L’assassinio




L’assassinio di Florence Nightingale Shore

Recensione di Patrizia Argenziano


Autore: Jessica Fellowes

Traduzione: Maddalena Togliani

Editore: Neri Pozza

Pagine: 396

Genere: giallo

Anno di pubblicazione: 2017

Il mezzo di trasporto si intonava alla sua pelliccia nuova, un regalo che si era concessa per il compleanno e che aveva indossato per la prima volta solo il giorno precedente per fare colpo sulla zia, la baronessa Farina, che gustando un tè cinese e biscottini allo zenzero si scusava per non avere una torta da offrirle”.

A volte bastano le prime righe ben scritte per entrare nell’atmosfera del romanzo e iniziare a godersi il viaggio.

Chi il viaggio non se l’è goduto è Florence Shore, mai giunta a destinazione, mai arrivata dall’amica Rosa Peal poiché rinvenuta in fin di vita proprio sul treno diretto a St. Leonards-on-Sea, per morire poi in un letto d’ospedale.

Anche Louisa Cannon non si è goduta il suo viaggio in treno, e date le circostanze non avrebbe mai potuto; è saltata giù alla prima occasione per sfuggire alle intenzioni malevole di uno zio poco di buono e pieno di debiti.

Due eventi isolati, che nulla hanno a che vedere l’uno con l’altro, si incrociano grazie all’intervento, in entrambi i casi, del giovane Guy, un agente della polizia ferroviaria che viene chiamato per il caso Florence Shore e che offre aiuto alla povera Louisa sui binari della stazione.

È una Louisa impaurita ma finalmente libera e con in mano una busta, sottratta furtivamente dalle tasche dello zio, busta che sancisce l’inizio di una nuova vita, a Asthall Major, al servizio di una delle famiglie più importanti del momento, la famiglia Mitford.

Presso la ricca famiglia, Louisa è responsabile della nursery e si occupa, insieme a Nanny Blog, delle bambine, e in particolare nasce un rapporto speciale con l’esuberante Nancy.

Questa strana coppia si intrufola nel caso, quasi archiviato, della morte dell’infermiera Florence Shore avvalendosi dell’aiuto di Guy, allontanato dall’indagine. Si scopre così, ancora una volta, che niente è come sembra.

Un giallo, nella realtà irrisolto, trova in queste pagine una soluzione senza mancare di rispetto ai fatti realmente accaduti. Un giallo ambientato negli anni Venti, di cui si respira una deliziosa atmosfera fatta di abiti, tè, treni, bellissime dimore, ricche famiglie e le loro servitù ma anche un’atmosfera desolante dovuta alla guerra, ai postumi di quest’ultima sulla psiche dei soldati e alle lettere dolorose scritte dal fronte. Non manca un’atmosfera di novità e civetteria grazie ai bellissimi personaggi femminili protagonisti, di rivalsa dei meno abbienti e di speranza portata proprio da Florence Shore.

Non si può definire un vero giallo storico ma di storia in questo libro ce n’è veramente tanta. Troviamo sicuramente una fotografia della guerra, dei soldati al fronte, della loro labilità psichica dovuta agli orrori quotidiani, delle infermiere sul campo, della gratuità del loro supporto psicologico e del forte senso del dovere e di missione che le caratterizzano.

C’è la fotografia di due mondi diversi che convivono nello stessa città, quello dei meno abbienti che, con ogni mezzo, lecito o meno, tentano di sopravvivere e che vogliono dimostrare quello che sono (non necessariamente elementi negativi del sistema), e poi c’è il mondo prestigioso delle ricche famiglie, delle feste danzanti, dei ricchi pranzi e dei buoni partiti. In questo giallo, i due mondi si completano, non si escludono, anzi, si mescolano creando un quadro della situazione davvero interessante. Mi riferisco, in particolare, all’amicizia, se tale si può definire, che unisce l’imprevedibile sedicenne Nancy Mitford e Louisa. Due donne provenienti da ceti opposti si trovano a condividere pensieri e parole, a confrontarsi e rincuorarsi a vicenda ma anche a collaborare per un senso di giustizia che accomuna entrambe.

Certo, Nancy rappresenta, a suo modo e per quei tempi, una donna alternativa, moderna, forte, indipendente nelle scelte e molto curiosa e pertanto non può considerare uno scandalo stringere rapporti con soggetti non appartenenti al suo ceto sociale. Louisa, invece, nonostante le umili origini, si sente subito a casa presso la famiglia Mitford, il lavoro non la spaventa e per lei diventa normale affezionarsi alle ragazze.

Anche Louisa è alternativa, sfugge alle angherie della vita, cosa, tra l’altro molto difficile per quegli anni, ed è alla continua ricerca della giustizia. Ne esce una donna forte e combattiva, piena di ideali e con grande voglia di riscatto, esattamente come l’amico Guy, entrambi talmente certi delle loro convinzioni che non si tirano indietro nemmeno di fronte all’austero capofamiglia Mitford. Da quando la servitù si intromette nella vita dei padroni?

Le famose sorelle Mitford hanno un ruolo privilegiato in questo momento storico di cambiamenti. Mi piace molto che la loro vita, e quella del fratello Tom, siano ben lontane dalla classica biografia ma inserite in un contesto più godibile, meno tedioso, dove comunque si può presagire il futuro di ciascuna, almeno dal punto di vista caratteriale. In questo libro i riflettori sono puntati su Nancy, ne seguiranno altri per conoscere meglio tutte le sorelle.

Tra i vari personaggi, abbiamo anche due comparse. Abbiamo parlato dell’infermiera Florence Shore, grazie ai suoi occhi e alle sue importantissime lettere, abbiamo vissuto la guerra; l’altra comparsa è lo zio Stephen. Poco presente fisicamente ma incisivo, la sua figura lascia una scia di tensione per tutta la lettura, e la paura che spunti fuori nei momenti meno opportuni è sempre in agguato, lo si vede ovunque anche quando non c’è.

Il giallo è un classico ma il contesto in cui è ambientato e i personaggi che gli gravitano attorno lo rendono veramente particolare. E allora, si può parlare di storie nelle storie, di giallo dentro la storia perché, in questo libro, si incrociano e incontrano più vicende che si fondono poi, in completa armonia, in una sola. Realtà e fantasia si intrecciano senza sminuire gli eventi dell’epoca. Sicuramente una delle letture più belle di questo 2017.

A cura di Patrizia Argenziano

instagram.com/patrizia.arge

Jessica Fellowes


É scrittrice e giornalista. È autrice di cinque libri sui retroscena della serie TV “Downton Abbey” , il cui ideatore è lo zio Julian Fellowes. Ex vicedirettrice di Country Life e giornalista del Sunday Mail, ha scritto per diverse testate giornalistiche. L’assassinio di Florence Nightingale Shore è il primo di una serie di gialli ambientati negli anni Venti.

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