Recensione di Valentina Marcis
Autore: Sara Blædel
Editore: Fazi Editore
Traduttore: Alessandro Storti
Genere: Thriller
Anno di pubblicazione: 2017
Le bambine dimenticate, romanzo della scrittrice danese Sara Blædel.
Nel libro ci viene presentata la condizione di coloro che a causa di infermità mentali, negli anni passati, venivano rinchiusi in istituti di dubbia utilità sanitaria e che in realtà si trasformavano in vere e proprie prigioni.
A ciò si aggiunge una serie di omicidi a sfondo sessuale che hanno alcuni elementi in comune con le vicende di uno di questi istituti.
La narrazione scorre piacevolmente, molte sono le descrizioni dei personaggi, che non scopriamo subito ma man mano che devono affrontare le varie situazioni, e dei luoghi che riescono facilmente a catapultare il lettore all’interno dei boschi impenetrabili che fanno da sfondo all’intera vicenda.
Ma nonostante questo, ci si ritrova di fronte ad un finale un po’ deludente: nella seconda metà il ritmo si fa incalzante, le pagine attirano sempre più l’attenzione del lettore che però, proprio alla fine si trova spiazzato da una chiusura frettolosa che lascia alcune domande ancora in sospeso, come se il libro fosse stato interrotto.
Sara Blædel
Sara Blædel, nata nel 1964 a Copenaghen, dopo aver lavorato come cameriera ha iniziato la sua carriera nel mondo dell’editoria danese fino a fondare, nel 1993, la prima casa editrice interamente dedicata ai romanzi gialli e ai thriller americani. In Italia ha pubblicato: “Mai più libera”, “Le bambine dimenticate”, “La foresta assassina” e “La donna scomparsa”.
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