Le api d’inverno




Recensione di Loredana Gasparri


Autore: Norbert Scheuer

Editore: Neri Pozza Editore

Traduzione: Chiara Ujka

Genere: Narrativa

Pagine: 256

Pubblicazione: 2021

Sinossi. Germania, 1944. Egidius Arimond vive in una cittadina di minatori sulle sponde del fiume Urft, una regione con una vegetazione lussureggiante che le api sembrano amare molto, poiché ci vivono da milioni di anni. Ex insegnante, Egidius si guadagna da vivere come i suoi antenati prima di lui: alleva api e vende i prodotti del miele – candele di cera, vino e liquori – ai piccoli negozi della zona o nei mercati. Ogni mattina si alza alle cinque, beve un caffè d’orzo e poi si dedica alle arnie. Nel pomeriggio scende in città e si reca in biblioteca, dove controlla se è stato lasciato qualche messaggio per lui. Un’esistenza in apparenza monotona, segnata da rigide abitudini. In realtà, un’esistenza esposta al più grave dei pericoli. Egidius Arimond ha, infatti, un’attività segreta che, se scoperta, nella Germania del 1944, potrebbe costargli la vita: costruisce cassette cinte da arnie con colonie d’api particolarmente aggressive e, con quelle, organizza il trasporto di fuggitivi ebrei al confine con il Belgio. Per questo ritira ogni giorno in biblioteca comunicazioni in codice, infilate in volumi rilegati in cuoio che nessuno, per sua fortuna, si prende mai la briga di sfogliare. Non è soltanto per immacolata virtù che Egidius svolge la sua rischiosa attività: per ogni ebreo trasportato oltreconfine prende duecento marchi, che gli servono per comprare i farmaci antiepilettici di cui ha bisogno. Da quando c’è la guerra i farmaci sono molto difficili da reperire, soprattutto per uno come lui, un infermo e, perciò, un uomo considerato privo di valore, un inutile parassita nella follia che travolge la sua Nazione in guerra.

Recensione

Questo è un libro quieto. Uno di quei libri caratterizzati da voce bassa, stile calmo, mai sopra le righe, forse un po’ onirici. Forse perché quella voce, che è anche la narrante, appartiene ad una persona di indole contemplativa, un professore di liceo profondamente appassionato della storia del suo territorio perché strettamente legata ad uno degli altri due amori principali della sua vita, le api.

Quando apriamo la porta, siamo nell’inverno del 1944, ed Egidius racconta delle voci che corrono nel suo paese, nella regione dell’Urft, a proposito del recentissimo abbattimento di un aereo americano nelle vicinanze, da cui nessuno è uscito vivo. È un momento molto difficile della guerra, questo, quando la morsa degli alleati sta iniziando a stringersi, e l’esercito tedesco si ritrova a reagire con fatica e a subirla sempre di più.

Per quanto la guerra sia una presenza molto forte e invadente, è Egidius, con il suo mondo molteplice e contraddittorio ad imporsi. Essendo un professore, è un innamorato della cultura e dei libri, che lo trasformano in un assiduo frequentatore della biblioteca. È senza dubbio uno dei posti che predilige per la calma e la pace che offre dallo sconvolgimento esterno, ma è anche il luogo in cui un’organizzazione segreta lo contatta, tramite stratagemmi nei libri, inviandogli le coordinate per andare a prendere gli ebrei intenzionati a fuggire oltre il confine con il Belgio.

Eh, sì, il tranquillo e dimesso professore, nonché apicoltore di vocazione, è una specie di traditore della patria. Se qualcuno lo sorprendesse mai, per lui sarebbe la fine immediata, senza alcuna negoziazione. E questo si aggiungerebbe alla fama di cui gode, che non è delle migliori. Il professore è uno dei pochissimi uomini a essere rimasto a casa, mentre quasi tutti i giovani e adulti del paese sono al fronte a combattere per la patria. Perché lui no? Perché questo trattamento di favore?

Apparentemente, perché è malato: Egidius Arimond soffre di epilessia, e ha bisogno continuamente di farmaci per tenere a bada le crisi. Se non fosse il fratello di Alfons Arimond, un asso ed eroe della Luftwaffe, l’aviazione militare tedesca, sarebbe già stato preso e fatto scomparire in qualche campo di concentramento, pur non essendo ebreo. Hitler voleva una razza perfetta, per il suo popolo: non solo gli ebrei, ma tutti coloro che soffrivano di qualche malattia e non potevano essere utili al suo sogno imperiale, erano un peso di cui sbarazzarsi senza tanti complimenti.

Un ritratto pieno di chiaroscuri, questo della voce narrante. Consapevole di vivere una vita quasi regalata per intercessione altrui, Egidius entra nella dimensione crepuscolare e nascosta in cui è stato spinto suo malgrado dalla malattia, e ne fa un capolavoro di equilibrio. Aiutare gli ebrei a fuggire oltre confine lo aiuta a pagare i suoi farmaci, e a restare sempre in contatto con le sue adorate api, che conosce nei minimi dettagli dei comportamenti e persino dell’aspetto. È in grado di distinguere le operaie, si occupa con cura delle regine, e la sua devozione è profonda e continua.

Una parte del fascino di questo libro risiede proprio nella profonda connessione che l’uomo ha con le api, e con il rispetto e l’ammirazione che dimostra per loro e la loro organizzazione. Essere forse costretto a curare la propria vita per poterne avere il controllo, e il continuo sconfinamento in altre dimensioni dovuto all’epilessia, lo hanno reso consapevole dell’importanza e del rispetto per gli altri, che siano insetti o esseri umani.

Arimond non ha mai parole di odio per nessuno. Aiuta gli ebrei per soldi, ma questo non gli impedisce di dimostrare solerzia e attenzione per le loro condizioni. Ha diverse amanti (ha un vero debole per le donne), e ognuna di loro è importante a modo suo. Non si permette di invadere il loro mondo, non può farlo se vuole salvaguardare il proprio.

Leggere questo libro è come farsi cullare da una canzone dolce e ricca, mentre fuori imperversa la tempesta. Questo, almeno, è l’effetto che ha avuto su di me, oltre a farmi nascere una grande curiosità per il mondo delle api…

A cura di Loredana Gasparri

https://www.delfurorediaverlibri.it

 

Norbert Scheuer


Norbert Scheuer è nato nel 1951. Ha ricevuto numerosi premi letterari per i suoi romanzi, tra cui si segnalano Die Sprache der Vögel (2015), nominato per il Preis der Leipziger Buchmesse, Am Grund des Universums (2017) e Überm Rauschen (2009), candidato al Deutscher Buchpreis.

 

 

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