LE FIAMME
di Sophie Haydock
Salani 2023
Loredana Serratore (Traduttore)
Romanzo, pag.544
Sinossi. Le quattro muse che hanno amato e ispirato Egon Schiele. Le tappe della sua arte attraverso le loro voci, paure, speranze e tradimenti nella Vienna di inizi Novecento. La capitale dell’arte, la culla della Secessione e delle idee più rivoluzionarie, una città opulenta e stravagante, questa è Vienna agli albori del Novecento: un luogo dove tutto sembra possibile. Se sei un uomo. E ancor più se sei Egon Schiele. Lo sanno anche le donne che entreranno in rotta di collisione con i suoi sentimenti più brucianti: Adele e Edith Harms, figlie di un ricco industriale, Gertie, la sorella minore, e Wally, una delle modelle di Klimt. Quattro figure diversissime, fiere e appassionate, determinate a forgiare il proprio destino liberamente, nonostante le convenzioni, al fianco di uno dei più controversi e carismatici artisti del tempo. La storia mai raccontata delle muse di Schiele, in una vertigine di emozioni e inganni, in cui arte e amore sono fuoco della stessa fiamma. La storia di come si può far male a chi più si ama, e del grande, nefasto potere delle illusioni. Le quattro muse che hanno amato e ispirato Egon Schiele. Le tappe della sua arte attraverso le loro voci, paure, speranze e tradimenti nella Vienna di inizi Novecento.
Recensione di Samanta Sitta
Le cinque parti de “Le fiamme” romanzano la vita delle quattro modelle preferite di Egon Schiele, separate da brevi interludi che raccontano l’esito di questa storia, avvenuto nel 1968.
La prima musa che conosciamo è Adele Harms. Ama la bellezza, il lusso, l’arte: vive per il teatro e la sua grandiosità. È anche snob e arrogante, una bugiarda e una manipolatrice; per di più il suo passatempo preferito, quando non è all’opera, è spiare i vicini dalla finestra.
È così che incontra Egon, il bell’uomo trasandato che sta traslocando nella palazzina di fronte alla sua dimora. La sua infatuazione cresce fino a diventare una vera e propria ossessione.
La seconda parte di “Le fiamme” è dedicata a Gertrude, sorella di Egon. Sophie Haydock tratteggia la loro infanzia insieme, trascorsa per lo più isolati dagli altri bambini. Forse è anche per questo che stringono un legame straordinariamente forte, a tratti morboso.
La terza parte di “Le fiamme” è dedicata a Wally, Walpurga Neuzil, modella prima per Gustav Klimt, poi per Egon Schiele. Una ragazza di umili natali, che si ingegna per portare qualche soldo alla madre e alle sorelline. Wally ha conosciuto i lati più aspri della vita e ha cercato di mantenere comunque la sua rispettabilità. È arguta, sebbene analfabeta, ma anche lei finisce nella trappola del fascino di Egon Schiele.
La quarta parte invece descrive la vita di Edith Harms, sorella di Adele. Il suo rapporto con Egon è descritto come felice, sebbene problematico: non ama posare per lui, a differenza delle altre, ed è turbata dalla sensualità provocatoria della sua arte.
Nell’amore ossessivo, a volte tossico, che queste donne sviluppano nei confronti di Egon, non mancano le minacce e gli aut-aut come “O me, o la tua arte!”.
La storia ci insegna com’è andata, ma compatisco comunque Egon Schiele. Che vitaccia ingrata. Tutte queste donne che dovrebbero ispirarlo e invece si rivelano solo degli enormi ostacoli. Altroché muse!
Sophie Haydock però non è affatto di questa opinione. Sembra suggerire l’idea che, senza la fiamma accesa da queste donne, Egon Schiele sarebbe stato un signor nessuno qualunque con un talento inutilizzato. Non condivido la sua opinione, ma immagino sia un espediente efficace su cui innescare una sorta di biografia molto romanzata che sfrutta l’ondata di re-telling al femminile che sta interessando la produzione libraria attuale.
Avrei gradito maggior approfondimento dell’ambiente artistico mitteleuropeo di inizio Novecento, quando l’arte ha iniziato a esplorare territori sconosciuti: si pensi all’interesse nutrito da alcuni gruppi per la psicoanalisi di Freud e alle scoperte scientifiche di quegli anni.
Per lasciare spazio alle muse di Egon, possiamo assistere solo a brevissimi incontri con il suo maestro Gustav Klimt e poche istantanee di Anton Peschka, ma nessun cenno degno di nota alle novità del Secessionismo, se non un vago “non disegnare come gli antichi”.
Questo rende difficile per un lettore profano dell’argomento capire perché Egon fu tanto rivoluzionario, tanto osteggiato. Perché le sue modelle devono essere considerate coraggiose? Oggi la televisione offre senza sosta una pletora di nudità, perché dovremmo avere una considerazione particolare per loro? È difficile capire lo scandalo della sua arte e delle loro vite, se si parla solo di sentimenti. Io trovo che questa mancanza indebolisca parecchio la portata del romanzo.
L’autrice propone come appendice una sintetica panoramica dei dati storici che ha raccolto sulle vite di queste quattro donne. Dice di aver dedicato anni di ricerche alla figura di Egon Schiele e alle sue muse: da appassionata di arte e in virtù di questa dichiarazione mi aspettavo di trovare anche una bibliografia di riferimento. Sarebbe stato uno strumento utile per quanti non conoscono l’artista o il Secessionismo e vogliono approfondire questi argomenti. Chi conosce già l’artista riconosce facilmente le citazioni dei “Diari del carcere” e delle “Lettere” di Egon Schiele, dai quali sono ripresi brani ed episodi molto noti. Ma chi non lo conosce? Brancola nel buio, magari con il dubbio di quanto siano reali queste persone di cui ha letto.
È un’opera molto romanzata, con diverse “licenze poetiche”, artistiche e storiche che mi hanno fatta storcere il naso e che disturberanno gli appassionati di arte. Queste inesattezze, unite a uno stile talmente elementare da risultare povero alle mie orecchie, e ai diversi refusi che ho incontrato, mi hanno reso molto difficile apprezzare questa lettura.
“Le fiamme” può offrire un momento di intrattenimento gradevole a un pubblico curioso, magari composto da chi ha sempre evitato l’arte novecentesca per timore delle sue forme così insolite, ma potrebbe lasciare un lettore un po’ più informato molto insoddisfatt
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Sophie Haydock
scrittrice e giornalista, ha lavorato per le più grandi testate inglesi ,tra cui la BBC e il Guardian, e per organizzazioni come l’Arts Council, la Royal Academy e Sotheby’s. “Le fiamme” (titolo originale The Flames) è il suo romanzo d’esordio.