Storia di una vendetta
Rose Tremain
DETTAGLI:
Traduttore: Giovanna Scocchera
Editore: Einaudi
Genere: Narrativa
Pagine: 272
Anno edizione: 2024
Sinossi. C’è chi passa la sua prima notte di vita in una morbida culla, circondato dall’affetto dei genitori, e chi invece no. Lily Mortimer è stata infilata in un sacco e lasciata ai cancelli di un parco, esposta al gelo e alle bestie feroci. Si è salvata solo per il passaggio fortuito di un giovane agente di polizia. Affidata alle cure amorevoli di una contadina, ha trascorso i suoi primi sei anni di vita tra i luminosi campi del Suffolk, ma poi, come prescritto dalla legge, il grigiore di Londra e la freddezza dell’orfanotrofio l’hanno reclamata indietro. Punizioni, cattiverie e soprusi sono stati a lungo la quotidiana ricetta del Foundling Hospital per soffocare ogni ribellione di Lily e degli altri bambini orfani e indigenti come lei. Ora, a quasi diciassette anni, la giovane è finalmente libera e, grazie alle sue doti nel cucito, ha un impiego gratificante in un emporio di parrucche. In più, un sorriso gentile ogni domenica in chiesa la conforta: che il futuro le riservi finalmente l’attesa serenità? Ma il passato non allenta la morsa su di lei. La assillano sempre gli stessi orribili ricordi, il senso di colpa e la paura della forca. Perché nessuno ancora lo sa, ma Lily è un’assassina… Rose Tremain porta il lettore nella fuligginosa Londra di metà Ottocento, un posto bigotto, spietato e perverso dove i trovatelli vengono trattati come delinquenti e la buona condotta si insegna a urli e sberle, ma dove c’è spazio anche per la gentilezza, per l’amicizia e per l’amore.
Recensione di Francesca Mogavero
Una storia di vendetta, senza dubbio.
Ma di chi? Di Lily Mortimer nei confronti di chi l’ha ferita in modo indicibile?
Della legge ai danni della giustizia del cuore?
Della vita che, un po’ balorda, si accanisce senza criterio né ragione?
Di certo, è Lily a farsi arma, simbolo e boia, e a caricarsi delle conseguenze, anche di quelle che ancora non hanno preso forma.
Soprattutto, una storia di senso di colpa.
E di desiderio di casa, anche se non si sa dove sia o se esista.
Nel toccante romanzo di Rose Tremain – una storia soffice come la coperta di un neonato, pungente come la neve e velenosa come l’acqua di Londra – tre piani temporali si alternano per poi sconfinare, sfumare l’uno nell’altro, finché passato, presente e un futuro niente affatto scontato si mescolano come in una partita truccata dall’inizio, e ogni fatto, ogni scelta, ogni azione conduce inevitabilmente al delitto.
Lily è un’assassina, lo dichiara lei stessa nelle prime pagine, e nient’altro conta. Lasciata al gelo e ai lupi, tra difficoltà e dolori insostenibili – tanti, troppi, a maggior ragione per una creatura così piccola – lungo la strada, camminando su nove dita dei piedi, incontra sprazzi di luce e possibilità di speranza, riscatto e realizzazione, è amata, voluta, cercata, eppure…
Eppure qualcosa – più radicato dell’omicidio, più terreno e letale di una fumosa cultura del peccato – la frena, la condanna alla fame di pace, a un vuoto che non si riempie, a una trama già stilata con inchiostro indelebile.
È la cattiva eredità dell’abbandono, la sorte di tanti bimbi sperduti, spezzati – e Lily, amalgama riuscita dei personaggi dickensiani e di Jane Eure, irriducibile e splendida “Miss Disobbedienza”, forse non si rompe né si piega, ma qualcosa, dentro di lei, è perduto per sempre, come un uccellino meccanico privo della chiave che gli permetta di cantare.
Chi legge può soltanto sperare in nuovi capitoli segreti oltre la parola “fine” e pregare il destino (o l’autrice) affinché qualcuno ripari il meccanismo e riscriva le stelle.
Lily. Storia di una vendetta instilla il dubbio, gioca con il limite della legalità e ci pone di fronte a uno specchio: cosa avremmo fatto al posto della nostra eroina?
Forse molto, molto di peggio. Senza nemmeno pentircene.
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Rose Tremain
ha scritto sedici romanzi, cinque raccolte di racconti e un memoir. Le sue opere sono tradotte in trenta lingue e hanno ottenuto molti riconoscimenti: con Il favorito (Frassinelli 1995) è stata finalista al Booker Prize; con Sacred Country (1992) ha vinto il James Tait Black Memorial Prize e il Prix Femina Étranger; con L’angelo della musica (il Saggiatore 2001) ha vinto il Whitbread Award; con In cerca di una vita (Tropea 2009) ha vinto l’Orange Prize for Fiction; con Merivel: A Man of His Time (2012) è stata finalista al Wellcome Book Prize e al Walter Scott Prize for historical Fiction, infine con Gustav Sonata (66thand2nd 2017) è stata finalista al Costa Book Award e al Baileys Prize e ha vinto il National Jewish Book Award e il Ribalow Prize. Per Einaudi ha pubblicato Isole di grazia (2021) e Lily. Storia di una vendetta (2024).
A cura di Francesca Mogavero