Ezio Gavazzeni incontra Donato Carrisi




 Il gioco del suggeritore di Donato Carrisi

A cura di Ezio Gavazzeni

per thrillernord.it


 

 

A distanza di dieci anni dal Suggeritore, l’esordio che lo ha reso celebre nel mondo con oltre un milione di copie vendute, Donato Carrisi rilancia la sfida mostrandoci qual è oggi il campo d’azione ideale per un ‘suggeritore’, un killer subliminale capace di manipolare le emozioni altrui: la rete. Perché non esiste un territorio di caccia più vasto e insidioso di Internet.

Nella sua continua ricerca sul male e sulle mutevoli forme attraverso le quali esiste e si manifesta, Donato Carrisi cala l’architettura del nuovo romanzo in uno scenario assolutamente contemporaneo: oggi, infatti, il male si nasconde nelle pieghe tra il mondo reale e quello virtuale in cui tutti trascorriamo ormai gran parte della nostra vita, lasciando tracce digitali impossibili da cancellare.

 

L’unica salvezza sono i libri

Incontro, per conto di Thriller Nord, Donato Carrisi domenica sera 2 dicembre quando su Milano sta scendendo un lieve velo d’umidità.

Non sono solo, la serata è riservata ai blog, uno sparuto gruppo di dodici persone che hanno il privilegio di incontrare Donato Carrisi che parlerà del suo nuovo libro in uscita il 3 dicembre, intitolato Il Gioco del Suggeritore. Esattamente poche ore dopo.

La location dove è stato fissato l’incontro è a dir poco suggestiva. Ci ritroviamo cinque metri sotto il livello della strada in un vecchio bunker della Seconda guerra mondiale riadattato a club. Pareti e soffitto, a botte, rivestiti di piccoli mattoni rossi giustapposti con precisione come a ricordare una infinita pila di libri dalla costola rossa. Arredamento vintage, luci calde, ombre negli angoli che sembrano nascondere spettatori misteriosi e inaspettati.

 

 

Donato Carrisi vuole cominciare l’incontro raccontandoci che Il Gioco Del Suggeritore lo considera il seguito naturale del primo Suggeritore uscito dieci anni fa e che gli ha dato fama e lanotorietà che tutt’ora lo accompagnano.

 Vuole ritornare alle origini del Suggeritore e farci così rivivere com’è nato quel testo. Dieci anni or sono era uno sceneggiatore e la lavorava per una nota casa di produzione cinematografica ma, come accade alle volte nelle vite che sterzano di colpo, un giorno sente di avere in testa una storia che non lo lascia in pace. Decide di licenziarsi e di rifugiarsi nella sua Puglia, dai genitori, a scrivere il Suggeritore. È un azzardo, Carrisi sa bene che di Thriller di qualità in Italia, fino a quel momento, se ne erano prodotti due, Il Nome della Rosa di Eco e Io Uccido di Faletti ma lo stesso accetta la sfida di aggiungere un suo testo.

 

 

Inutile aggiungere che il Suggeritore diventa un caso letterario e viene tradotto e venduto in oltre quaranta paesi, edito da Longanesi che rimane, da quel momento, la sua casa editrice.

La domanda arriva spontanea, perché ora? Perché aspettare dieci anni per scrivere una nuova storia che è il seguito del Suggeritore? La risposta arriva con semplicità come sono alle volte le storie degli uomini: perché non era il momento e Carrisi aveva altre storie che si agitavano nella sua mente, storie che abbiamo tutti imparato ad amare, il Tribunale delle Anime, L’Ipotesi del Male, La Ragazza della Nebbia, il Maestro delle Ombre per citarne solo qualcuna che hanno attraversato questo decennio. Senza tralasciare l’esperienza cinematografica nella Ragazza della Nebbia con gli attori J: Reno e T. Servillo che, oltre al record d’incassi, gli ha fruttato il David di Donatello 2018 per il miglior regista esordiente e Globo d’Oro 2018 per la migliore sceneggiatura.

