LA TERRA
DELLE OMBRE
Femi Kayode
DETTAGLI:
Traduttore: Valentina Guani
Anna Maria Biavasco
Editore: Longanesi
Genere: Noir
Pagine: 368
Anno edizione: 2024
Sinossi. «Sappiamo che sai. Parla e il prossimo sarai tu.»
Il traffico di Lagos scorre lento come sabbia in una clessidra e il caldo non fa che aumentare il senso di disagio. Nel caos di auto ferme incolonnate c’è quella dello psicologo forense Philip Taiwo, destinazione Grace Church. Il consiglio degli Anziani della chiesa vuole affidargli un incarico molto delicato: Folasade Dawodu, la moglie del vescovo Jeremiah Dawodu, meglio nota come la «First Lady», è scomparsa. Ma non è su di lei che a Taiwo viene chiesto di investigare. Il vescovo è accusato di averla uccisa e l’arresto è avvenuto nel modo più spettacolare e umiliante possibile: in diretta televisiva, mentre dal pulpito declamava i suoi sermoni. Uomo molto potente e carismatico, Dawodu si professa innocente e del tutto estraneo alle accuse, mentre la comunità si stringe attorno a lui e minimizza la scomparsa della moglie. Non è la prima volta, infatti, che Folasade si allontana da casa per ritrovare un po’ di serenità. Tutti sono convinti che tornerà presto dal marito e che qualcuno voglia incastrare Dawodu. Spetta quindi a Taiwo il compito di scagionare il pastore, ma lo psicologo si renderà conto ben presto di aver soltanto iniziato a scavare tra gli inquietanti segreti che gettano un’ombra sulla congregazione religiosa nigeriana.
Recensione di Salvatore Argiolas
La Nigeria è la nazione africana più popolosa e con 227 milioni di persone è la sesta al mondo nella classifica per abitanti ed è un luogo dove si scontrano tante spinte centrifughe causate dalle etnie, dalle religioni e dalle influenze culturali ed economiche che la rendono una delle zone più instabili del mondo.
Femi Kayode ha ambientato nella sue terra natale due noir veramente imperdibili, dopo l’esordio con “Il cacciatore di tenebre”, con “La terra delle ombre” ha portato Philip Taiwo, lo psicologo forense protagonista del libro d’esordio, ad indagare sull’ambiguo ambiente delle chiese evangeliche che nel Paese africano hanno un potere molto forte.
Taiwo viene chiamato dal “Vescovo” Dawodu per trovare le prove che lo scagionino dall’accusa di aver ucciso la moglie Sade, misteriosamente scomparsa e che si presume, visti i chiari indizi presenti nella casa della coppia, sia stata assassinata dopo una lite.
Philip Taiwo è uno psicologo investigativo, specializzato nel ripercorrere le procedure dell’indagine sul crimine e si accorge ben presto che qualcosa non torna nella dinamica del fatto e crede che sia in atto un processo di manipolazione delle prove.
Lavorando negli Stati Uniti, che ha dovuto lasciare per motivi familiari Taiwo è molto attento all’aspetto psicologico dell’ambiente che si trova a studiare e capisce che esistono fazioni contrapposte nella Chiesa Evangelica Grace Church,
“una chiesa che conta milioni di fedeli in tutto il mondo e il cui capo, “Vescovo” Dawodu, nella classifica di Forbes, figura tra i venti religiosi più ricchi del pianeta.”
Il compito dello psicologo è solo quello di scagionare “Vescovo” dalle accuse, implicite ed esplicite che gli vengono fatte, anche dalla polizia che in seguito a delle prove che vengono ritenute valide, lo arresta con l’accusa di uxoricidio ma avendo un rapporto conflittuale con il business della religione, avendone conosciuto di persona in passato i lati più ambigui,
“Una soap opera su larga scala, tutti i vizi possibili e immaginabili: appropriazione indebita, alcolismo funzionale della mogli del reverendo, che dirigeva anche il coro, e abusi sessuali perpetrati da diaconi di ambo i sessi. Dal pulpito si predicava bene, ma nel backstage si razzolava male”,
capisce che il carisma naturale del “Vescovo” non corrisponde esattamente alla sua vera personalità e la sua indagine per farlo scarcerare gli fa scoprire un vero campionario di illeciti e corruzione ma quando viene trovato il cadavere della “First Lady”, stabilendo che la donna si sia suicidata e tutte le accuse al “Vescovo” cadono e viene liberato con tante scuse, l’intuito e tanti indizi psicologici gli fanno percepire che si trova al centro di una gigantesca ragnatela di menzogne e di intrighi.
“La terra delle ombre” è un grande noir che fruga nelle pieghe e nelle piaghe della società nigeriana mettendone in evidenza le “ombre” ma soprattutto ci fa conoscere quali sono le basi (im)morali delle chiese che fanno leva sul bisogno umano di trovare una protezione e un motivo di speranza contro il diavolo della modernità e che strumentalizzano la fede per i loro loschi affari.
Femi Kayode gestisce con bravura un tema molto caldo, ponendo in evidenza quanto potere le varie chiese abbiano nel mondo e quanto riescano a sedurre milioni di persone, e qui non è azzardato vedere un parallelo anche con molti politici populisti, senza che si assumano la minima responsabilità per i loro atti scellerati, attribuendo ogni accusa d un complotto religioso o politico.
Oltre a ciò il libro è un viaggio in un territorio poco usuale nella letteratura noir ed è interessantissimo vedere e conoscere un Paese attraverso le tensioni e i conflitti evocati da un romanzo, che naturalmente non è un saggio o un reportage, ma mette bene in chiaro tanti aspetti da tenere in considerazione su cui è bene riflettere come anche sul concetto di giustizia che è il filo rosso che funge da impalcatura alla trama, avvincente e coinvolgente.
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Femi Kayode
nigeriano, ha studiato psicologia e si è sempre dedicato alla scrittura. Ha lavorato a lungo nella pubblicità e nella tv come autore di programmi e di sceneggiature. Il cercatore di tenebre (Longanesi, 2022), il suo romanzo d’esordio, ha vinto il Little, Brown Crime Fiction Award ed è stato tradotto in tutto il mondo. Vive in Namibia, con la moglie e i due figli.