L’affronto




 

Recensione di Marina Morassut


Autore: Yasmina Khadra

Editore: Sellerio

Traduzione: Marina Di Leo

Genere: narrativa gialla

Pagine:  264

Anno di pubblicazione: 2021

Sinossi. Attraverso una storia avvincente, il cui eroe oscuro è un poliziotto che indaga un atto di violenza sulla propria moglie, Yasmina Khadra ci offre un intenso viaggio letterario e un’inchiesta di grande tensione psicologica in una Tangeri dominata dal vizio e dalla violenza. Un ritratto della società magrebina incancrenita dalla corruzione; una riflessione sull’onore e sulla responsabilità maschile; un’analisi dello spazio pubblico e privato delle donne.

Recensione

Se non avete già letto Yasmina Khadra, questo è sicuramente il romanzo giusto con cui iniziare ad approcciarsi a quest’autore algerino che attualmente vive in Francia, che nei suoi gialli mette sempre in evidenza le storture del suo Paese, qui raccontandoci di una violenta Tangeri, dove la legge non sta di casa nemmeno nelle abitazioni delle famiglie ricche ed altolocate.                                                                                                                                            

E mai come in questo romanzo, l’incipit è già altamente disturbante.

Sappiamo già che la vicenda ruota intorno allo stupro di Sarah, la moglie del vice commissario di Tangeri, Driss Ikker.

Uno stupro che è avvenuto nella villetta stessa della coppia, dopo che il marito parte per un viaggio di lavoro. Una doppia violazione. Ma non è tanto questo a sconvolgerci. Se non altro, non subito.

Ciò che ci turba e che ci lascia disorientati è che immediatamente dopo lo stupro della moglie, il vice commissario si rifugi in un albergo malfamato della vecchia Tangeri, in compagnia di una bagascia finta bionda dal seno flaccido che passa la maggior parte del suo tempo ad ubriacarsi al bar dietro la reception. E anche Driss Ikker è prossimo al coma etilico, quando lo trova il sovrintendente di polizia, suo sottoposto.

Il buon senso ci porta se non a giustificare, almeno a comprendere in parte la disperazione e la rabbia di quest’uomo che, rientrato inaspettatamente in casa prima del previsto dal viaggio di lavoro, che in realtà era la sostituzione del suo capo ad una festa lussuosa, si ritrova a fissare la moglie, nuda e bendata, legata alla testiera del letto.

Nessuna reazione nel mezzo da parte del marito di Sarah che si accascia semplicemente al suolo a causa della botta in testa che evidentemente l’aggressore, ancora in casa, gli dà, per poter fuggire inosservato dalla scena del crimine.

Sarah, quindi, sola e devastata, non può far altro che trasferirsi a casa dei genitori, che abitano in un’altra città – e a cui non viene detto che Sarah è stata violentata, facendo credere loro che il marito è rientrato in casa giusto in tempo per evitare il peggio.

Per inciso, per rendere chiara la situazione familiare, il suocero di Driss Ikker è una persona ricca e molto potente, che ha favorito l’ascesa del genero sin da quando lui frequentava la scuola allievi di polizia e Sarah si era invaghita di lui.

E così inizia la caccia al colpevole da parte del marito, che in certo qual modo è stato violentemente offeso da chi ha osato usurpare la sua proprietà sulla moglie e sulla sacralità della casa, soprattutto quando si rende conto che la persona arrestata dal collega è palesemente innocente del reato contestatogli. Non ci sarà nessuno che potrà far luce sulla vicenda, se non lui stesso.

E così, senza più poter rivolgere la parola alla moglie se non a costo di immani tensioni, forzature e fraintendimenti continui, dove la parte della vicinanza fisica sarà sempre più un divario fra lui e la donna che è stata posseduta da un altro uomo, Driss stesso si farà carico di questa indagine.

L’indagine più importante della sua vita, come chiarisce lui stesso, anche se ripercorrendo la sua vita professionale, non sembra difficile riuscire a far meglio di quello che fino a questo momento ha fatto.

Lo stato di diritto come noi lo conosciamo qui, in Marocco sembra essere completamente assente, anche fra le forze dell’ordine, che sembrano essere solo interessate a fare gli interessi dei singoli, non disdegnando nemmeno le maniere forti o la reclusione e l’incriminazione di innocenti, se questo può servire ai loro scopi.

Non mancheranno in questo romanzo i colpi di scena, che porteranno il lettore a credere ora ad un certo tipo di complotto, ora ad un semplice evento violento, ma mentre Khadra ci farà proseguire nella vicenda, ci renderemo conto che diffidare delle varie persone che come in una catena saremo costretti ad incontrare, è salutare, anche e soprattutto se si è un poliziotto di alto grado.

Niente sarà come appare in un primo momento: né le relazioni familiari, né i rapporti tra colleghi, superiori e sottoposti, né tantomeno gli sconosciuti che ci circondano e che possono fare la differenza nella nostra storia.

E la notte, in questo romanzo, peserà sull’asfalto come un caso di coscienza. Perché la vendetta non psalvare nulla. Perché ad un certo punto, quando la vendetta si esaurisce, non ci sarà più nulla da salvare. amore, né onore.

A cura di Marina Morassut

libroperamico.blogspot.it

 

Yasmina Khadra


Yasmina Khadra, pseudonimo di Mohamed Moulessehoul, è uno scrittore stimato e apprezzato nel mondo intero. Nato in Algeria nel 1956, reclutato alla scuola dei cadetti a nove anni, è stato ufficiale dell’esercito algerino. Dopo aver suscitato la disapprovazione dei superiori con i suoi primi libri, ha continuato usando come pseudonimo il nome della moglie. Nel 1999 ha lasciato l’esercito svelando così la sua vera identità e ha scelto di vivere in Francia. In Italia sono pubblicati molti dei suoi romanzi, tra cui i due noir Morituri (1998) e Doppio bianco (1999), e Quel che il giorno deve alla notte (2009), miglior libro del 2008 per la rivista letteraria «Lire» (adattato a film nel 2012). Con Sellerio: Gli angeli muoiono delle nostre ferite (2014), Cosa aspettano le scimmie a diventare uomini (2015), L’ultima notte del Rais (2015), L’attentato (2016), dal quale è stato tratto il film di Ziad Doueiri e L’affronto (2021).

 

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