Recensione di Marina Morassut
Autore: Michael Cunningham
Traduzione: Carlo Prosperi
Editore: La Nave di Teseo
Genere: Narrativa
Pagine: 30
Anno di pubblicazione: 2020
Sinossi. I White sembrano una famiglia come tante altre: umile, laboriosa, senza grandi ambizioni ma ispirati da una certa tranquillità d’animo e la giusta dose di rassegnazione. Le vite di padre, madre e figlio scorrono quiete fino al giorno in cui un amico di lunga data, un militare in carriera che ha trascorso in India gli ultimi vent’anni, viene in visita portando un dono bizzarro: una zampa di scimmia, souvenir delle terre lontane da cui proviene, che avrebbe il potere di esaudire tre desideri. L’esotico talismano accende negli occhi della famiglia White tentazioni che il tempo aveva sopito, ma che oggi sono pronte a deflagrare. Il premio Pulitzer Michael Cunningham, nella tradizione di Edgard Allan Poe e William Wymark, esplora i segreti di una famiglia pericolosamente normale.
Recensione
La nave di Teseo lancia una nuova collana in ebook: “gli Squali”, racconti o romanzi brevi di grandi autori della casa editrice, gran parte dei quali inediti, al prezzo di 1,99€.
Una serie a tinte noir con il meglio della letteratura italiana e internazionale dal suo catalogo.
E come puntualizza Elisabetta Sgarbi, Direttore Generale ed Editoriale della Nave di Teseo – “gli Squali” sono un tentativo di non rimanere fermi, nell’attesa che si possa riprendere, dopo la tragica parentesi temporale dovuta alla pandemia del virus Covid-19.
“La Zampa di Scimmia” (che comprende “La Zampa di Scimmia” e “Omino”) di Michael Cunningham, che la Nave di Teseo ci presenta quindi in questa nuova collana, in realtà è un insieme di due racconti estratti dal precedente libro illustrato “Un Cigno Selvatico”, edito dalla stessa casa editrice, sempre di Cunningham e con le illustrazioni di Yuko Shimuzo, che proponeva una serie di dieci favole tradizionali, rivisitate dal conturbante scrittore americano, che prende in prestito le favole magiche della nostra infanzia e rende i protagonisti delle stesse più calzanti al nostro presente di adulti, servendoci dei racconti più cinici, crudeli ed anche sicuramente più tristi.
Il racconto “La zampa di scimmia” ci introduce a casa della sfortunata e povera famiglia White, composta da padre, madre ed un figlio ventiduenne che già lavora per mantenere sé stesso ed i genitori, negandosi così la giovinezza cui avrebbe diritto.
Tutto cambia in una serata di pioggia, quando un amico del padre del ragazzo, che si era arruolato nell’esercito, fa loro visita e dona loro un amuleto magico, la zampa mozzata di una scimmia, appunto. Da qui iniziano i guai veri di questa famiglia, umile ma felice. O quantomeno, felice a sufficienza prima del regalo.
L’origine della favola si rifà al breve racconto horror di William Wymark Jacobs e pubblicato in Inghilterra nel settembre del 1902, con il titolo originale “The Monkey’s Paw”.
Oltre a Cunningham, anche Stephen King ha tratto ispirazione da questo racconto per il suo “Pet Sematary” (oltre ad un riferimento nel racconto “Un Ragazzo Sveglio”, contenuto nella raccolta Stagioni Diverse).
Questo racconto horror vanta anche diverse produzioni cinematografiche, di solito americane o britanniche dal 1933 al 2013 – tratto da Wikipedia – Il secondo racconto dal titolo “Omino”, è tra i due quello più corposo e forse più completo, per le tematiche che mette in campo.
Un uomo deforme, mezzo nano, che a vederlo si potrebbe definire forse un folletto…?, oppure un goblin, con un desiderio alquanto strano: avere un bambino tutto suo da allevare e a cui insegnare le sue piccole magie. E l’occasione sembra finalmente a portata di mano quandoaiuta una bella fanciulla venduta con l’inganno dal padre al re e da questi minacciata di vita perché non in grado di trasformare la paglia in oro, come promesso dal genitore. In cambio dell’aiuto ricevuto, la ragazza che diventerà regina, promette allo gnomo il suo primogenito.
E quando arriva finalmente il momento di riscuotere il debito che la fanciulla aveva contratto, lo gnomo si rende conto una volta di più che alla regina, così come all’epoca alla ragazza, non interessa nulla di lui. E nonostante questo, le propone un’ulteriore dilazione al pagamento del debito, sicuro del fatto suo: se lei in tre giorni riuscirà ad indovinare il suo nome, lui se ne andrà liberandola dall’impegno di cedergli il suo primogenito. La parte finale è inaspettata quando stupenda, con tutti i significati che si possono attribuire al significato di doppio e dualità.
A questo punto, dopo aver letto i due racconti di Michael Cunningham ed ammirato alcuni dei disegni di Yuko Shimuzo (che ricordano quelli dell’illustratore Aubrey Beardsley, pur se non nella forma dei corpi umani – ma come genere di illustrazioni), diventa difficile resistere alla tentazione di acquistare la raccolta completa del libro illustrato“Un Cigno Selvatico”, di Michael Cunningham.
A cura di Marina Morassut
Michael Cunningham
Michael Cunningham è autore di sette romanzi pubblicati in Italia da Bompiani: Le ore (1999), tradotto in 27 lingue e vincitore del Premio Pulitzer per la Narrativa, del Pen/Faulkner Award e del Premio Grinzane Cavour 2000 per la Sezione Narrativa Straniera, Carne e sangue (2000), per il quale ha ricevuto il Whiting Writer’s Award, Una casa alla fine del mondo (2001), Mr. Brother (2002), Dove la terra finisce (2003), Al limite della notte (2010) e La regina delle nevi (2014). Dal romanzo Le ore è stato tratto il film di Stephen Daldry con Meryl Streep, Nicole Kidman e Julianne Moore, e da Una casa alla fine del mondo è stata realizzata una versione cinematografica diretta da Michael Meyers. Nato e cresciuto in California, vive a New York.