Di Marcello Antelao
Editore: Arpeggio Libero
Genere: Giallo
Pagine: 168
Anno edizione: 2024
Sinossi. Durante una puntata di un noto programma televisivo viene riportata alla luce una stanza segreta che, come in una bolla temporale, conserva intatti tutti gli arredi originali risalenti agli anni della Seconda guerra mondiale. All’interno della stessa viene rinvenuto uno scheletro semi-mummificato che reca con sé alcuni strani messaggi che sembrano essere crittografati. Lo sconosciuto è stato sicuramente assassinato. Arduo capire quando e da chi. Dopo vari tentativi infruttuosi le indagini sembrano giungere a un punto morto. Di Stefano grazie a una tecnica innovativa spariglierà le carte e Zamboni potrà nuovamente iniziare a dipanare l’intreccio di fili che legano il cadavere a un possibile tesoro smarrito dai gerarchi fascisti in fuga. Tra programmi televisivi, cacciatori di fantasmi, ex partigiani, codici da decriptare e gli immancabili riferimenti all’Arte Marcello Antelao ci regala una nuova appassionante indagine del duo Zamboni – Di Stefano.
A cura di Marina Toniolo
Il giallo storico ‘La stanza del tempo’ ha molte possibilità. La scrittura di Antelao ha una sua fluidità e la costruzione della trama è molto buona. C’è una stanza segreta in una villa dei primi del Novecento. Per caso viene rinvenuta rompendo un muro e all’interno, oltre all’arredo tipico degli anni Quaranta, si trova uno scheletro.
La persona è stata sicuramente assassinata molto tempo prima, ma quando?
Durante la guerra o successivamente? E da chi?
Zamboni assieme all’amico Di Stefano procede nelle indagini che lo portano dentro il traffico di memorabilia e troppo vicino a gruppi di estrema destra e nostalgici del nazi-fascismo.
Con dolcezza, senza quasi accorgermene, leggo di prove forensi, di reperti artistici, della storia di Brescia durante gli anni del fascismo.
L’impianto narrativo di Antelao è ancora concentrato sulla storia, con pochi approfondimenti psicologici dei personaggi ma posso solo ben sperare perché di sostanza ce n’è molta.
Purtroppo, non posso essere gentile con il libro finito e stampato. Troppi refusi e ripetizioni specialmente dopo la seconda metà. Ci sono passaggi in cui si sbaglia il nome del personaggio o che improvvisamente scompare all’inizio del capitolo.
Tutto questo inficia il gusto della lettura ed emerge un senso di scoramento: poteva essere un buon giallo classico e in questo modo il complesso viene offuscato.
Sono in ogni caso convinta che Marcello abbia ottime potenzialità e che si possa seguire nel processo narrativo.
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Marcello Antelao
classe 1981, è nato a Brescia e vive a Ronco di Gussago. Lavora come impiegato di una nota azienda di servizi. Da sempre amante di arte e letteratura, esordisce nel 2009 con il giallo storico ‘Whitechapel 1888’. I suoi racconti compaiono in svariate antologie, tra cui Giallobirra e la collana noirshot di Milanonera web press. Nel luglio 2019 pubblica il romanzo ‘Sagome Visionarie’ con Argento Vivo edizioni, cimentandosi per la prima volta con il genere fantastico. Nel marzo 2020 si aggiudica (ex aequo) il Trofeo Cassiopea 2020 con il romanzo ‘Sagome Visionarie’. ‘La stanza del tempo’ è il secondo romanzo giallo che vede protagonisti il commissario Zamboni e l’antropologo forense Di Stefano.
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