La trappola




Diario d’Italia

Gli anni della contestazione

e la bomba di Piazza Fontana


Autore: Paolo Grugni

Editore: Laurana

Genere: Noir

Pagine: 736

Anno edizione: 2024


Sinossi. Gli anni della passione politica, delle lotte e delle speranze. E infine la devastante bomba di Piazza Fontana a Milano a suggellare una fine e a decretare un nuovo inizio.
In una Milano segnata da un feroce e vorticoso cambiamento e dal tramonto definitivo della Ligera, la mala autoctona e romantica, il commissario Malfatti – ex partigiano e comunista – riallaccia i fili dell’infiltrazione mafiosa già emersi in Pura Razza Bastarda. Le sue indagini si intrecciano con le trame oscure che precedono e seguono l’ordigno esploso nella Banca Nazionale dell’Agricoltura. Molti sono gli interrogativi su quegli anni e su quell’attentato che vengono sollevati e che trovano nuove, inedite e sconvolgenti risposte. Chi organizzò la trappola per incolpare gli anarchici, come causa fondante della violenta destabilizzazione politica in corso? Chi portò ad accusare Pietro Valpreda come autore materiale della strage? E come si arrivò, pochi giorni dopo, alla morte di Pino Pinelli? Quali furono i veri mittenti della bomba e chi era il destinatario del “messaggio” che portava con sé?
La trappola è una narrazione avvincente ma al contempo un romanzo-verità, che ricostruisce in maniera rigorosa e dettagliata gli anni 1968-69. Anche attingendo a diversi documenti inediti come le lettere di Pino Pinelli e degli anarchici arrestati.

 Recensione di Salvatore Argiolas


La strage di piazza Fontana nel dicembre del 1969 fu il momento in cui l’Italia perse l’innocenza e segnò il punto di svolta di un percorso politico di grande complessità che iniziò con la fine della Seconda Guerra Mondiale e si acuì nel tempo sino al cosiddetto “Piano Solo”, che nel 1964 avrebbe dovuto contrastare il governo di centro-sinistra arrivando al colpo di stato, attuato “solo” dai carabinieri, da cui discende il nome dato al progetto golpista, ideato dal presidente della Repubblica  Antonio Segni.

Anche se il progetto rientrò, già la sensazione che qualcosa di pericoloso si stesse organizzando, mise i ministri del governo Moro in grande allarme, e il vicepresidente del consiglio, il socialista Pietro Nenni parlò apertamente di “tintinnio di sciabole”.

Come scrive lo storico Mimmo Franzinelli nel saggio “Il Piano Solo”, “Il Piano Solo è una pistola scarica, che viene nondimeno oliata e accudita, così che alcuni leader politici si sentono sotto tiro.

Questo è il contesto e lo sfondo del romanzo di Paolo Grugni “La trappola. Diario d’Italia”che racconta il biennio caldo 1968-1969 dove tutti le trame degli antagonisti della politica di “Strategia dell’attenzione” verso le opposizioni propugnata da Aldo Moro, si incroceranno e condenseranno.

La trappola” è strutturato proprio come un diario, tenuto dal capace e ostinato commissario Sergio Malfatti dove giorno per giorno vengono annotati gli avvenimenti della giornata , le sensazioni e i presagi che il commissario prova, tenendo conto della sua collaborazione con il misterioso Comandante, uomo interno dei Servizi ufficio D, di cui vengono allegati al diario le informative che consentono a Malfatti di avere il polso della situazione e di farsi un’idea della trappola che si sta preparando per tante persone che diventeranno vittime di un sanguinoso complotto.

Attraverso le pagine del diario ci immergiamo in un periodo di grande tensione e in una città in grande cambiamento dove la malavita storica, la ligera, cede il passo alla mafia e ad altre organizzazioni criminali che si allargano ad ogni settore della vita civile.

Assistiamo anche ai cambiamenti che la vita sociale subisce con lo svanire del boom economico degli inizi degli anni Sessanta e degli stravolgimenti che la stretta congiunturale porterà a scapito della classe operaia, pronta a difendersi con la sola arma degli scioperi che in quel periodo furono molto frequenti ma che daranno la sensazione di una situazione sociale  fuori controllo e sull’orlo del tracollo.

Questo spirito del tempo è reso perfettamente da Paolo Grugni che cita con precisione tanti avvenimenti di quei tempi così burrascosi come il famoso convegno al Parco dei Principi di Roma che delineò le linee guida della lotta anticomunista in Italia e tanti altri fatti che messi in ordine portano alla consapevolezza di uno Stato a sovranità limitata, soggetto alle influenze e ai voleri di entità straniere.

