Sinossi. Sembra una mattina come tante in Virginia e Nina sta facendo jogging nel parco. Ma tutto cambia molto in fretta: due malintenzionati sbucano da un nascondiglio e la assalgono, convinti che una giovane donna sola e distratta sia una preda facile. Un grosso errore. In pochi istanti Nina, agente speciale dell’FBI, li mette al tappeto e chiama la polizia. Le sue mosse di autodifesa, precise e micidiali, vengono immortalate in un video che finisce sui social. Poche ore dopo, Nina Guerrera è la star del momento… Un discreto problema, visto il suo lavoro, ma un enorme problema, considerato il suo passato. Sì, perché da ormai undici anni Nina vive sotto mentite spoglie: sa che sulle sue tracce c’è un uomo, un inafferrabile assassino seriale, che la conosce fin troppo bene. Perché Nina Guerrera è l’unica superstite della sua follia omicida. Lei è riuscita a fuggire e per l’uomo senza nome rintracciarla e rimediare all’errore è diventato un’ossessione. Oggi quell’uomo finalmente la osserva dentro uno schermo. La riconosce. E sorride… Isabella Maldonado trascina il lettore in un gioco letale tra cacciatore e preda, in cui i ruoli si scambiano di continuo, fino alle imprevedibili battute finali.
LA SUPERSTITE
di Isabella Maldonado
Longanesi 2023
Paolo Lucca ( Traduttore )
Thriller, pag.368
Recensione di Gabriella Grieco
Lasciamo perdere la cover che non mi entusiasma. In verità, quasi mai le cover della Longanesi mi ammaliano. Sono spesso ripetitive, simili a tante altre e non mi comunicano niente, nonostante sia una grande casa editrice che pubblica testi di tutto rispetto. Non c’è molta empatia tra me e i suoi grafici.
Ma non è questo che conta, è solo che a me piace iniziare dalla copertina perché è il biglietto da visita del libro, in primissima battuta, prima ancora di sapere altro.
Di questo romanzo invece mi ha attirata il titolo. Semplice, incisivo, che non lascia adito a dubbi, ma fa porre domande. Chi, come, perché…
Inizio a leggere. L’incipit è strepitoso, seppure sembri avulso dal resto del testo. Ma si sa, un incipit spesso ti mostra il punto di partenza, sia pur lontano nel tempo o nello spazio, quello dal quale poi si dipanerà il tutto. Anche se in questo caso non è proprio così, più che un punto di partenza è un intervallo, un punto di sosta. È come una diga che separa l’ieri dall’oggi, ma anche un ponte che conduce da lì a qui nella conoscenza del personaggio che diventa Nina Guerrera. No, non è un errore, ho scritto apposta “che diventa” e non “che è”. È significativo nell’evoluzione del romanzo. Molto, molto ben scritto.
Purtroppo nell’andare avanti parte della magia iniziale si smarrisce.
In fondo, è sempre la solita storia del malvagio SI. Il Soggetto Ignoto, non riconoscete la terminologia?
Io sì, subito, perché è una storia che conosco bene. Da appassionata del genere, molto leggo e molto vedo al riguardo e mi è parso di assistere solo a un’ennesima puntata della serie Criminal Minds.
Scritta molto bene, con un pathos crescente che ti porta a correre appresso ai federali, con una conoscenza tecnica delle modalità operative e della terminologia, cosa di cui do credito all’autrice. Non per niente ha lavorato nell’FBI.
Però… eh sì, c’è un però. Anzi, ce ne sono due.
Il primo è quello cui ho già accennato, è troppo simile a cento altri, insomma difetta di originalità; è la sensazione di un indulgere perverso sulle torture che il Soggetto Ignoto infligge alle sue vittime.
Ne ho letti tanti di romanzi in cui c’è il sadico che infierisce, sono stata anche dalla parte di chi ha scritto non un romanzo del genere ma un racconto e penso di conoscere abbastanza bene, se non l’argomento – non voglio salire in cattedra -almeno le mie reazioni. E questa volta ho avuto la sensazione di un compiacimento nelle scene più atroci che mi ha infastidita.
Quindi bene, ma non benissimo. Tuttavia, poiché dalla chiusura del romanzo si intuisce che ci sarà spazio per altre storie della Maldonado, e poiché comunque il giudizio resta abbastanza positivo, credo che darò un’altra occasione all’autrice.
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Isabella Maldonado
prima di impugnare una penna impugnava pistola e distintivo. Si è diplomata all’Accademia Nazionale dell’FBI di Quantico ed è stata la prima donna latinoamericana del suo dipartimento a ottenere il grado di capitano. Durante gli anni nelle forze dell’ordine ha ricoperto ruoli diversi, tra cui ufficiale di pattuglia, negoziatrice di ostaggi e portavoce. Ha ideato il personaggio di Nina Guerrera sulla base della sua esperienza decennale. Vive a Phoenix (Arizona) con la famiglia. La superstite è il suo primo romanzo edito in Italia.
Gabriella Grieco
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