Recensione di Francesca Marchesani
Autore: Stephen Chbosky
Traduzione: Chiara Brovelli
Editore: Sperling&Kupfer
Genere: Narrativa
Pagine: 640
Anno di pubblicazione: 2019
Sinossi. Mill Grove è una tranquilla e isolata cittadina della Pennsylvania: solo una strada per arrivare, solo una per andarsene. A Kate Reese sembra il luogo ideale per fuggire da un compagno violento, far perdere le proprie tracce e ricominciare una nuova vita. Lo deve al suo bambino, Christopher, che ha solo sette anni ma sa già quanto il mondo dei grandi possa far male. In quella nuova casa, tutto sembra andare a meraviglia: Christopher incontra nuovi amici, Kate trova un nuovo lavoro. Ma poi, all’improvviso, Christopher scompare. Per sei lunghissimi giorni, nessuna traccia di lui. Finché, una notte, il bambino riemerge dal bosco di Mission Street, al limitare della piccola città. È illeso, ma profondamente cambiato. Nessuno sembra accorgersene; solo sua madre sospetta qualcosa, perché Christopher, che ha sempre faticato a scuola, di punto in bianco prende ottimi voti ed è un vorace lettore. Ma nemmeno lei può immaginare tutta la verità. Christopher ora sente una voce in testa, e vede cose che agli altri sono impercettibili. Conosce i segreti del passato, inghiottiti dal bosco di Mission Street; quelli del presente, celati dietro le facciate rispettabili della città. Conosce il futuro tragico che sta per abbattersi su tutti loro. Non può parlarne a nessuno, nemmeno a sua madre, o lo prenderebbero per pazzo. Ma può e deve compiere la missione che quella voce amica gli detta: costruire una casa nel bosco, prima che arrivi Natale. Altrimenti, per sua madre, i suoi amici e l’intera città, sarà la fine.
Recensione
Ricordo di aver letto e visto il film di “Noi siamo infinito” con infinito piacere e un po’ di malinconia. Chbosky è uno che scrive di ragazzi in modo struggente, forse non ha avuto un’infanzia fantastica ed è quindi questo il passaggio obbligatorio che fa compiere a tutti i personaggi che hanno la fortuna di uscire dalla sua penna.
Questa volta è il caso di Christopher, ragazzino timido, orfano di padre e con una mamma che si fa il mazzo per campare dignitosamente tutte e due. Ma come succede spesso in questi casi, gli incontri sbagliati, gli amori insani, delle scelte pessime conducono su brutte strade. Kate, la mamma di Chris si imbatte spesso in uomini che non la meritano e la trattano come uno zerbino, ma questa volta no. Questa volta riesce a scappare da Jerry, l’ennesimo ubriacone violento, prende Chris e partono all’insegna di una vita nuova.
La classica cittadina tranquilla dove si conoscono tutti e non succede mai niente di eclatante. Nonostante i primi episodi di bullismo il ragazzo riesce comunque a farsi degli amici nella scuola nuova. Diventano un gruppetto inseparabile a cui piace darsi il nome dei supereroi.
Ma Chris, oltre ad avere una fervida immaginazione ha anche un’eredità di disturbi mentali in famiglia. E quindi non si pone nessun problema quando comincia a sentire delle voci.
Che gli dicono di fare delle cose apparentemente folli. Partecipiamo così al lento disfacimento della sua vita. La privazione del sonno, lo sforzo fisico, l’abuso di farmaci, sotto agli occhi di tutti e di nessuno.
Potrebbe andare in giro nudo ma nessuno sembra accorgersi di lui, lui che sta facendo così tanto per salvarli tutti. Perché glielo dicono le voci nella sua testa. Ma quando la situazione comincia ad essere davvero ingestibile Chris si rende conto di non essere l’unico. Che preferiscono farsi passare tutti per pazzi piuttosto che fargli combattere questa guerra da solo.
Una vicenda che si svolge tutta in un unico luogo, ma vista da talmente tante prospettive da essere sempre diversa.
Un libro che svolta ad ogni pagina.
Stephen Chbosky
è romanziere, regista, sceneggiatore. Il suo primo romanzo, Ragazzo da parete (Frassinelli 2006), è stato un vero caso letterario. Nel 2012 dal libro è stato tratto il film Noi siamo infinito, di cui lo stesso Chbosky è regista. Nel 2019 per Sperling & Kupfer pubblica L’amico immaginario.
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