Sinossi. Apparso nel 1965, L’astragalo, con il suo stile intenso e feroce, una novità assoluta per quegli anni, possiede tuttora la vitalità di un piccolo ruvido classico.
«Avevo in tasca un dollaro e un biglietto della metropolitana, ma mi bastò leggere le prime righe per innamorarmi…una fame ne scacciò un’altra e comprai il libro.» – Patti Smith
Patti Smith aveva ventuno anni e molta fame quando in una libreria del Greenwich Village comprò per 99 cent un libro che le avrebbe cambiato la vita. Questo. “La mia Albertine, come l’ho adorata! I suoi occhi luminosi mi hanno fatto strada nel buio della mia giovinezza.” La sua Albertine assomiglia molto ad Anne, la protagonista dell'”Astragalo”: in fuga dalla prigione, si lascia cadere da un muro e si frattura il piede. A salvarla è Julien, anche lui in fuga dalla giustizia per reati di poco conto, e insieme partono lasciandosi il mondo alle spalle. La paura di essere catturati, il ricordo dei giorni passati in cella, la claustrofobia dei rifugi improvvisati, l’orizzonte che si contrae: ogni dettaglio viene descritto con violenta precisione. L'”astragalo” è apparso sulla scena letteraria francese nel 1965. Il suo stile intenso e feroce, una novità assoluta per quegli anni, possiede la vitalità di un piccolo ruvido classico. Introduzione di Patti Smith.
L’ASTRAGALO
di Albertine Sarrazin
Bompiani 2023
Fabrizio Ascari ( Traduttore )
Narrativa, pag.192
Recensione di Laura Bambini
Ho trovato il “mio” capolavoro del lustro.
No, davvero, leggo un sacco di libri e ormai sono di più quelli che abbandono e quelli che mi deludono che quelli che mi fanno dire “oh, finalmente una bella storia”; ancora meno quelli che mi fanno dire “wow”.
Uno ogni cinque-sei anni, tuttavia, riescono a prendermi, a tenermi incollata e a farmi complimentare per ogni parola messa sulla carta. La maggior parte sono testi scritti nel passato, non per una banale e quantomai sempre di moda schizzinosità per l’attuale, il nuovo, il “giovane”, ecc., ma credo più per un’ammirazione verso un’epoca in cui, di fatto, non c’ero.
L’astralago è stato il libro-salvezza di Patti Smith. Patti Smith è un’icona, e butta giù una prefazione che eguaglia la bellezza del romanzo.
Albertine Sarrazin firma un romanzo in cui ogni parola sembra piovuta sulla carta senza sforzo, in uno stile che oggi hanno i racconti e non più i romanzi, quello dove i suoni e il “come” hanno molta più importanza di una frase pulita e del rispetto di regole che, lasciatemelo dire, a volte riducono un testo a un bel prodotto di marketing senza cuore.
Ecco quindi che la protagonista ci racconta in prima persona di un’evasione, di un amore inaspettato, di una maturità non prevista, di una rincorsa, di una corsa, di una mancata corsa, di un’invalidità, e della bellezza della propria vita in un romanzo che è “bello” da sentire e non solo da leggere.
Non amo parlare delle trame, preferisco concentrarmi sulle sensazioni che un libro mi lascia.
L’astralago è un testo che non dimenticherò e leggerò di nuovo e sono certa che, ogni volta, mi meraviglierò dell’impostazione, del fraseggio, della protagonista stoica e sincera, troppo sincera, dei personaggi che sembrano traboccare la carta e parlarti, dell’evoluzione di un’adolescente che diventa donna e che, in fondo, conosce già il suo destino e in qualche modo non vuole davvero opporglisi.
E poi è ambientato in Francia e amo le ambientazioni francesi.
È un romanzo per chi non cerca redenzione, ma una sorella, come dice Patti Smith.
Qualcuna in cui ritrovarsi, riscoprirsi e, perché no, salvarsi.
Albertine Sarrazin
Albertine Sarrazin (1937-1967) è stata scrittrice e poetessa. Abbandonata dalla madre in un brefotrofio di Algeri, poi adottata e trasferitasi in Francia, trascorse otto dei suoi trent’anni in carcere. Proprio in carcere scrisse sia La cavale (L’evasione) che L’astragalo.
A cura di Laura Bambini