Recensione di Mirella Facchetti
Autore: Matteo Righetto
Editore: Mondadori
Genere: Narrativa
Pagine: 219 nella versione a stampa
Anno di pubblicazione: 2019
Sinossi. Con questo romanzo inizia il futuro di Jole e Sergio, figli di Augusto e Agnese De Boer, coltivatori di tabacco a Nevada, in Val Brenta. Vent’anni lei, dodici lui, dopo tante vicissitudini i due fratelli sono pronti ad affrontare la più grande delle sfide: lasciare la propria terra, che nulla ha più da offrire, per raggiungere il Nuovo mondo. Un’avventura epica che ha in sé l’incanto e il terrore di tante prime volte: per la prima volta salgono sul treno che li porterà fino a Genova dove, vissuti da sempre tra i profili aspri delle montagne, vedranno il mare – immenso, spaventoso eppure familiare, amico, emblema di vita e speranza. Per la prima volta la Jole e Sergio sono soli di fronte al destino e lei sa che – presto o tardi – dovrà raccontare al fratello la sorte tragica toccata ai genitori. Nella traversata che dura più di un mese, stesa su una brandina maleodorante, mentre la difterite dilaga a bordo e i cadaveri vengono gettati tra i flutti, la Jole sente ardere in sé la fiamma della speranza, alimentata dalla bellezza sconosciuta del mare e da un soffio di vento che di tanto in tanto torna a visitarla, e in cui lei è certa di riconoscere l’Anima della Frontiera, il respiro universale che il padre Augusto le ha insegnato a riconoscere. Con la forza d’animo e la grazia che conosciamo, la Jole, con i boschi e le montagne di casa sempre nella mente e nel cuore, affronta esperienze estreme che la conducono, pur così giovane, a fare i conti con temi cruciali e di bruciante attualità – il senso di colpa di chi è costretto ad abbandonare la propria terra, il rapporto tra nostalgia e identità, l’importanza di coltivare pazienza e speranza per inventarsi il futuro e continuare a vivere. Si conclude con questo romanzo la “Trilogia della Patria”, la saga della famiglia De Boer.
Recensione
“La terra promessa” chiude la trilogia della famiglia De Boer che, sin dal primo romanzo, ha avuto nella giovane Jole la protagonista assoluta.
Se il primo romanzo segnava la crescita di Jole, che da primogenita si ritrovava a fare le veci del capofamiglia, il secondo libro tratteggiava il suo definitivo passaggio all’età adulta: la fanciullezza un lontano ricordo e la vendetta una necessità. ”La terra promessa” segna la chiusura del cerchio: l’abbandono della propria amata Patria e delle amate montagne alla ricerca di una vita migliore, della Terra Promessa.
La storia si snoda in un continuo passaggio tra un passato ancora vivo (il viaggio verso il Nuovo Mondo a bordo della San Cristoforo) e un presente tutto da scoprire e ricostruire; un presente che si delinea lentamente e che inizialmente è solo accennato.
In pagine che trasudano pura attualità, Righetto descrive la condizione dei migranti: viaggi fatti di paure, dubbi, sofferenza, nostalgia e incontri. Viaggi verso l’ignoto, che, in alcuni casi, sono un vero e proprio salto nel vuoto, spiccato nella speranza di una vita migliore rispetto a quella conosciuta.
In questi capitoli è narrata la storia di molti nostri antenati che hanno cercato in altre terre quel Futuro che la loro Patria non era in grado di assicurare. Uomini e donne che si sono sentiti esiliati dal loro Paese, ma che hanno continuato, nonostante tutto, ad amarlo e considerarlo “casa”.
È una storia da cui cogliere a piene mani i valori in essa rappresentati: giustizia, amicizia, solidarietà, senso di appartenenza, lealtà. Di questi valori si fa portatrice una ragazza che, con un cavallino di legno in tasca e un pendaglio con il fiore di tarassaco al collo, affronta la vita cercando di rispondere ai colpi che questa le riserva.
E un romanzo, forte, vero, a volte duro, intriso di nostalgia e speranza. Insomma, un grande finale per una grande trilogia.
Matteo Righetto
Matteo Righetto, vive a Padova e insegna Lettere alle scuole superiori. Ha pubblicato Savana Padana (Zona, 2009) e nello stesso anno ha co-fondato il movimento letterario Sugarpulp con la benedizione di Joe R. Lansdale e Victor Gischler. “Bacchiglione blues”, del 2011, è pubblicato da Perdisa Pop, mentre TEA ha pubblicato nel 2017 “Dove porta la neve”.
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