Libera
di Cinzia Passaro
Scatole parlanti 2022
narrativa, pag.205
Sinossi. “Libera” è una saga familiare che segue – nell’arco temporale che va dalla fine degli anni Trenta fino ai nostri giorni – il destino di quattro generazioni di donne in un mondo declinato al maschile. Le vicende personali di Elena e Vito si intrecciano con la Storia con la esse maiuscola. E non a caso la nascita di Maria Libera coincide con una data storica, che ne influenza simbolicamente anche il nome. Costretta a un matrimonio con un uomo narcisista e violento, le sue vicissitudini e il suo tentativo di smarcarsi dallo stesso destino della madre offrono al lettore una visione dettagliata dell’evoluzione civile e sociale affrontata dalle donne nel corso degli anni. Con Angelamaria l’emancipazione si fa ancora più concreta e con Elma si chiude il cerchio, nonostante anch’ella inciampi in un matrimonio pressoché fallace. Non manca un mistero incombente, la cui risoluzione si avrà solo alla fine. A far da scenario Villamare, un immaginario paese del Salento sul mar Ionio. Come in una pièce teatrale, la storia si conclude tornando lì dove è iniziata: in un presente difficile segnato da una pandemia mondiale che costringe tutti a profonde riflessioni e a perdonare errori che non sarebbero mai stati tali se si fossero fatte scelte diverse.
Libera
A cura di Giulia Manna
Recensione di Giulia Manna
Consigliatissimo. Libro letto in un freddo pomeriggio piovoso riscaldata dal camino acceso e dalla forza delle protagoniste. Questa lettura è una saga famigliare al femminile che parte dagli anni Trenta ai nostri giorni. Tutto inizia con Elena che sceglie di sposarsi con Don Vito, ma l’uomo si rivela molto diverso da quello che pensava. Ormai è sposata, è proprietà del marito, può solo cercare di sfuggirgli nelle piccole cose ma non può assolutamente lasciarlo. Il mondo non capirebbe, l’uomo nemmeno.
Maria Libera è una dei figli della coppia. Don Vito si ostina a chiamarla Maria e non Libera come vorrebbe lei. L’uomo preferisce i fratelli che disprezza comunque perché sembrano avere un’indole debole come quella che attribuisce alla loro madre, mentre la ragazza è l’unica pronta a sfidarlo. Ma Libera è una donna e questo non va assolutamente bene per un maschilista come Don Vito.
L’uomo spera di calmare la ribellione della figlia dandola in sposa ad uno dei suoi uomini fidati, Luigi. Purtroppo però Libera ha già conosciuto l’amore e non riuscirà a dimenticarlo nonostante il matrimonio e figli.
Si parte da Elena intrappolata in un matrimonio dove non è rimasto nulla se non l’apparenza e si finisce in un’epoca dove se un matrimonio è finito, si può divorziare. Un’evoluzione raccontata con tre generazioni di donne, ma è quella di Libera la storia più intesa. La sua scelta le costerà caro. Le toglierà la cosa più preziosa.
“La mia unica colpa è di essere donna, una donna che ha fatto la difficile scelta di essere felice, sarebbe stato più facile accettare un matrimonio sbagliato voluto dal mio padre e a cui all’epoca non ho potuto oppormi e rinunciare ad amare l’unico uomo della mia vita, con cui avrei potuto costruire quello che meritavo. Pago la colpa di essere figlia di questo tempo, in una società che guarda le donne con sospetto e pregiudizio, dove le conquiste fatte sono scritte e non ancora accettate, dove la parità tra uomo e donna è scritta nelle leggi ma negata dalla gente non ancora pronta ad accettare che una donna sia libera di essere semplicemente felice”.
Non siamo all’età della pietra, siamo meno di un secolo fa. La donna non si poteva separare o divorziare dal marito ed il tradimento della sola donna era ancora reato. Anche quando le cose, legislativamente parlando, sono migliorate la società non era pronta a sostenerla.
Ecco perché la storia di Libera, di Elena e delle altre protagoniste mi è piaciuta molto. Sono spaccati di storie vere capitati alle nostre nonne, madri ed ancora oggi quando una donna si separa dal marito perché è lei che ha un altro, spesso si sentono commenti non tanto leggeri nei confronti di quest’ultima.
L’ho adorato perché è molto intenso, forte ed anche attuale.
Cinzia Passaro è un’autrice che racconta una storia che non si ferma davanti alle difficoltà. Libera rappresenta molto di più di quello che sto dicendo con questa recensione che è limitata all’introduzione per evitare che se non lo avete ancora letto, perdiate il gusto di farlo. Vi anticipo solo che non è solo incentrato sulla rivendicazione dei diritti della donna, c’è anche un mistero da risolvere per gli amanti del giallo.
Potremmo parlare per ore di Libera, Elena, Elma, Angelamaria e pure di Rama, ma prima leggetelo.
Buona lettura.
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Cinzia Passaro
Cinzia Passaro vive in Salento. Ha fondato con alcuni colleghi scrittori il progetto Autori Solidali con l’intento di devolvere il ricavato delle opere a chi ha bisogno. Diversi suoi racconti sono presenti nella antologie Vacanze e altri disastri, Corde, delitti e altri misteri, Senza tema. Dal 2022 recensisce per Thrillernord. Libera – Il cielo fatto di mare e di lampare è il suo secondo romanzo dopo Quel che resta di un ricordo (2020).