Le regole dello Shangai 




Sinossi. Lei è una giovane gitana in fuga dalla famiglia per sottrarsi al matrimonio combinato con un uomo anziano, lui è un orologiaio che sta campeggiando sul confine e la accoglie nella propria tenda. L’incontro inaugura un’intesa fatta di dialoghi notturni sugli uomini e sulla vita, uno scambio di saperi e di visioni – lei che crede nel destino, nei segni, nel dio delle cose, lei che addestrava un orso e lo amava come il migliore degli amici; lui che si sente un ingranaggio dentro la macchina del mondo e che quel mondo interpreta secondo le regole dello Shangai, come se giocare fosse un modo per mettere ordine nel caos. Un’intesa che durerà a lungo, anche da lontano, e finirà per modificare l’esistenza di entrambi: uno scarto nel gioco, un bastoncino che si muove. Erri De Luca si mette su piste poco battute, su vite che si annodano e si sciolgono. Lo fa con una storia densa e lieve, dove ogni parola schiude significati più profondi, ogni frase è una porta di accesso prima di tutto a sé stessi, e nel farlo ci invita a un gioco calmo, paziente e lucido, nel quale anche una mossa impercettibile può cambiare il corso della partita.

di Erri De Luca

Feltrinelli 2023

narrativa, pag.112

 Recensione di Giuseppe Tursi

All’inizio di le regole dello Shangai Erri De Luca scrive una premessa in cui spiega perché ha deciso di non dare ai protagonisti del suo romanzo alcun nome.

“I loro nomi non contano per me. I nomi non aggiungono niente alle persone. Anzi tolgono: se chiamo Federico il personaggio, ecco che chi legge lo associa involontariamente a una persona che ha lo stesso nome. Questo abbinamento non aggiunge, toglie.”

Dopo questa breve premessa, inizia un fitto dialogo tra i due personaggi principali che per puro caso si incontrano in un bosco. Lui è un orologiaio campeggiatore che passa gran parte dell’anno da solo nei i boschi, e racconta alla ragazza la sua vita e di come è diventato orologiaio. 

Ho cominciato a riparare sveglie, i meccanismi più grossi, poi sono passato agli orologi.

Mi piaceva smontare e pulire.

Si inceppano con la polvere che riesce a entrare lo stesso.

La polvere inceppa gli orologi perché vuole essere lei a misurare il tempo.

Vince la polvere che è più antica.”

Lei, invece, una giovane gitana scappata dal campo e dalla famiglia, a causa di un matrimonio combinato. 

Con tutti i problemi che avete ogni giorno, date tanta importanza a un matrimonio combinato?

Proprio perché non apparteniamo ai popoli e ai posti, siamo attaccati alle nostre usanze, alle cose dell’onore.”

Tra i due si instaura da subito un rapporto di fiducia reciproca. L’uomo proteggerà la ragazza dalle minacce esterne e le insegnerà le regole dello Shangai, che applica in ogni campo della propria vita.

Uno vede la vita come un fiume, uno come un deserto, un altro come una partita a scacchi con la morte. Io la vedo sotto forma di un gioco di Shangai fatto da solo.”

Erri De Luca scrive un romanzo a più strati, composto per lo più da dialoghi. Il pregio di questo libro è che in ogni frase e in ogni dialogo si cela qualcosa di molto più profondo. All’inizio, si fa fatica a comprendere in che modo si svilupperà la storia. Quella che in prima parte sembra solo una conoscenza destinata a durare pochi giorni, in realtà si tramuterà in qualcosa di molto più grande e complesso.

Il destino tra la giovane ragazza e l’uomo si intreccerà e si salderà in maniera indissolubile per tutta la vita. De Luca svela poco per volta la storia dei due protagonisti, come nel gioco dello Shangai, dove ogni bastoncino recuperato ci porta a comprendere qualcosa in più, un incedere lento ma inesorabile, fino al finale inaspettato.

Erri De Luca mette in campo tutte le sue doti di paroliere, bisogna essere ricettivi, prendersi il tempo e soffermarsi su ogni frase per sviscerarne i segreti più reconditi. Infatti, nonostante l’esile mole, questo è un romanzo che richiede un proprio tempo di lettura per essere assimilato, e per essere compreso a fondo. Un libro che non lascia indifferenti e che sicuramente arricchisce il lettore, cosa sempre più rara nell’editoria odierna.   

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Erri De Luca


Diciottenne, vive in prima persona la stagione del ’68 ed entra nel gruppo extraparlamentare Lotta Continua. Poi sceglie di esercitare diversi mestieri manuali in Africa, Francia, Italia: camionista, operaio, muratore. Studia da autodidatta l’ebraico e traduce alcuni libri della Bibbia. È opinionista de «il Manifesto». Ha pubblicato con Feltrinelli: Non ora, non qui (1989), Una nuvola come tappeto (1991), Aceto, arcobaleno (1992), In alto a sinistra (1994), Alzaia (1997), Tu, mio (1998), Tre cavalli (1999), Montedidio (2001), Il contrario di uno (2003), Mestieri all’aria aperta. Pastori e pescatori nell’Antico e nel Nuovo Testamento (con Gennaro Matino, 2004), Solo andata. Righe che vanno troppo spesso a capo (2005), In nome della madre (2006), Almeno 5 (con Gennaro Matino, 2008), Il giorno prima della felicità (2009), Il peso della farfalla (2009), E disse (2011), I pesci non chiudono gli occhi (2011), Il torto del soldato (2012), La doppia vita dei numeri (2012), Ti sembra il caso? Schermaglia fra un narratore e un biologo (con Paolo Sassone-Corsi 2013) e Storia di Irene (2013). Per i Classici Feltrinelli ha curato Esodo/Nomi (1994), Giona/Iona (1995), Kohèlet/Ecclesiaste (1996), Libro di Rut (1999), Vita di Sansone (2002), Vita di Noè/Nòah (2004) e L’ospite di pietra di Puskin (2005). Nel 2015, in seguito al processo che si è discusso il 28 gennaio per reato d’opinione, De Luca pubblica, sempre con Feltrinelli, il pamphlet La parola contraria.

Tra gli ultimi libri pubblicati con Feltrinelli: La faccia delle nuvole (2016), La natura esposta (2016), Il giro dell’oca (2018), Impossibile (2019), A grandezza naturale (2021). Per Feltrinelli Comics ha pubblicato L’ora X. Una soria di Lotta Continua (2019; con Cosimo Damiano Damato e Paolo Castaldi).