Chi detiene il potere vuole arrivare allo scontro per destabilizzare il Paese e far vedere che è più che mai mantenere lo status quo

scrive nel suo diario il commissario Malfatti, ex partigiano dal basco rosso e i suoi pensieri troveranno conferma negli avvenimenti successivi dove tante azioni bizzarre saranno capire solo in seguito, quando gli attentati dinamitardi saranno attribuiti agli anarchici.

Far passare gli anarchici come dei tossici è uno dei passaggi che ritiene fondamentali”(…) Il motivo per cui sta cercando di minare le fondamenta del movimento anarchico con la droga è che sta preparando il terreno per qualcosa di grosso, in cui gli anarchici dovranno apparire coinvolti.”

Subito dopo lo scoppio alla Banca dell’Agricoltura di Piazza Fontana fu infatti seguita la pista anarchica e per tanto tempo fu indicato come colpevole l’anarchico Pietro Valpreda, perfetto capro espiatorio di un attentato che doveva rimettere al loro posto i politici e le parti sociali che lavoravano per un Paese più libero e moderno.

La seconda fase dell’”Operazione Chaos” ha lo scopo di generare, come dice il nome stesso, una situazione di caos incontrollato all’interno della contestazione giovanile mediante agenti infiltrati al fine di provocare atti di estrema violenza, incidenti e disordini.

Malgrado tanti segnali di pericolo, “Il potere politico mischiato al potere criminale è già una bomba. Se poi ci si mette anche il potere politico non se ne esce vivi.

Il commissario Malfatti (e con lui Paolo Grugni) elabora una teoria investigativa che vede colpevoli dell’attentato i neofascisti veneti e  i mandanti,  forse in autonomia ma forse anche con altre complicità, entità straniere che proprio quel 12 dicembre 1969 avevano un importante motivo di contrasto con il governo italiano.

“Io so.
Io so i nomi dei responsabili di quello che viene chiamato “golpe” (e che in realtà è una serie di “golpe” istituitasi a sistema di protezione del potere).
Io so i nomi dei responsabili della strage di Milano del 12 dicembre 1969.
Io so i nomi dei responsabili delle stragi di Brescia e di Bologna dei primi mesi del 1974.
Io so i nomi del “vertice” che ha manovrato, dunque, sia i vecchi fascisti ideatori di “golpe”, sia i neo-fascisti autori materiali delle prime stragi, sia infine, gli “ignoti” autori materiali delle stragi più recenti. (…)

Io so. Ma non ho le prove. Non ho nemmeno indizi.” scrisse Pier Paolo Pasolini in un celebre articolo dal titolo “Cos’è questo golpe? Io so”, pubblicato dal Corriere della Sera nel novembre del 1974 ma il commissario Malfatti, anche se non possiede la prove, ha raccolto tanti indizi che gli permettono di capire chi aveva interesse a dare un segnale così drammatico ad una classe politica indecisa a tutto.

Paolo Grugni ha scritto un potente romanzo che illumina le zone più oscure della nostra storia moderna, con un protagonista di grande impatto sempre pronto a lottare con forza contro malavita, corruttori e servizi segreti che cercano di condizionare la vita democratica italiana perché, come scrive Manuel Vazquez Montalban in “La solitudine del manager”, “La democrazia non può prosperare con la frusta, ma ha bisogno di un terrore parallelo, sporco che butti la gente tra le braccia delle forze pulite della società.”  e vedrà il tragico passaggio dalla “Strategia dell’attenzione” alla “Strategia della tensione”.

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Paolo Grugni


(Milano, 1962). Ha esordito con il romanzo Let it be (Mondadori, 2004; Alacràn, 2007, Laurana, 2017). Ha poi pubblicato Mondoserpente (Alacràn, 2006; Laurana, 2021), Aiutami (Barbera, 2008; ebook per Laurana, 2014), Italian Sharia (Perdisa, 2010), L’odore acido di quei giorni (Laurana, 2011), La geografia delle piogge (Laurana, 2012), L’Antiesorcista (Novecento Editore, 2015), Darkland (Melville, 2015; Laurana, 2022). Nel 2018 ha pubblicato Pura razza bastarda (Laurana) e nel 2019 Il palazzo delle lacrime (Laurana). È inoltre autore della silloge Frammenti di un odioso discorso (ebook per Laurana, 2017). Vive e lavora a Berlino.