LUCA CROVI
Editore: Rizzoli
Genere: Giallo storico
Pagine: 204
Anno edizione: 2024
Sinossi. Il commissario Carlo De Vincenzi, detto “il poeta del crimine”, non ha mai amato la velocità: all’ossessione della sua epoca per i ritmi forsennati ha sempre preferito le placide camminate a piedi e la lettura di un buon libro. Forse per via di un incidente a cui ha assistito da ragazzo o forse perché, con il tempo, ha imparato che la pazienza è fondamentale per risolvere i casi più intricati. A volte servono anni per mettere in relazione eventi apparentemente distanti. Ma ne vale la pena. Soprattutto se si tratta di svelare verità che hanno a che fare con la rocambolesca sparizione della Gioconda dal Louvre di Parigi e con un misterioso furto che, vent’anni dopo, tocca da vicino proprio il Vate, Gabriele D’Annunzio. Il paradosso, però, è che per risolvere una delle indagini più complesse della sua carriera, De Vincenzi avrà bisogno dell’aiuto di un’icona della velocità: Tazio Nuvolari. Tra una Parigi di inizio Novecento in cui Apollinaire e Picasso sono scambiati per pericolosi ladri e una Milano in cui è sempre più difficile sfuggire al controllo del regime, la ricerca di De Vincenzi ricostruirà un puzzle di storie tanto straordinarie quanto vere. Popolato di fughe notturne su moto d’epoca e aviatori coraggiosi, l’appassionato omaggio di Luca Crovi al poliziotto di culto creato da Augusto De Angelis arriva al suo quarto e imperdibile capitolo.
Recensione di Bruno Vigliarolo
Definito, nella prefazione dell’editore, una non fiction novel, La velocità della Tartaruga è un romanzo dai tratti decisamente atipici e originali.
Luca Crovi omaggia per la quarta volta la figura del commissario De Vincenzi, costruendo una trama che in poco più di duecento pagine percorre un arco cronologico lunghissimo.
Tutto inizia, infatti, nella sfarzosa camera da letto di Napoleone Bonaparte, appena destatosi da un incubo. O forse ancora prima, quando il genio creativo di Leonardo da Vinci realizza un ritratto destinato a diventare l’opera d’arte più famosa al mondo.
Attraverso un susseguirsi di salti temporali, e brevi scene apparentemente sconnesse, l’autore ricama una tela ricchissima e ben orchestrata: un intreccio narrativo che attinge a piene mani dai libri di storia, presentando con disinvoltura alcuni dei personaggi più iconici primo Novecento.
Seguiamo la disavventure di Pablo Picasso e Guillaume Apollinaire, ingiustamente accusati di aver sottratto La Gioconda dalle sale di Louvre. Scopriamo, quindi, l’ardita “impresa” posta in essere dal vero autore del furto, l’italiano Vincenzo Peruggia.
Conosciamo la straordinaria vita di Tazio Nuvolari e ci spingiamo oltre, fino alle sponde del Lago di Garda, per mirare il complesso del Vittoriale e la senescenza, ancora luminosa, del suo committente, Gabriele d’Annunzio.
Come per magia, la storia con la esse maiuscola si fonde ben presto con la leggenda, con il verosimile, e tutte le trame arrivano a convergere nella Milano del 1934, con la sua nebbia, la sua oscurità e il giogo imposto dall’autorità fascista.
Un altro furto, in apparenza ben più ordinario di quello della Gioconda, richiederà l’intervento del commissario De Vincenzi: un uomo intuitivo, ma poco incline ad apprezzare la velocità tanto cara a Tazio Nuvolari e agli avanguardisti del secolo breve.
Con una prosa scorrevole e un buon bilanciamento tra narrazione e parti dialogiche, Luca Crovi trasporta il lettore in una storia affascinante.
A tratti un meta-romanzo ricchissimo di citazioni, aneddoti e digressioni. Consigliato a chi ama i testi di ampio respiro, non necessariamente vincolati alle maglie e ai ritmi di un giallo classico.
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Luca Crovi
è editor alla Sergio Bonelli Editore, dove cura le serie del commissario Ricciardi, dei Bastardi di Pizzofalcone e di Deadwood Dick. Collabora con diversi quotidiani e periodici, ed è autore della monografia Tutti i colori del giallo (2002) trasformata nell’omonima trasmissione radiofonica di Radio2. Per Rizzoli ha pubblicato L’ombra del campione (2018), L’ultima canzone del naviglio (2020), Il Gigante e la Madonnina (2022) e ha curato l’antologia L’occhio dell’assassino (2021).