LORENZO MARONE
Editore: Feltrinelli
Genere: Narrativa
Pagine: 320
Anno edizione: 2024
Sinossi. Brontolone, cinico, pigro, bugiardo: è così che si potrebbe descrivere Cesare Annunziata. Come quella volta in cui, per attaccare bottone con la sua futura moglie, si era inventato di possedere una collezione di scatolette di fiammiferi per poi essere costretto per oltre cinquant’anni a collezionarle davvero. Ormai vedovo e ottantenne, con mille acciacchi e le giornate vuote, Cesare si trova ad affrontare un agosto in città. Nel condominio al Vomero sono rimasti in pochi: c’è la dirimpettaia gattara, ossessionata dalla telecamera al pianterreno; l’amico di una vita con cui Cesare gioca la stessa partita di scacchi da anni; e Lady Blonde, un’adolescente che non si stacca mai dal cellulare. E soprattutto ci sono i ricordi, ricordi subdoli che si insinuano dappertutto. Proprio lui che si è sempre dichiarato immune ai sensi di colpa, ora si trova a fare i conti con mille domande. E se nella vita fosse stato più risoluto, dolce e accogliente? Se avesse trovato il coraggio di lasciare la moglie? Se avesse passato più tempo con i figli? Se, in definitiva, avesse sbagliato tutto? Finché un giorno, nel parco in cui è solito portare Batman, il cane affidatogli dalla figlia, Cesare nota una ragazza dai capelli corti spruzzati di viola. Si chiama Iris e ha negli occhi qualcosa di fragile e familiare. È l’inizio di una goffa ma tenera amicizia, in cui Cesare trova inaspettatamente conforto. D’un tratto, ci sono persone di cui deve, e vuole, occuparsi, e questo lo fa sentire felice. D’un tratto, non c’è più da rimuginare, ma da agire, da aiutare. Perché la vita a volte capita quando meno te lo aspetti, e bisogna trovare il coraggio di afferrarla al volo. “Passiamo la prima metà della vita a costruirci gabbie e la seconda metà a tentare di distruggerle.” Rompiscatole e beffardo, ma con un cuore d’oro: è tornato Cesare Annunziata, il personaggio più amato di Lorenzo Marone, già protagonista di La tentazione di essere felici. “La letteratura dovrebbe prendere altre strade. Cosa che Lorenzo Marone fa. E fa benissimo.” – Teresa Ciabatti, Il Corriere della Sera
Recensione di Paola Iannelli
Il peso della solitudine attanaglia Cesare, un ottantenne borioso e malinconico, che trascorre il mese di agosto rintanato nella sua casa nel quartiere Vomero a Napoli.
Lo scettico, quanto contrariato approccio con i ricordi non stemperano la proverbiale acredine che l’anziano prova nei confronti della vita stessa, rimproverando fallimenti e scarsi tentativi, che lungo il corso della propria esistenza, a suo parere gli hanno concesso poche gioie.
Cesare non perdona neanche sua moglie Caterina, deceduta qualche anno prima, abbandona così ogni speranza di ritrovare un senso agli ultimi anni che gli restano da vivere.
In questo lasso di tempo sospeso non perde la sottile intraprendenza, che rianima le giornate, come la custodia del cane della figlia, partita per le vacanze estive o, l’irruzione del figlio di lei in fuga da Sorrento.
Cesare crede che il suo cinismo possa proteggerlo dagli infausti attacchi esterni, in cambio si troverà suo malgrado ad accudire, non solo il cane, il nipote e una giovane ragazza conosciuta per caso durante le brevi passeggiate pomeridiane.
L’intima riflessione che l’autore interpreta, attraverso il personaggio di Cesare, compone un mosaico esistenziale che noi tutti cerchiamo di assemblare. Un frammento tira l’altro in un gioco astioso, lento, pieno di insicurezze, con cui componiamo la meravigliosa e sconosciuta avventura che è la vita.
Un sipario immaginario si apre dinanzi agli occhi di Cesare, inconsapevole protagonista di una parentesi straordinaria, che gli concede la pace dell’anima. Gli avvenimenti che si susseguono sperimentano la capacità di un uomo, ormai anziano, nel risorgere dalle ceneri dell’indolente tristezza e inutilità, a cui spesso si condanna l’uomo.
Cesare riconquista un grammo di fiducia, ne farà tesoro, fornendo una manciata di sale nell’insipida e scialba convinzione che gli anziani siano da considerarsi inutili.
Lorenzo Marone con delicata ironia ci conduce nell’universo della senilità, senza alcuna pretesa, semmai con un racconto semplice, una parabola ascendente nel grafico esistenziale.
Il registro linguistico segue un ritmo narrativo sincopato, segue i balzi della memoria, costruendo così una trama che segue un asse orizzontale e uno verticale.
I ricordi di Cesare seguono la linea narrativa che salda gli episodi che lo legano al presente. Un filo rosso che tesse la ragnatela in cui è imprigionato il cuore di un uomo che, dopotutto, non si arrende all’infausta conseguenza di un futuro prossimo.
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Lorenzo Marone
nasce a Napoli. Laureato in Giurisprudenza, esercita l’avvocatura per quasi dieci anni, mantenendo parallelamente un’intima attività di scrittore. Un giorno smette di fare l’avvocato, si trova un lavoro come impiegato in un’azienda privata e comincia a spedire i suoi racconti. Suoi sono i libri Daria (La gru, 2012), Novanta. Napoli in 90 storie vere ispirate alla Smorfia (Tullio Pironti, 2013), La tentazione di essere felici (Longanesi, 2015), Magari domani resto (Feltrinelli 2017), Cara Napoli (Feltrinelli 2018), Tutto sarà perfetto (Feltrinelli, 2019) e La donna degli alberi (Feltrinelli, 2020), Sono tornato per te (Einaudi, 2023). Di se stesso scrive: «Amo i cani e tutti gli animali, corro tre volte a settimana, ascolto musica in ogni momento del giorno, soprattutto di gruppi rock italiani semisconosciuti, leggo la sera a letto, in genere testi di autori contemporanei, ho difficoltà a lasciare un romanzo a metà, sono molto freddoloso, adoro il cinema e le persone curiose, mi fanno paura i ragni, e per prendere l’aereo mi devo imbottire di calmanti. Preferisco la birra al vino, il salato al dolce, il cioccolato fondente a quello al latte, e i cattivi rispetto ai finti buoni. Mi piacerebbe saper cucinare, ma sono una frana, come in ogni attività manuale. Però so farmi scrocchiare la schiena con un solo movimento».
A cura di Paola Iannelli