Recensione di Marina Morassut
Autore: Amanda Craig
Traduzione: Valentina Ricci
Editore: Astoria Edizioni
Genere: Narrativa / Black comedy
Pagine: 507
Anno di pubblicazione: 2019
Sinossi. Una coppia profondamente in crisi, lei architetto lui giornalista, non solo non si possono permettere di divorziare ma non riescono neanche più a vivere a Londra, vista la crisi economica. A lui hanno chiuso il giornale, lei ha perso il lavoro. La casa in cui vivono non si riesce a vendere per un prezzo accettabile: l’unica soluzione sembra essere quella di affittarla e con i soldi dell’affitto andare a stare in un posto molto più economico, una località remota del Devon. E così, la coppia che non funziona con i loro tre figli si trasferisce. E qui si apre la visione non più idilliaca da turista, ma grama da residente della vita in campagna, una campagna povera, piena di immigrati pagati una miseria, e di inglesi favorevoli alla Brexit. In più aleggia sulla casa che hanno affittato un mistero, perché l’affitto è ridicolmente basso, e presto scoprono il motivo: il precedente abitante era stato ammazzato proprio nel posto in cui vivono.
Recensione
1° Capitolo: “Non ci sono soldi e i Bredin non possono permettersi di divorziare”.
Eccoli qui i nuovi poveri, anche se oramai non è più una novità. Come molte coppie che scoppiano, soprattutto in città come Londra, la soluzione è dura e semplice: dovranno continuare a vivere insieme, nonostante gli screzi oramai insanabili e dovranno trasferirsi, perché Londra è troppo cara per viverci. Anche perché Lottie a causa della recessione ha perso il suo lavoro di architetto. E il marito Quentin, giornalista sempre sulla cresta dell’onda, semplicemente ha perso il tempo giusto ed è caduto giù a capofitto fra gli invisibili, arrabattandosi con qualche sporadico pezzo che gli consente di raggranellare qualcosa.
Peccato, perché per una decina d’anni era andato tutto bene: Lottie e Quentin, il figlio di lei – Alexander detto Xan – che tra poco compirà 18 anni e deve decidere a quale università iscriversi, e le due sorelline Stella e Rosie. Una bella famiglia di Londra, con scuole private per tutti e tre i figli, un grande appartamento e nessuna preoccupazione finanziaria o familiare. Salvo poi la recessione, appunto.
E il vizio da parte di Quentin, da quando Lottie ha avuto l’ultima bimba – Rosie – di tradire la moglie. A questo punto si impone la scelta obbligata e drastica, che prenderà la precisa e ordinata Lottie, di affittare il loro appartamento di proprietà nel quale vivono a Londra, trasferirsi in campagna, in attesa di un momento propizio nel quale vendere l’appartamento, divorziare e andare ognuno per la propria strada. Così facendo, con l’affitto del loro appartamento londinese potranno pagarne il mutuo e al contempo vivere in un’abitazione più economica e poter comperare da mangiare.
Finite le scuole private ed i lussi ai quali sono oramai abituati.
Da qui parte la storia della famiglia Bredin. Si trasferiscono nel Devon, perché la suocera di Lottie, che vive poco distante, la parla di una fattoria che viene affittata veramente ad un prezzo irrisorio. Dalle foto la casa con giardino appare bella, pur se vecchiotta e visto che l’appartamento di Londra è stato affittato, la decisione viene presa abbastanza velocemente.
I due coniugi, Lottie e Quentin, scopriranno in momenti separati il perché dell’affitto così basso e per un motivo ben preciso, ciascuno dei due terrà segreta la scoperta che in modo diverso ha fatto: l’affitto è così basso perché nessuno vuole andare abitare nella casa dove pochi mesi prima è stato commesso un omicidio, che è rimasto irrisolto. Di più: nessuno vuole affittare una casa dove la vittima è stata barbaramente decapitata e la cui testa non è mai stata trovata!
Le Circostanze, le Casualità… quelle con la lettera maiuscola, perchè a vederle o leggerle a ritroso riusciamo a vedere cosa le ha originate e le scelte che le hanno inanellate una dietro l’altra fino al dramma finale, che diventa deus-ex-machina per la comprensione e la risoluzione. Ma a viverle: ebbene, questa è un’altra faccenda.
