Recensione di Claudia Polsinelli
Autore: Domenico Starnone
Editore: Einaudi
Genere: narrativa contemporanea
Pagine: 133
Anno di pubblicazione: 2014
Sinossi. Che cosa lasciamo, quando lasciamo qualcuno? Una casa, una famiglia, il passato, un’idea di futuro, la nostra peggiore fotografia impressa a fuoco negli occhi di chi abbiamo amato. Passiamo la vita a spaccare vasi e incollare cocci illudendoci di essere nuovi di zecca. E cerchiamo di non guardare troppo indietro, perché il tempo dei bilanci è un tempo vano, ridicolo e struggente. Domenico Starnone ha scritto un libro intensissimo e vero. Il racconto a tre voci delle forze sotterranee che tengono in vita i matrimoni anche dopo l’amore.
«Se tu te ne sei scordato, egregio signore, te lo ricordo io: sono tua moglie».
Si apre cosí la lettera che Vanda scrive al marito che se n’è andato di casa, lasciandola in preda a una tempesta di rabbia impotente e domande che non trovano risposta. Si sono sposati giovani all’inizio degli anni Sessanta, per desiderio di indipendenza, ma poi attorno a loro il mondo è cambiato, e ritrovarsi a trent’anni con una famiglia a carico è diventato un segno di arretratezza piú che di autonomia. Perciò adesso lui se ne sta a Roma, innamorato della grazia lieve di una sconosciuta con cui i giorni sono sempre gioiosi, e lei a Napoli con i figli, a misurare l’estensione del silenzio e il crescere dell’estraneità. Che cosa siamo disposti a sacrificare, pur di non sentirci in trappola? E che cosa perdiamo, quando scegliamo di tornare sui nostri passi? Perché niente è piú radicale dell’abbandono, ma niente è piú tenace di quei lacci invisibili che legano le persone le une alle altre. E a volte basta un gesto minimo per far riaffiorare quello che abbiamo provato a mettere da parte. Domenico Starnone ci regala una storia emozionante e fortissima, il racconto magistrale di una fuga, di un ritorno, di tutti i fallimenti, quelli che ci sembrano insuperabili e quelli che ci fanno compagnia per una vita intera.
Recensione
Un libro intenso, profondo e carico di simboli. Diviso in tre parti, racconta tre punti di vista diversi della stessa lacerante storia di un abbandono.
Si apre con le lettere che Vanda scrive al marito che ha appena deciso di lasciarla e nel suo stile disperato e autentico, si evincono sentimenti che scalfiscono la memoria del lettore, si incastrano nelle consapevolezze di ciascuno di noi, nei ricordi delle sofferenze che ci hanno attraversato e di come le abbiamo affrontate.
Nella seconda parte la voce del marito ci trascina nel suo mondo e nei suoi sbagli, giustificati o meno, e ci fa ripercorrere le tappe più importanti della sua storia, delinea la figura dell’amante e racconta come abbia vissuto gli anni in cui era lontano dalla sua famiglia.
Nella terza parte Anna, la figlia, presenta uno scenario del tutto nuovo e traccia la figura del fratello, Sandro, attraverso i suoi occhi, fino a condurci verso un finale inaspettato.
“– Perché stai con me? – le chiedevo.
– Perché è successo.
– Non significa niente.
– Ma è così.
– E se succede che tutto finisce?
– Proviamo a non farlo succedere.”
Trovo che i dialoghi siano scritti magistralmente. Ci trasportano nell’universo del romanzo e ci fanno empatizzare con ogni singolo personaggio. Tramite uno stile descrittivo e realistico, Starnone risponde alle domande che il suo stesso libro pone, mostrando senza dire, utilizzando metafore e segni che sta a noi decifrare. I legami non sono tutti uguali, come non lo sono i rapporti, ma perché alcuni riescono a resistere più di altri?
Consiglio la lettura di questo meraviglioso libro, per le tematiche affrontate con delicatezza e sincerità e per la scrittura scorrevole e unica dell’autore.
A cura di Claudia Polsinelli
https://www.instagram.com/clopols/
Domenico Starnone
Domenico Starnone ha insegnato a lungo nella scuola media superiore e si è occupato di didattica dell’italiano e della storia (Fonti orali e didattica, 1983). L’esperienza dell’insegnamento lo ha portato a scrivere Ex cattedra e altre storie di scuola, pubblicato originariamente alla fine degli anni ottanta, e Solo se interrogato. Appunti sulla maleducazione di un insegnante volenteroso.
Per “I Classici Feltrinelli” ha introdotto, tra gli altri, Cuore di De Amicis (1993), Ultime lettere di Jacopo Ortis di Foscolo (1994) e Lord Jim di Conrad (2002). È stato redattore delle pagine culturali del “Manifesto”. Dai suoi libri sono stati tratti i film La Scuola di Daniele Luchetti, Auguri, Professoredi Riccardo Milani e Denti di Gabriele Salvatores. Nel 2001 ha vinto il Premio Strega con il romanzo Via Gemito (Premio Speciale Il Molinello 2001; Premio Napoli 2001; Premio Zerilli-Marimò 2001; Premio Nazionale Corrado Alvaro 2001; Premio Selezione Campiello 2001). Tra gli altri suoi successi ricordiamo Lacci (Einaudi 2014, The Bridge Book Award), Scherzetto (Einaudi 2016, Premio Isola d’Elba), Confidenza (Einaudi 2019) e Vita mortale e immortale della bambina di Milano(Einaudi, 2021).
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