 

 

La prima domanda che gli pongo riguarda il suo nuovo romanzo e la sfida implicita che ci pone attraverso due suoi personaggi: Mila Vasquez e la famiglia Anderson: immaginare un mondo senza Internet e di conseguenza senza SMS, Google, Social…

La risposta è spiazzante, non solo è possibile ma i suoi personaggi, lontani dalla Rete, sembrano vivere una vita introspettivamente più profonda.

Lo sfido a immaginare, non solo un mondo senza Internet, ma Internet senza il mondo.

“La Rete si nutre di noi ed è un animale autosufficiente”, mi risponde. “Una sorta di leviatano mai sazio con proprie regole e morale. Internet non dimentica”, taglia corto, “se posti una foto rimarrà intatta per centinaia di anni annidata in qualche memoria di un server.”

 

 

Non è solo una questione di privacy ma è come se Carrisi considerasse la grande Rete come qualcosa di osceno e cresciuto a dismisura, fuori da ogni regola.

 

 

Nel libro Carrisi ripercorre dei luoghi dimenticati della Rete, grandi contenitori virtuali come Second Life, che sono rimasti lì vuoti a dispetto del tempo e dei giocatori che se ne sono andati. E, con sua sorpresa, scopre che qualcuno è sopravvissuto. I fasti delle feste virtuali e delle auto sportive terminati ma tra le macerie di scenari e tonnellate di pixel dimenticati qualche disperato è rimasto. Personaggi che commerciano in armi, droga, materiale pedopornografico, come in una sorta di Dark Web, più simili a sopravvissuto che frugano tra le macerie dopo una guerra nucleare che ai vecchi giocatori di un tempo provvisti di avatar scintillanti. Ed è proprio in un NON luogo come questo che Carrisi vuole ambientare un pezzo importante di storia e portarci con mano in un universo perduto che esisteva ancor prima dei Social.

 

 

Un’altra domanda che gli pongo riguarda i Social e il loro utilizzo da parte del pubblico. La risposta arriva secca e diretta: “La Rete è lo sfogo della rabbia sociale.”In molti casi è il contenitore della cattiveria e dell’odio, non credi? lo incalzo.

“La gente non è in fondo arrabbiata”, mi aggiunge, “penso che viva immersa in una sensazione di falsa percezione di un conflitto che forse è alimentato dall’esterno, da chi vuole, attraverso i media e in particolare i Social, alimentare l’odio.”

 

 

Una sorta di grande organismo intelligente che si autoalimenta. “Il paradosso”, continua Carrisi, “è che un social, per fare un esempio FB, ma potrei utilizzarne un altro,  ci mostra ciò che vogliamo vedere. Studia quello che compriamo, cosa scambiamo con gli amici, cosa ci piace, carpisce dai nostri comportamenti il nostro pensiero politico e ci ripropone gli stessi contenuti in un cortocircuito autistico.”

Il Gioco del Suggeritore di Donato Carrisi, è una storia che ho trovato lucida e tagliente fin dall’incipit che già riesce a trascinarci negli eventi: “La chiamata al numero della polizia fu registrata alle diciannove e quarantasette del 23 febbraio.”

L’autore, in questo romanzo, ci porta a toccare con mano alcuni dei suoi temi ricorrenti, la sparizione, il lato oscuro delle persone, il cosiddetto male, il serial killer subliminale… accompagnandoci in un mondo oscuro che sembra ci stia aspettando in silenzio come solo in certe case senza Internet, SMS, Smartphone, Social possiamo percepire.

 

Al termine dell’incontro, quando le ombre negli angoli sembrano meno insondabili, mi rivela:

L’unica salvezza sono i libri!”, come dargli torto?

 

Ringrazio la Longanesi per la splendida serata, la location e la possibilità di incontrare un autore come Donato Carrisi che è oggi un’icona indiscussa del Thriller europeo.

Ezio Gavazzeni

Thriller Nord

 

 

Donato Carrisi ( Scheda Autore)