Recensione di Francesca Mogavero
Autore:Steven Rowley
Traduzione di Silvia Fornasiero
Editore: Sperling & Kupfer
Pagine: 352
Genere: Narrativa
Anno di pubblicazione: 2021
Sinossi. New York, febbraio 1992. L’amore per la scrittura può nascere nei modi più disparati: per qualcuno è stato un libro che ha letto, per qualcun altro un insegnante; per James Smale è stata la macchina da scrivere svizzera che la madre possedeva quando lui era bambino. Una Hermes color uovo di pettirosso, un oggetto meraviglioso che gli ha infuso la passione per le parole. E adesso, dopo anni di duro lavoro, James corona finalmente il sogno della vita quando il suo romanzo autobiografico, La quarantena, viene acquisito dalla Doubleday per essere pubblicato. L’editor a cui è piaciuto e che lavorerà con lui è nientemeno che Jacqueline Kennedy Onassis, che si è innamorata del modo in cui James è riuscito a mettere a nudo la propria famiglia disfunzionale. Jackie – o la signora Onassis, come è conosciuta in ufficio – e James stringono un’amicizia inaspettata: la raffinata editor spingerà il suo autore a scrivere un finale autentico, incoraggiandolo a confrontarsi con la verità circa il suo passato e la relazione con sua madre. Finché, una volta rivelato un segreto famigliare da sempre taciuto, James capirà, forse troppo tardi, che la sua editoraveva sempre cercato di aiutarlo, non solo come autore. Con una prosa intima e immediata, L’editor è un romanzo toccante e divertente sugli incontri imprevisti e imprevedibili, sui campi minati delle bugie dette per proteggere – e che spesso finiscono per fare più male – e sul potere catartico dell’arte. Perché, come dice la signora Onassis a James: «Le verità più difficili possono allontanare le persone. Ma la grande arte può riunirle».
Recensione
Che creatura affascinante. Con un tocco lieve come un bacio sa curare una sbucciatura, le sue dita ricuciono veloci strappi e appongono toppe invisibili, gli occhi seguono ogni movimento, senza incatenare però, come un’orsa non perde di vista i propri cuccioli, ma dona loro ogni possibilità di esplorare il mondo e fare capriole. Ha quasi del magico, forse da qualche parte nasconde una bacchetta, e il suo più grande potere – dal quale, si sa, derivano ancora più grandi responsabilità e pensieri costanti, giganti – è avere mani incorporee, la capacità (o la condanna) di passare inosservata, perché l’unica “rivalsa sul mondo” è il risultato, il frutto accudito con amore estremo, talvolta feroce e incomprensibile.
Sto parlando della madre. E dell’editor. Due figure non così diverse, in fondo, un po’ fate madrine, un po’ allenatori, che a un certo punto, apparentemente senza troppe cerimonie, spediscono il loro atleta sul ring della vita. Finire al tappeto o alzare una coppa, adesso, dipende tutto da chi mulina i guantoni e salta con agilità all’interno del quadrato già macchiato di sangue. Lei resta nel cono d’ombra, al di là delle corde, felice di un successo e di un nuovo traguardo; se invece arriva una sconfitta, che poi è solo un nuovo punto di partenza, è lei a sentire tutta la potenza del colpo, ma saprà sempre trovare le parole giuste, rinfrescanti come una spugna imbevuta d’acqua limpida.
Visto che maternità ed editing sono affini, allora lo scrittore è un bimbo in fasce?
Quién sabe. Forse è così che si sente James Francis Smale, trentenne negli anni ’90 e autore perché non potrebbe essere né fare nient’altro.
Finalmente la grande occasione è arrivata, il suo libro è stato acquistato dalla prestigiosa Doubleday, fortemente voluto da una editor d’eccezione ed eccezionale, Jacqueline Kennedy Onassis, ma siamo ancora ben lontani dalla meta: la firma di un contratto è come venire al mondo, il resto è tutto da costruire.
E James ha ancora molto da imparare, a partire dal regolare l’altezza della sedia girevole nella sala riunioni della casa editrice: è impacciato, arrossisce nei momenti meno opportuni e parla a sproposito – tra le migliaia di domande che scalpitano a cospetto di Jackie O, se ne esce con “una di quelle bizzarrie del tutto aliene al contesto, che sfuggono tanto facilmente nei momenti di grande imbarazzo. «Charles de Gaulle era alto?»”.
E come non capirlo. Ma c’è dell’altro: James ha un grosso groviglio da sciogliere, un non detto da riempire di parole, una distanza che si è creata chissà come e che ora reclama di essere colmata. Soltanto così potrà crescere davvero, come autore e come persona, soltanto così potrà trovare il vero finale del suo romanzo e uscire da quel limbo che minaccia di inghiottirlo completamente.
Riannodare il rapporto con la propria madre per allacciare i fili della trama senza inciampi, portare alla luce un segreto rimasto taciuto per troppo tempo e comprenderne le ragioni per superare il blocco e la paura della pagina bianca. Perché una madre, come la Sfinge, è l’enigma per eccellenza, da non sottovalutare mai, ma soprattutto ha una storia da raccontare, sebbene a volte la tenga ben chiusa in un cassetto e lasci che il bestseller da consegnare al futuro sia quello con il nome del figlio in copertina.
L’editor di Steven Rowley è un romanzo di “saudade” – per un’editoria ormai mitologica, per un sogno americano che non si è mai realizzato e magari non c’è mai stato, per l’infanzia che ora ci sembra perfetta – brillante e originale, in cui ridere fino alle lacrime sconfina con la commozione e viceversa.
Ed è, sopra ogni cosa, una storia d’amore: amore per chi ha contribuito a renderci ciò che siamo, per le giravolte del destino, per i libri e le parole lette e scritte, che rappresentano quello che per Ulisse era Itaca… il ritorno a casa dopo un lungo viaggio, dopo una strada lunga, “fertile in avventure e in esperienze”.
A cura di Francesca Mogavero
Steven Rowley
Steven Rowley lavora come scrittore, opinionista e sceneggiatore. Originario di Portland, nel Maine, si è diplomato all’Emerson College. Vive a Palm Springs con il suo compagno. L’editor, libro dell’anno per NPR, Esquire, Cosmopolitan, Entertainment Weekly e i cui diritti cinematografici sono stati opzionati dalla 20th Century Studios, è il suo primo romanzo pubblicato con Sperling & Kupfer.
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