La strangera




Marta Aidala


Editore Guanda

Genere: Narrativa

Pagine: 336

Anno edizione: 2024


Sinossi. Prendere la propria vita e andare – per capire se stessa, trovare un futuro, non scendere più ma restare. Sono questi i motivi per cui, una mattina di maggio, Beatrice lascia Torino per trasferirsi tra le montagne. Quelle montagne che, ne è certa, sono donne anche se spesso recano nomi maschili. Donne come lei, che appena arrivata al rifugio del Barba, un uomo burbero dal passato misterioso, si sente respinta, in quanto fumna e strangera. Marta Aidala ha il coraggio di una voce limpida che lascia parlare i gesti e gli accadimenti, i rumori del bosco, gli odori, la luce di un cielo alto sopra le cime. E sa raccontare nei dettagli più concreti una nuova epica, quella di una ragazza che va dietro alla propria libertà nonostante le esitazioni e le paure, una ragazza che cerca se stessa nei sentieri e tra gli uomini di montagna, in un mondo che sente suo anche se le vecchie tradizioni la guardano con diffidenza. Con timore e curiosità, come la guarda Elbio, il giovane malgaro con cui Beatrice instaurerà un legame profondo, fatto di ritrosie e slanci, in quell’intimità fragile e struggente che nasce tra due persone che si specchiano e si riconoscono. Quando l’estate finisce Beatrice però decide di non seguire Elbio a valle, rimane invece assieme al Barba in rifugio, luogo che ora, forse, sente di poter chiamare casa. Ma l’inverno senza neve le rivelerà una montagna inaspettata, spingendola a rimettere tutto in discussione, e interrogandola ancora una volta sul suo futuro, sulla persona che vuole essere e sui luoghi a cui sente di appartenere

 Recensione di Renata Enzo


La montagna riveste, da qualche anno, un posto importante nel panorama della narrativa italiana: quando si parla di romanzi recenti ambientati in montagna, impossibile non pensare a  Le otto montagne di Paolo Cognetti o a Resto qui di Marco Balzano, oppure, ancora, a Il sentiero selvatico, di Matteo Righetto.

Come negli ottimi testi citati, anche ne La strangera di Marta Aidala la montagna rivendica a sé un ruolo fondamentale: nella sua durezza, costringe l’uomo a confrontarsi con se stesso e con le proprie forze. Davanti alla potenza della natura e alle asperità della nuda roccia, si rivelano l’urgenza del vero e la ricerca dell’essenziale.

Così la protagonista, Beatrice, sembra trovare nel rifugio gestito dal Barba, sovrastato dalla magnificenza della montagna, un riparo dalle difficoltà della vita di tutti i giorni, dalla città con le sue responsabilità e la sua routine. 

Ma al primo grave incidente mortale che colpisce due escursionisti, percepisce l’impossibilità della fuga e la consapevolezza che la montagna non è una dimensione di pace ma una difficile scuola di vita: 

Ogni angolo mi rammentava gli avvenimenti di quell’alba. Avevano inquinato e smembrato la dimensione di pace che avevo plasmato con fervore. Un luogo in cui non sarebbe successo nulla di  spiacevole. Dove cambiare vita e ricominciare, iniziare un nuovo passato. Avrei voluto rinnegare l’ostilità che provavo, la necessità di scappare via, la stessa che mi attanagliava quando vivevo a Torino. Avevo creduto che non si sarebbe di nuovo impadronita di me facendomi perdere il controllo, ma più cercavo di ignorarla più scalpitava, e non riuscivo a placarla. 

La fuga dalle proprie responsabilità è inattuabile: davanti a questa certezza, l’adolescenza lascia il passo alla maturità.  

La strangera può essere letto, dunque, come un romanzo sulla ricerca di sé e del proprio spazio nel mondo. L’isolamento e l’immersione nella natura offrono alla protagonista una meravigliosa opportunità per cogliere il senso profondo della sua vita. 

Beatrice ha di fronte a sé varie strade: può tornare a Torino e riprendere gli studi, oppure può rimanere con Elbio e formare con lui una famiglia, diventando una malgara come sua sorella Renata e annullandosi nel lavoro, oppure può rimanere con il Barba e lavorare nel rifugio, rompendo ogni legame con il mondo. In ogni caso, l’inverno in rifugio si rivela come l’ora della verità per lei e per i suoi affetti più reali.

Ma La strangera  è anche un romanzo che racconta del nostro essere soli nel mondo e di quanto sia difficile comunicare, aprendosi agli altri e a se stessi con sincerità.

I personaggi che frequentano il rifugio hanno qualcosa dentro che non vuole uscire, un blocco che si esprime nelle frasi rudi, nei toni canzonatori, nei silenzi carichi di dolore che coprono intere giornate. Primo tra tutti il Barba, dietro ai cui silenzi si nasconde un mistero che, solo alla fine, verrà rivelato a Beatrice. Ed è forse proprio da quella rivelazione che inizia il suo percorso verso la realizzazione.

Ma quella di Beatrice, la strangera, non è che una minuscola deviazione se comparata alla tradizione millenaria della vita in montagna, alle consuetudini di chi ci vive e regola il proprio tempo sull’eterno alternarsi delle stagioni. 

Con La strangera Marta Aidala ci regala un felice romanzo di esordio. Ora non ci resta che attendere i suoi prossimi lavori. 

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Marta Aidala


nata a Torino nel 1996, a diciassette anni si è innamorata delle montagne e il suo sogno è salirci per rimanere. Dopo i lavori più disparati ha frequentato la Scuola Holden e si è diplomata nel 2023. Adesso lavora in una libreria e si dedica alla scrittura. La strangera è il suo romanzo d’esordio.

A cura di Renata Enzo

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