CAMILLA STEN
Traduttore: Renato Zatti
Editore: Fazi
Genere: Thriller
Pagine: 360
Anno edizione: 2025
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Sinossi. Eleanor convive con la prosopagnosia, l’incapacità di riconoscere i volti delle persone. Un disturbo che causa stress, ansia acuta, e può farti dubitare di ciò che pensi di sapere. Una sera la ragazza si reca a casa della nonna Vivianne per la consueta cena domenicale. Ad accoglierla sull’uscio non trova però la nonna, ma una persona cui non riesce a dare un nome, che scappa via per le scale. Dentro casa, la nonna è distesa sul tappeto accanto a un paio di forbici con le lame spalancate. Nella stanza, odore di ferro e carne. La nonna, quella nonna che l’ha cresciuta come una madre, è stata uccisa. Passano i giorni, e l’orrore di essersi avvicinata così tanto a un assassino – e di non sapere se tornerà – inizia a prendere il sopravvento su Eleanor, ostacolando la sua percezione della realtà. Finché non arriva la telefonata di un avvocato: Vivianne le ha lasciato in eredità una tenuta imponente nascosta tra i boschi svedesi. È la casa in cui suo nonno è morto all’improvviso; un posto remoto, che da oltre cinquant’anni custodisce un passato oscuro. Eleanor, il mite fidanzato Sebastian, la sfrontata zia Veronika e l’avvocato vi si recano in cerca di risposte. Tuttavia, man mano che si avvicinano alla scoperta della verità, inizieranno a desiderare di non aver mai disturbato la quiete di quel luogo. Chi era davvero Vivianne? Quali segreti si è portata nella tomba?
Recensione di Fiorella Carta
Dopo “Il villaggio perduto”, suo romanzo d’esordio nel genere e che per me fu un grosso Ni con beneficio del dubbio, ho deciso di dare una seconda possibilità a questa autrice, tanto idolatrata in patria e figlia della più famosa Viveca.
Sebbene la storia di base sia oltremodo interessante, una famiglia profondamente tossica e un’eredità altrettanto ambigua, un luogo ameno perfetto per omicidi e suspense, resta un Ni.
La prima parte del romanzo, che dovrebbe porre le basi logiche e coerenti per la parte successiva, sembra scritta di fretta e raffazzonata, la seconda parte migliora anche se sono presenti delle incoerenze assurde, situazioni illogiche.
La parte del flashback, invece, è molto strutturata, ben congegnata. Sembra scritta da un’altra persona.
Insomma Eleanor, l’omicidio della nonna e la conseguente scoperta di una residenza tra i boschi svedesi, erano preludio di un thriller glaciale, anche letteralmente. Ma sono troppi i punti che rovinano la sospensione dalla realtà.
Un romanzo che sembra scritto in tempi e modi diversi, così diversi che pare un abito cucito e rammendato con brandelli scoordinati.
Come nel primo una trama che poteva avvincere, ma delude.
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Camilla Sten
Nata in Svezia nel 1992, è la figlia della famosa scrittrice di gialli Viveca Sten. Scrive storie fin da quando era ragazzina. Dopo alcuni libri per ragazzi, ha esordito nella narrativa per adulti con Il villaggio perduto, pubblicato da Fazi Editore nel 2024: un successo da duecentomila copie tradotto in ventuno paesi, che verrà presto adattato da Netflix per una serie tv. L’erede è il suo nuovo romanzo.