L’estate di Piera




Recensione di Sabrina De Bastiani


Autore: Piera Degli Esposti, Giampaolo Simi

Editore: Rizzoli

Collana: Nero Rizzoli

Anno edizione: 2020

In commercio dal: 16 giugno 2020

Pagine: 320 p., Brossura

Sinossi. Calcando la ribalta della scena del crimine e rispolverando atmosfere alla Hitchcock, Piera Degli Esposti e Giampaolo Simi compongono una detective comedy capace di rappresentare con ironia pensosa e nerissima quel gioco di maschere e menzogne, di nevrosi e pulsioni che è il segreto della condizione umana. Piera è una leggenda e ha scritto la storia del teatro italiano. Soprattutto, è ostinata e ribelle, non ama i potenti, e sa bene quant’è sottile la differenza tra il palco e la vita. Del resto, nello spettacolo della commedia umana si mente, si tradisce, si recita a soggetto. E può anche capitare di uccidere. Adesso Piera ha deciso di sfidare Shakespeare e allestire la prima rappresentazione al femminile del Riccardo III. Lei è fatta così. Intanto Roma soffoca nell’afa di luglio. Il delitto, però, non va mai in vacanza. E una notte, da una finestra del suo appartamento vicino piazza Navona, l’attrice nota una sagoma disfarsi di un grosso sacco nel pozzo del cortile. La visione fortuita innesca la girandola degli eventi, mentre sullo stabile cala l’ombra del sospetto. Tra il viavai dei clienti del B&B al primo piano e la scaciata movida che affolla le vie del centro, Piera dovrà risolvere il mistero dell’omicidio di una ragazza, nonostante lo scetticismo della collaboratrice Dolores e l’indolenza della città. Ad affiancarla nell’indagine, che si trasforma presto in un duello psicologico con l’assassino, c’è l’ispettore Grossmeier, un poliziotto altoatesino trasferitosi nella Capitale, a cui l’abbraccio di mamma Roma non dà conforto.

Recensione

“E’ un malvagio senza possibilità di redenzione” cita vagamente un riassuntino trovato in rete. “Cosa ci trova di così affascinante?’”

Sono attratta dagli assassini” gli risponde lei, senza indugio.

Attratta? E perché’”

“Gli assassini sono tutti come Riccardo di York, in fondo. Aspirano al trono, e sul trono più alto c’è seduta lei, la morte.”

Dalla lettura de “L’estate di Piera” se ne esce con una consapevolezza e tre certezze assolute.

La consapevolezza è quella di aver letto un noir micidiale, di aver nuotato nello Stige di un’esistenza, di esistenze,  contaminate, avvelenate dal quotidiano, dall’eterno conflitto tra aspirazioni, proiezioni, aspettative  e nuda realtà, di aver visto anche la luce, però, in uno sguardo limpido, partecipe, mai domo.

La certezza, la prima, è quella della reputata, ma raramente resa con tale potente evidenza come in queste pagine, attualità delle opere di Shakespeare, testi che potrebbero essere stati scritti oggi, tanta la finezza e la lucidità nell’analisi della natura umana, dei moti dell’animo, dei poteri forti e di quanto impattino sulle coscienze.

Non è Riccardo di York a sedurre Anna. E’ il potere. Shakespeare ci sta dicendo che siamo tutti seducibili dal potere. Specie quando ci manca la potenza. (…) Riccardo lo sa. Lui cerca il Riccardo III affamato di potere (…) Cerca il suo gemello malvagio, lo trova sempre e lo libera.”

La seconda, quella di aver letto un romanzo che ha i contenuti sociali, etici e morali di uno sferzante pamphlet  restituiti con un’eleganza formale e di tono, tale da renderli ancora più pregnanti di significato:

Se c’è una verità che Piera sente di possedere, è che i rapporti veri sono quelli fluidi. Ambigui. I rapporti in cui i ruoli possono cambiare, in cui ognuno dei due può presentarsi in scena con un nuovo costume.

Non si fustigano i costumi, sarebbe troppo riduttivo. I costumi si indossano e sta a noi animarli con dignitàseppur non immutabilmente.

La terza, risiede nella soddisfazione di aver letto un noir davvero eccezionale: psicologicamente shakespeariano,

Leggendo e rileggendo, mi sono convinta che il vero segreto di Riccardo III è la guerra. La guerra che ci portiamo dentro tutti … il nostro bisogno di avere un nemico. E’ una storia che si ripete  senza fine … troviamo qualcuno che ci indica un nemico e gli crediamo. Subito. Riccardo è un uomo di guerra e, se la guerra finisce, a ognuno lui trova il nemico perfetto. Così gli altri si eliminano a vicenda, lavorando per lui.”

“ ‘Ho tramato complotti d’ogni genere, ho iniettato negli animi il veleno’  ..  fa la rossa, che gli pare la secchiona del gruppo.

