Recensione di Cristina Bruno
Autore: Stefano Mancini
Editore: Fanucci
Genere: thriller
Pagine: 396
Anno di pubblicazione: 2021
Sinossi. Ludwigsdorf, Germania. Ethan e Kirsten sono ormai una coppia affiatata, concentrati ognuno sulla propria carriera: lui ha affiancato all’attività di reporter per il Guardian quella di scrittore, lei è stata coinvolta dal suo professore, Karl Vogel, in un nuovo progetto che ha raccolto fondi e risorse internazionali. La quiete della coppia, però, ha vita breve. Alla loro porta si presenta uno scienziato americano, Thomas Anderson, stralunato e sconvolto, che rivela di essere in fuga e di avere urgente bisogno dell’aiuto di Kirsten. Prima che possa dire altro, però, tre individui compaiono all’interno della casa. Ne nasce una violenta colluttazione, al termine della quale Thomas muore ed Ethan e Kirsten sono costretti a fuggire. Per i due comincia così una corsa contro il tempo che li porterà a Roma, dove dovranno rintracciare un sacerdote amico di Thomas, nella speranza che possa fare chiarezza sui motivi della morte dello scienziato e sul loro coinvolgimento. Tra progetti segreti, codici numerici da decifrare, esperimenti ai limiti del reale e morti inspiegabili, Ethan e Kirsten avranno un solo modo per uscirne vivi, svelare il segreto dietro la misteriosa scomparsa di una delle menti più geniali del XX secolo: Ettore Majorana.
Recensione
In questo nuovo romanzo ritroviamo Ethan e Kirsten, lui giornalista sportivo, lei ricercatrice di fisica all’università. Quando lo scienziato Thomas Anderson bussa alla porta della loro casa in Germania sarà l’inizio di un incubo e di una serie di misteriosi delitti. Primo fra tutti proprio quello di Anderson che viene ucciso sotto i loro occhi da tre individui comparsi improvvisamente dietro a lui. Anderson fa appena in tempo a confidare loro di una terribile minaccia che incombe su di lui e sul mondo intero. I due giovani fuggono e seguono le labili tracce fornite da Anderson.
La prima tappa è Roma dove un sacerdote, don Achille amico di Thomas, potrebbe avere informazioni per loro. Purtroppo scoprono che anche don Achille è appena morto. Grazie all’intuito di Kirstenriescono però a trovare degli indizi che li porteranno prima negli USA e poi nuovamente in Germania. In un fantasioso e fantastico viaggio nello spazio e nel tempo i due protagonisti dovranno risolvere il mistero celato dietro alla sequenza di delitti e capire cosa li leghi all’esperimento Philadelphia e alla scomparsa del famoso fisico Majorana…
Il romanzo scorre veloce tra continui colpi di scena che trascinano Ethan e Kirsten in sempre più mirabolanti avventure nello spazio e nel tempo. La scomparsa di Majorana è lo spunto per costruire una trama al limite della fantascienza che comprende avveniristici acceleratori di particelle e arcane civiltà.
Nel racconto della figura di Majorana, evocato dal titolo, non dobbiamo cercare il complesso personaggio storico raccontato da Sciascia quanto piuttosto un escamotage narrativo per incuriosire il lettore e dare consistenza alle ipotesi “scientifiche” che si susseguono lungo tutta la trama. Acceleratori di particelle, teletrasporto, viaggi nel tempo sono temi che da Verne in poi affascinano e fanno assaggiare briciole di futuro. I protagonisti sono eroi a tutto tondo, sempre pronti a sacrificarsi, come la miglior tradizione vuole, per salvare il mondo. E di sicuro ritroveremo i nostri eroi in una nuova avventura che li porterà ancora ai limiti della realtà.
Se dovessi associare il testo a un film il primo che mi viene in mente è la serie di Ritorno al futuro, seguito subito dopo dall’altra fortunata sequenza di Indiana Jones. In entrambi fantasia e realtà si fondono per creare un mix di peripezie che cattura il lettore e lo immerge nella trama senza preoccuparsi troppo della scientificità o della storicità delle affermazioni o comunque piegandole alle esigenze dell’esposizione. E per aggiungere un pizzico di ironia farei un accostamento anche a Frankenstein Junior…
D’altra parte la narrativa di evasione e altrettanto il cinema, hanno proprio lo scopo di avvincere il fruitore lasciando alla documentaristica il compito di spiegare e raccontare la storia e la scienza.
A cura di Cristina Bruno
Stefano Mancini
nasce a Roma nel 1980. Nel 2005 supera l’esame di abilitazione all’Ordine dei giornalisti e si iscrive all’Albo dei professionisti del Lazio. Dopo un paio di esperienze lavorative all’estero (in particolare a Parigi, presso la sede Ansa), torna in Italia e comincia a lavorare come redattore per alcuni portali online di cultura sociale, prima di alcune significative esperienze al Tg3 Lazio e alla sede Ansa di Roma. Segue una collaborazione con il quotidiano romano Il Tempo, per poi passare a una nota agenzia di stampa: l’Aga (Agenzia giornali associati), nella quale lavora per cinque anni, occupandosi di Esteri, Cronaca e Sport. Nel 2015 decide di lasciare l’attività giornalistica per dedicarsi a tempo pieno a quella di editor con l’agenzia di servizi editoriali Tracce d’Inchiostro, da lui fondata insieme all’amico e scrittore Valerio la Martire. L’anno seguente viene invece nominato direttore responsabile del bimestrale Il Lettore di Fantasia, che dirige tuttora. Attualmente ha pubblicato dieci romanzi e collaborato alla stesura di altri tre libri.
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