Recensione di Viviana Trifari
Autore: Lorenzo Licalzi
Editore: Rizzoli
Collana: Scala italiani
Genere: Narrativa contemporanea
Pagine: 315
Anno di pubblicazione: 2019
Sinossi. Questo romanzo parla d’amore e di guerra, di verità nascoste e coincidenze che forse tali non sono. Ma anche di cibo, di vini eccellenti e di un posto bellissimo come la Borgogna. Due storie che si intrecciano a settant’anni di distanza l’una dall’altra: quella di Tristan Dubois, giovane scrittore parigino che si rifugia in un piccolo paese nel cuore della Côte d’Or in cerca dell’ispirazione perduta e per riconciliarsi con il ricordo di Isabelle, che lo ha lasciato quattro mesi prima, ma che continua ad amare; e quella di Wilfred Baumann, ex ufficiale nazista che durante l’occupazione tedesca in Francia comandava un piccolo plotone dislocato nello stesso paese in cui, per oscure ragioni, è tornato a vivere dopo anni, comprando la grande villa che a quel tempo era la sede dei soldati. Gli abitanti del posto ne parlano mal volentieri e dipingono Baumann come una persona spregevole che si è macchiata di crimini orrendi, tra cui la fucilazione di dieci civili e l’istigazione al suicidio o addirittura l’omicidio di una giovane cameriera che lavorava nella villa. Dubois, incuriosito dalla vicenda del vecchio ufficiale, comincia a indagare sul suo passato, scontrandosi contro un muro di omertà. L’incontro tra i due uomini sarà illuminante per entrambi e cambierà le loro vite, in un turbinio di emozioni.
Recensione
A Morgy, un piccolo paesino della Borgogna, terra di vino memorabile e di ottimo cibo, si rifugiano due personaggi tanto dissimili tra loro quanto affini : Tristan Dubois, scrittore “col blocco da prima pagina”, probabilmente dovuto all’apatia sopraggiunta dopo essere stato lasciato da Isabella, l’unica donna che abbia mai amato ma che ha tradito addirittura con la sorella e Wilfred Bauman un gerarca nazista, ormai molto vecchio, che in paese ricordano sia per la fucilazione da lui ordinata a dieci concittadini, sia per l’episodio “fumoso” del suicidio di una donna, che i paesani di Morgydicono abbia istigato lui stesso.
Quello che lega Tristan e Wilfred è l’idea che nutrono entrambi del sentimento più nobile di tutti, la concezione superiore che entrambi hanno dell’Amore.
I due si incontrano nella necessarietà del momento che attraversano entrambi per motivi diversi, Wilfred è vicino alla morte, è malato e vorrebbe fare chiarezza sulla sua storia , Tristan ha bisogno di “materiale nuovo” per la sua scrittura, ma soprattutto ha bisogno di riflettere, lontano dal caos della città, sul suo amore perduto per farsene una ragione e voltare pagina.
Grazie agli incontri e alle chiacchierate tra lo scrittore in pausa e il gerarca “diversamente nazista” verrà fuori la verità sul passato di Morgy e quella sul futuro di Tristan.
Bisognerà trovarsi al cospetto di coincidenze quasi karmiche e bugie da smascherare per raggiungere l’unico assioma di cui troppo spesso si dubita: L’amore non ha alternativa, le alternative dell’amore non esistono, l’amore non si spiega, non si dimentica, non si sostituisce.
Lorenzo Licalzi l’ho preferito sotto altre vesti, ho letto questo romanzo con piacere, ma senza troppo entusiasmo, come ho fatto con diversi suoi romanzi precedenti.
Leggetelo però, magari potrebbe aiutarvi a ritrovare un amore perduto o a rendervi conto di quanto sia sbagliato barattare l’Amore con qualche alternativa comoda o magari vi aiuterà finalmente a capire quanto invece siate fortunati ad avere trovato l’unica vostra possibilità , l’anima gemella; chi può dirlo?
A cura di Viviana Trifari
Lorenzo Licalzi
Lorenzo Licalzi è nato a Genova e vive a Pieve Ligure. Di formazione psicologo, ha esordito con il romanzo Io no (2001), da cui è stato tratto il film di Simona Izzo e Ricky Tognazzi. Successivamente ha pubblicato Non so (2002), Il privilegio di essere un guru (2004, Premio Selezione Bancarella 2005), Che cosa ti aspetti da me? (2005), Vorrei che fosse lei (2006), 7 uomini d’oro (2008, Premio Selezione Bancarella 2009), La vita che volevo (2009), Un lungo fortissimo abbraccio (2011), L’ultima settimana di settembre (2015).
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