genialità sovrumana. Kate è una donna con un passato doloroso, un personaggio “vero”, capace di esternare in modo credibile un caleidoscopio di emozioni e contraddizioni. Un ossimoro di forza e fragilità.

Il duello psicologico che ingaggia con l’astuta vedova Greenhow (spia dei Confederati), diventa un banco di prova per affrontare ricordi graffianti e incubi ricorrenti: immagini di un’infanzia interrotta in Irlanda, tra miseria, fame e morte, quando il suo nome era ancora Mary Kate Heaney. Fotogrammi struggenti di un’orfana che attraversa l’oceano senza inseguire alcun sogno americano: perché ad attenderla, all’inizio, non ci sarà nient’altro che un grigio cotonificio del Massachusetts.

Con una prosa pulita, e un registro dalle sfumature extradiegetiche, Megan Campisi accompagna il lettore attraverso le pagine di un diario introspettivo: un’alternanza di passato e presente che, inevitabilmente, si proietta al futuro, tratteggiando un’evoluzione coerente; una ring composition in grado di armonizzare le due anime della protagonista. 

Il tutto ben amalgamato ai temi sociali insiti nel contesto storico: l’abolizionismo, le precoci rivendicazioni femministe; non ultimo, l’amore proibito, contra legem, tra Kate e l’agente Scobell, detective afroamericano sposato.

Unica, piccola stonatura, lo sviluppo della trama propriamente spy: le numerose digressioni, unite a un plot investigativo lineare e a pochi momenti di suspense, determinano un ritmo in sordina rispetto ai canoni del genere. Non che ciò rappresenti un difetto in senso assoluto – quanto, piuttosto, una scelta consapevole, volta a privilegiare altri aspetti della narrazione.

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Megan Campisi


Drammaturga, scrittrice e insegnante, Megan Campisi ha frequentato la Yale University e l’École Internationale de Théâtre Jacques Lecoq. Nel corso della sua vita, ha svolto diversi lavori, tra cui la guardia forestale e la sous-chef a Parigi, per poi girare il mondo come esperta di teatro fisico. Originaria della California, attualmente vive a Brooklyn con la famiglia. Ha esordito con La custode dei peccati, diventato subito un successo internazionale, e La stanza dei segreti è il suo secondo romanzo.