Una magistrale Amanda Craig che incatena l’attenzione con una serie di drammi familiari e sociali più o meno gravi, come se ne vedono sempre più spesso negli ultimi decenni: tradimenti coniugali, difficoltà di procreazione, terre povere che generano ignoranza, violenza e mostri asintomatici, agricoltura e pastorizia che devono fare i conti con i grandi gruppi alimentari, fiducia come base di convivenza, recessione economica, lavori umili e sottopagati.
Un ritratto a tutto tondo di una Gran Bretagna che annovera megalopoli nelle quali è sempre più difficile vivere e avamposti agricoli che stanno lasciando il posto a fabbriche disumane dove il profitto è l’unico metro di giudizio. E la scrittrice userà tutto questo per costruire un romanzo denso, con una serie di protagonisti, oltre alla già citata famiglia Bredin, che verranno piano piano contornati prima e fagocitati poi da una situazione da thriller al cardiopalma, soprattutto nelle battute finali.
Con una scrittura ricca di humus, che pare provenire propri dalle terre del Devon, nella penisola della Cornovaglia in Gran Bretagna, la Craig ci affascina con la storia recente di questa terra non ospitale ma astiosa con i forestieri, con l’economia che incombe nefasta sulla classe media e sugli strati più bassi della popolazione a causa della recente recessione che qui ha colpito duramente, a causa della crisi bancaria prima e della scelta forte della Brexit, che in questa terra vede anche problemi legati alla manodopera non più locale ma che arriva dai transfughi della City con la coda fra le gambe e dall’est Europa, unitamente alle problematiche di una mentalità razzista.
Il tutto molto interessante e coinvolgente e come detto poc’anzi, scritto ed intrecciato con una ricchezza di particolari e dettagli, anche naturalistici, a cui vengono piano piano inframmezzati sempre più particolari e scene della vicenda oscura e tenebrosa del cadavere con la testa mozzata e che sempre più a rotta di collo si tingerà di thriller ansiolitico verso le ultime pagine del romanzo.
Una scrittura che mescola in parti eguali l’humor nero tipicamente inglese con un occhio attento a cogliere il disorientamento attuale della classe media inglese e del ceto inferiore, in questo caso agricoltori e pastori, che si vedono scivolare sempre più in basso nella scala sociale.
Del resto, tra l’incipit fulminante con cui inizia il primo capitolo e la prefazione, in cui non a caso la Craig ha scelto un estratto di A. Conan Doyle, la dice lunga su quanto l’autrice voleva portare in luce nel suo romanzo.
“Sulla base della mia esperienza Watson, ho maturato la convinzione che nei vicoli più infimi e abietti di Londra non avvengano delitti più orribili di quelli perpetrati in questa ridente e incantevole campagna… Guardi invece queste case solitarie, tutte circondate dai loro campi, perlopiù abitate da povera gente ignorante che conosce ben poco la legge. Pensi ai casi di crudeltà infernale, alle occulte malvagità che possono accadere in questi luoghi, anno dopo anno, senza che nessuno ne sappia niente” (A. Conan Doyle, L’Avventura di Copper Beeches).
Non resta altro da fare quindi che leggere il 1° capitolo: “Non ci sono soldi e i Bredin non possono permettersi di divorziare”.
Tutto il resto, è un di cui…
Piccola curiosità:
Nonostante ogni suo romanzo sia a sé stante rispetto agli altri, i sette romanzi sin qui scritti dall’autrice hanno alcuni protagonisti in comune. Di solito, la Craig fa diventare uno dei personaggi secondari di un racconto il protagonista del romanzo seguente.
A cura di Marina Morassut
Amanda Craig
Amanda Craig, nata nel 1959 in Sudafrica e cresciuta in Italia, è una scrittrice e giornalista britannica, laureata all’Università di Cambridge. È sposata ed ha due bambini. Ha pubblicato un ciclo di sette romanzi che parlano della società britannica di oggi, spesso con toni satirici e netti. Il suo approccio alla scrittura è stato influenzato da – ed è paragonato a – quello di Anthony Trollope, Angela Carter e Charles Dickens. Attualmente lavora come critica letteraria per il Times. “Le Circostanze”, pubblicato in originale nel 2017, è stato nominato libro dell’anno dal Guardian, Observer, New Statesman, Telegraph, Irish Times e Financial Times.
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