Le ombre




Alessandro Zaccuri


Sinossi. Don Ciccio è morto e uno dei suoi figli, Salvo, si prepara a prenderne il posto a capo della famiglia criminale che da anni vive al Nord in soggiorno obbligato. A rafforzare le ambizioni del presunto erede contribuisce l’ammirazione che gli riserva Agata, l’anima buona venuta dal paese per vegliare sull’agonia di Don Ciccio. Seduttiva e materna, Agata è anche l’ultima persona di cui Salvo ha sentito la voce dopo l’agguato che gli è stato teso mentre accompagnava la salma del padre nel viaggio verso Sud. Salvo è sopravvissuto all’aggressione, ma il suo corpo è orribilmente ustionato. L’unica speranza di guarigione è rappresentata dall’unguento della misteriosa Santabella, che pratica le sue arti di curatrice e fattucchiera in un casolare arroccato tra le pietre e gli ulivi. Qui, nel buio di una stanza dalla quale non è permesso uscire, Salvo consuma una convalescenza visitata dall’apparizione ossessiva di «ombre» senza identità che ripetono il suo nome in tono minaccioso e canzonatorio. Riprendendo anche personaggi e situazioni del fortunato “Lo spregio”, Alessandro Zaccuri mette al centro del suo nuovo romanzo l’illusione e la maledizione del potere, in una parabola contemporanea di grande forza espressiva, sul cui sfondo si intravede l’omaggio ai classici della tradizione tragica.


Editore: Marsilio Editori

Genere: thriller

Pagine: 160

Anno edizione: 2025

 Recensione

di

Bruno Vigliarolo


Nella cornice di un romanzo breve, Le ombre tratteggia una storia enigmatica e cangiante. Un racconto che permette ad Alessandro Zaccuri di esplorare diversi filoni narrativi, complice un’ambientazione che spazia nel tempo e nello spazio.

L’incipit affresca una situazione apparentemente lineare: un potente clan malavitoso (esiliato in Nord Italia per motivi giudiziari) che assiste al lento spegnimento di Don Ciccio, storico patriarca e boss indiscusso della famiglia.

Suo figlio Salvo, pur essendo il più giovane di quattro fratelli, è l’erede designato, il prescelto. Il prediletto. Colui che, alla morte del padre, è chiamato ad assumere lo scettro del comando senza alcun tipo di opposizione.

I suoi fratelli sembrano accettare di buon grado la successione, e l’affascinante Agata (procace vedova chiamata ad assistere la degenza del boss) pare consacrare l’ascesa di Salvo, elargendo apprezzamenti, consigli e riverenze dal sapore antico. Ossequi che profumano di zagara e che ammaliano la vista come l’impercettibile scollatura del suo tubino nero.

Qualcosa di inaspettato accade, tuttavia, durante il viaggio intrapreso da Salvo per riportare la bara paterna nel paese natio. Un incidente misterioso, ricordi confusi, la pelle che brucia. E un risveglio in una stanza buia, una casupola isolata, un luogo fuori dal mondo in cui regna la vecchia Santabella, con il suo unguento miracoloso. Un’anziana megera che parla come un oracolo e che ogni giorno, più volte al giorno, accarezza il corpo ustionato del nuovo capomafia.

La prosa di Zaccuri è pulita e al contempo evocativa; scorrevole e particolareggiata. Quasi a dare punti di riferimento in una storia in cui la verità appare confusa, e la realtà si sovrappone al sogno, al ricordo. Il lettore, al pari di “Don” Salvo, arriva presto a chiedersi se il protagonista stia vivendo in una bolla di convalescenza protetta; o se piuttosto sia intrappolato in una prigione ambigua come le parole della sua custode.

Solo il finale potrà risolvere la doppiezza che aleggia tra le pagine, dando conferma dell’originalità di un romanzo che non si presta a facili schematizzazioni e che sceglie, volutamente, di non dare riferimenti geografici troppo precisi.

Un thriller fuori dai canoni più inflazioni, adatto a chi cerca, in pochissime pagine, una storia densa di contenuti e di introspezione psicologica.

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Alessandro Zaccuri


è nato a La Spezia nel 1963, vive a Milano ed è direttore della comunicazione per l’Università Cattolica. Narratore e saggista, collabora al quotidiano Avvenire. Tra i suoi romanzi più recenti ricordiamo Lo spregio (Marsilio 2016, premio Comisso e premio Mondello Giovani), Nel nome (NNE 2019, premio Palmi) e La quercia di Bruegel (Aboca 2021, premio La Cava). Nel 2022, sempre per Marsilio, è uscito Poco a me stesso, romanzo che prosegue l’opera di reinvenzione dell’Ottocento italiano intrapresa con Il signor figlio e che si è aggiudicato i premi Elba-Raffaello Brignetti e Boccaccio. Con Il signor figlio ha vinto il premio Selezione Campiello 2007.