“ ‘Con profezie, calunnie, fantasie … per seminar mortale inimicizia’” conclude Piera.

strutturalmente hitchcockiano

La terrazza diventa il luogo più intimo della casa e le dà l’illusione di osservare le vite altrui senza che gli altri spiino la sua. Intorno a lei la città cerca di addormentarsi fra un ritornello ricordato a metà, una sigaretta da fumare affacciati alla finestra, una valigia preparata per l’indomani.

linfaticamente teatrale

Piera Drago ha capito tutto (…) La coda di capelli, gli orecchini come amuleti e il passo calibrato di chi ha il palcoscenico come unità di misura del mondo gliela fanno sembrare uno sciamano … (…) l’unica persona al mondo che lo sta interpretando senza incertezze.

indubbiamente unico, peculiare, vibrante.

E questo lo si deve allo straordinario incontro tra due artisti tanto diversi tra loro da diventare perfettamente complementari, la passione di Piera Degli Esposti, l’ironia  tagliente di Giampaolo Simi, la creatività e il senso del ritmo di entrambi, la penna fine, la prosa incisivamente perfetta.

Si racconta una storia ne “L’estate di Piera”.

Si dicono tante cose ne “L’estate di Piera”

Sono loro a farlo, i due, ciascuno a modo loro, umani  e titanici protagonisti, Piera ed Alex.

Sono loro a farlo, Giada, Donato, Elisabetta, Sebastian, Rodolfo, Dolores, volti, anima di quel prisma che è Roma, imperfetta, fragile, bellissima.

E nel leggere, nel seguire i protagonisti negli abissi e nelle boccate d’aria, rare, rarefatte, guadagnate a fatica, diventiamo un po’ protagonisti anche noi,  di un intrigo che ci sfida a svelarci, a riconoscerci, facendoci sentire complici…“ senza colpe, capisci quanto è geniale questo demonio?”

 

 

Piera degli Esposti


Piera degli Esposti inizia la sua carriera da molto giovane, infatti muove i primi passi al Teatro 101, diretto  da Antonio Calenda, nei primi anni ’60.  Nel 1966 si ricorda l’esordio in TV di Piera degli Esposti, la quale interprata un ruolo centrale nello  sceneggiato di grande successo “Il conte di Montecristo”. La sua carriera, televisiva e teatrale continua così negli anni successivi. Diretta dal grande Pier Paolo  Pasolini, Piera degli Esposti è memorabile nel cast di “Medea”.  Nel 1980 Piera degli Esposti insieme a Dacia Maraini scrive “Storia di Piera”, nelle cui pagine viene ricordata  la storia intensa dell’artista.  Nel 1986 Piera degli Esposti vince il Nastro d’argento per la sua interpretazione di Teresa ne “La coda del  diavolo” diretta da Giorgio Treves.  Durante quegli anni Piera è molto impegnata anche a teatro, infatti si ricordano le sue interpretazioni in  “Madre Coraggio”, nel “Prometeo”, e nello “Stabat Mater”.  Il 2006 ed il 2007 sono altri anni proficui, poiché lavora con Marcello Garofalo in “Tre donne morali”, in cui  veste i panni di una ex suora ora proprietaria di un cinema porno, mentre con Giuseppe Tornatore recita in  “La sconosciuta”.  Il 2008 è un altro anno molto proficuo, di fatto escono nelle sale ben due lavori in cui Piera degli Esposti è la  protagonista.  A  giugno  il  cortometraggio  di  Francesco  Vaccaro  “Lettera  d’amore  a  Robert  Mitchum”  presentato precedentemente alla Festa del Cinema di Roma 2007.  Nel 2010 Piera degli Esposti è diretta da Giovanni Veronesi in “Genitori & figli – Agitare bene prima  dell’uso”.    Il 25 novembre 2013, in occasione della presentazione ufficiale del documentario “Tutte le storie di Piera”,  diretto  da  Peter  Marcias  al  Torino  Film  Festival,  riceve  il  Premio  Maria  Adriana  Prolo  alla  carriera,  conferitole dall’Associazione Museo Nazionale del Cinema.

Giampaolo Simi


Giampaolo Simi si è sempre interessato prevalentemente di narrativa di genere, dal fantastico all’horror, dal giallo al noir. Ha esordito nel 1996 con il romanzo Il buio sotto la candela (Baroni), pubblicando poi Direttissimi altrove(DeriveApprodi, 1999), Figli del tramonto (Hobby&Work, 2000), Tutto o nulla (2000, DeriveApprodi, ristampato da Mondadori), L’occhio del rospo (2001, Adkronos Libri). Per Einaudi Stile libero ha pubblicato Il corpo dell’inglese(2004), Rosa elettrica (2007) e ha scritto un racconto per l’antologia Crimini italiani (2008). Per edizioni E/O ha pubblicato La notte alle mie spalle (2012). Per Sellerio Editore Palermo ha pubblicato Cosa resta di noi (2015). Pubblicista, collabora con riviste e quotidiani.

 

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