L’estate che ho ucciso mio nonno 




Giulia Lombezzi 


Editore: Bollati Boringhieri

Genere: Narrativa

Pagine: 320

Anno edizione: 2025


Sinossi. Bisogna amare i propri nonni. Questo si è sentita ripetere Alice fin da piccola. Ma quando suo nonno, da poco vedovo, viene a vivere con lei e la madre, la ragazza si rende conto che tale comandamento è inattuabile. Seppur debole e depresso, Andrea esercita su tutta la casa il proprio carattere brutale, portando Marta, la mamma di Alice, a uno stato di totale asservimento. È come se un’intera generazione, con tutti i suoi dettami assurdi e violenti, si fosse insinuata nella vita delle due donne, impestandola di sigarette, imperativi e ricatti. La rabbia di Alice cresce, alimentata dalla brace dei sedici anni. La mamma che conosceva sta scomparendo, e lei si sente impotente: come si fa a liberare qualcuno che non vuole essere libero? Che cos’è veramente l’emancipazione? In un susseguirsi di badanti che vanno e vengono, sbronze liberatorie con gli amici del cuore, litigi con famigliari ciechi e sordi e una fame che non passa mai, Alice comincia a covare desideri bui, a pensare cose che non andrebbero pensate. Il viaggio nel passato della madre, nel paese in cui è cresciuta, e lo svelamento di ciò che ad Alice è sempre stato nascosto risulta un punto di non ritorno: Andrea deve sparire. L’unico modo per affrontare un mostro è diventare un mostro?

 Recensione

di

Michela Bellini


Finalmente un romanzo moderno, diverso, spigliato, ironico e divertente. Una storia matta, seppure non scevra di sofferenza, raccontata in prima persona da Alice nel linguaggio secco e duro degli adolescenti, che non lascia spazio a sfumature. 

La vita vista con gli occhi di Alice, occhi che osservano un mondo improvvisamente ribaltato senza un motivo sufficiente. Un nonno cattivo, una madre consumata, una sorella maggiore frenetica e un padre tutto sommato inutile, la fanno arrabbiare e molto.

Dopotutto è un’adolescente e gli adolescenti non hanno voglia di capire gli adulti perché pensano, a ragione, che debbano essere casomai gli adulti a cercare di capire loro.

E quando la sua vita viene sconvolta dall’arrivo in casa del nonno odioso e malato, Alice reagisce come può, perché queste cose da grandi oltre che incomprensibili sono troppo difficili da affrontare. 

La Lombezzi ci offre qui uno spaccato di adolescenza dal quale certi atteggiamenti autolesionistici, certe rabbie, emergono quasi come reazioni ovvie, mentre spesso ci siamo chiesti cosa potesse indurre questi comportamenti nei giovani.

Specularmente il mondo dei grandi non appare granché sano, sono tutti in qualche maniera soverchiati dagli eventi, che non riescono, in buona sostanza, a gestire. E allora ognuno fa quel che può, magari male, magari mentendo, spesso ferendo i sentimenti di quelli che in realtà ama di più.

Si potrebbe definire una storia di vita quotidiana, in cui ognuno si arrabatta per sopravvivere e andare avanti, una storia di oggi.

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Giulia Lombezzi


è drammaturga, sceneggiatrice e scrittrice italiana. È stata finalista al Calvino 2020 col suo primo romanzo, La sostanza instabile (Perrone, 2021), premio Kihlgren Opera Prima nel 2022. Ha collaborato con, tra gli altri, il Piccolo Teatro Grassi, il LAC di Lugano e l’Iranshahr Playhouse di Teheran. È tra gli autori del podcast di Storytel Mi dica tutto. Ha insegnato presso la NABA e la Scuola Belleville di Milano e la Scuola Holden di Torino. Nel 2025 pubblica per Bollati Boringhieri, L’estate che ho ucciso mio nonno.

A cura di Michela Bellini

michelabellini.wordpress.com