Recensione di Mirella Facchetti
Autore: John Fairfax
Traduzione: Alfredo Colitto
Editore: Piemme
Genere: Giallo
Pagine: 384 nella versione a stampa
Anno di pubblicazione: 2019
Sinossi. Condannato per omicidio, è tornato in tribunale. Questa volta come avvocato. E nessuno più di lui sa che la legge può sbagliare. Quando William Benson, appena ventenne, viene condannato all’ergastolo per un omicidio che non ha commesso, c’è un pensiero che lo ossessiona: come può la giustizia commettere un errore così plateale? Forse è per questo che in carcere sceglie di studiare legge. La stessa legge che gli ha rovinato la vita. Dieci anni dopo, ormai diventato avvocato dietro le sbarre, viene scarcerato: per somma ironia, confessando ciò che non ha commesso – quindi mentendo -, ha ottenuto uno sconto di pena. Peccato che, per tutti, William Benson altri non sia che un assassino. Un reo confesso che ora recita la parte dell’avvocato: chi accetterà di farsi difendere da lui? C’è solo una persona che non gli volta le spalle: Tess de Vere. Stagista dello studio legale che anni prima aveva difeso Benson, Tess era stata l’unica a credere alla sua innocenza. E adesso, avvocatessa in carriera, è di nuovo l’unica a fidarsi di lui. Insieme, difenderanno una donna accusata dell’omicidio dell’amante, che sembra condannata in partenza – proprio come era successo a William. Insieme, proveranno a far trionfare la giustizia in cui, nonostante tutto, vogliono ancora credere. Perché l’avvocato colpevole è pronto a tornare in tribunale, questa volta da vincitore. Una nuova, talentuosa voce del legal thriller anglosassone, da un autore di straordinaria bravura, già paragonato a John Grisham.
Recensione
«Ma io camminerei per cinquecento miglia, e per altre cinquecento…»
«William Benson, in piedi. Lei è stato riconosciuto colpevole di omicidio».
Eccola la sentenza, quelle poche parole che appaiono come una pietra tombale per la vita di un uomo, soprattutto, se quell’uomo (un ragazzo, in verità) si proclama e continua a dichiararsi innocente. Per non cadere in un baratro infinito, serve qualcosa che tenga aggrappati alla vita, questo qualcosa per William Benson ha il sapore di una scommessa, di una provocazione: studiare per diventare avvocato. Una follia, per molti. Una scommessa vinta per William.
E così eccoci a seguirlo nel suo ritorno nella società e mentre affronta il suo primo caso in tribunale.
Sono due i campi di indagine in gioco: da un lato, il processo che si sta svolgendo, in cui Benson rappresenta la difesa; dall’altro, un’indagine sul “suo” processo, sul “caso Benson”, portata avanti dalla collega Tess de Vere che vuole capire se l’uomo di cui lei si fida, l’uomo che si sta battendo in tribunale come avvocato difensore, con tenacia e grinta, è veramente innocente.
E noi lettori siamo tutti un po’ Tess de Vere: siamo portati a credere all’innocenza di Benson, ma vogliamo le prove, vogliamo scavare nei fatti, vogliamo che ogni dubbio venga spazzato via. Ma nonostante i dubbi, l’umanità, le angherie subite e le difficoltà nel ricostruirsi una vita da parte del protagonista, portano a parteggiare per lui, a credere in lui, a fare il tifo per la sua testardaggine.
I personaggi sono ben delineati e Benson, con il suo passato traumatico che si ripercuote in fragilità profonde nella sua nuova vita, è sicuramente una figura interessante con il quale il lettore familiarizza subito. Molly (dattilografa di esperienza) new entry alla fine del romanzo e Archie, assistente di Benson, diventeranno, a mio avviso, sempre più i suoi angeli custodi e contribuiranno a creare quel clima familiare, che già è ravvisabile in questo primo libro.
Questo romanzo ha diverse chiavi di lettura e non può non far riflettere sulla necessità di dare una seconda possibilità a chi nella sua vita ha sbagliato e ha scontato la sua pena. Benson diviene il portavoce di chi, condannato, si ritrova per sempre il marchio di colpevole, anche una volta riammesso in società.
«Non usciamo mai davvero, eh? Siamo sempre ex detenuti, fino alla morte. Cerca di fare la differenza. Per tutti noi».
C’è molto calore umano in questo libro, c’è la voglia di riscatto, c’è la lotta per i propri e altrui diritti e ci sono personaggi che colpiscono per la loro umanità.
Alla fine del romanzo sono tante le questioni che restano in sospeso.
Oltre, come detto, al dubbio sull’innocenza/colpevolezza di Benson vi sono altri interrogativi che stimolano il lettore: cosa è successo tra Benson e il fratello?
Chi è l’uomo che lascia messaggi per Benson? Come evolverà il rapporto tra lui e Tess?
Storia originale e personaggi che non lasciano indifferenti… direi che questo primo romanzo ha introdotto tutti gli elementi necessari per conquistare il lettore e dare il via ad un’interessantissima serie. Attendo già con ansia un nuovo capitolo di questa saga.
Direi proprio… buona la prima!
John Fairfax
John Fairfax, è lo pseudonimo di un noto scrittore inglese, con un passato da avvocato. L’avvocato colpevole è il primo libro della serie di Benson & de Vere, in corso di traduzione in molti Paesi. Presto diventerà una serie tv.
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