Recensione di Cristina Bruno
Autore: Isabel Allende
Traduzione: Elena Liverani
Editore: Feltrinelli
Genere: narrativa contemporanea
Pagine: 432
Anno di pubblicazione: 2015 (nuova edizione 2020)
Sinossi. 1770, Santo Domingo, ora Haiti. Tété ha nove anni quando il giovane francese Toulouse Valmorain la compra perché si occupi delle faccende di casa. Intorno, i campi di canna da zucchero, la calura sfibrante dell’isola, il lavoro degli schiavi. Tété impara presto com’è fatto quel mondo: la violenza dei padroni, l’ansia di libertà, i vincoli preziosi della solidarietà. Quando Valmorain si sposta nelle piantagioni della Louisiana, anche Tété deve seguirlo, ma ormai è cominciata la battaglia per la dignità, per il futuro, per l’affrancamento degli schiavi. È una battaglia lenta che si mescola al destarsi di amori e passioni, all’annodarsi di relazioni e alleanze, al muoversi febbrile dei personaggi più diversi – soldati e schiavi guerrieri, sacerdoti vudù e frati cattolici, matrone e cocottes, pirati e nobili decaduti, medici e oziosi bellimbusti. Contro il fondale animatissimo della Storia, Zarité Sedella, soprannominata Tété, spicca bella e coraggiosa, battagliera e consapevole, un’eroina modernissima che arriva da lontano a rammentarci la fede nella libertà e la dignità delle passioni.
Recensione
La fine del ‘700 è un periodo denso di avvenimenti per la Storia, dalla Guerra di indipendenza americana alla Rivoluzione francese, all’avvento di Napoleone. Santo Domingo è una piccola colonia francese ed è lì che inizia la storia di Zarité, detta Tété. La piccola, di soli nove anni, viene acquistata come schiava da Toulouse Valmorain, un francese proprietario di una tenuta nell’isola dove si coltiva la canna da zucchero.
La giovane lavora come domestica e nel giro di pochi anni diviene l’amante del padrone, dal quale avrà due figli. Ben presto la situazione nell’isola diviene insostenibile per i bianchi, a causa delle ripetute ribellioni degli schiavi e così Valmorain e la sua famiglia si trasferiscono prima a Cuba e poi a New Orleans dove il francese ricomincia la sua attività di coltivazione della canna da zucchero.
Durante la fuga da Santo Domingo Valmorain promette la libertà a Tété, promessa che sarà costretto a mantenere, sia pure a distanza di sette anni. Ottenuta la libertà la giovane comincia una nuova vita, trova un compagno dal quale avrà altri due figli e scopre dolori e gioie dell’esistenza.
Che cos’è l’isola sotto il mare a cui si riferisce il titolo? È l’isola che accoglie tutti gli schiavi dopo la loro morte, il loro paradiso dove ritroveranno gli affetti e i paesaggi della loro terra natale, i ritmi dei tamburi, i balli, il senso di appartenenza di un intero popolo.
È una lunga favola quella che l’autrice racconta. Una favola inserita in un periodo storico tormentato quando appena cominciavano ad affacciarsi nel mondo le idee di uguaglianza e fratellanza e si intravedeva la possibilità di porre fine alla tragedia del traffico di uomini e dello schiavismo. Tèté rappresenta la sfida, la voglia di lottare di chi, in quell’epoca, si trova per natura in posizione svantaggiata: donna e di colore.
Eppure nonostante tutte le tragedie che la colpiscono, la separazione forzata dal primo figlio, la morte di parto della seconda, la perdita del primo grande amore, le violenze subite dal padrone, nonostante tutto riesce a trovare dentro di sé l’energia della speranza. Ed è questa energia che le consente di lottare per ottenere la libertà promessa, per trovare una condizione stabile di donna che lavora e che ha una famiglia propria, una donna che può affrontare il mondo a testa alta perché ha trasformato la paura in resistenza riuscendo così a sopravvivere a tutto.
I personaggi sono quelli tipici di una narrativa dal sapore ottocentesco, dal cinico Valmorain allo spietato sovrintendente Cambray, al mite dottor Parmentier, a Gambo il primo amore di Tété, al timido Maurice, alla decisa Rosette, alla seducente Violette… Questi e molti altri si rincorrono nel libro costruendo un intreccio equilibrato e dove tutto ha un senso.
Gli schiavi sono alla ricerca di una loro identità in una terra che non riconoscono ma dove ormai sono condannati a vivere, i bianchi hanno un loro immotivato senso di superiorità che non riescono a sopprimere neppure di fronte a un sentire e a una cultura che cambia velocemente tanto in Europa quanto nel Nuovo Mondo.
L’incapacità di affrontare il cambiamento è quella che attraversa e travolge tutta la società, è la causa delle rivolte sanguinose, della rabbia da una parte e dello stupore dall’altra.
Attraverso il racconto di Tété intraprendiamo un viaggio nel passato, che per molti versi assomiglia tanto al nostro presente.
A cura di Cristina Bruno
Isabel Allende
Isabel Allende: Isabel Allende è nata a Lima, in Perù, nel 1942, ma è vissuta in Cile fino al 1973 lavorando come giornalista. Dopo il golpe di Pinochet si è stabilita in Venezuela e, successivamente, negli Stati Uniti. Con il suo primo romanzo, La casa degli spiriti del 1982 (Feltrinelli, 1983), si è subito affermata come una delle voci più importanti della narrativa contemporanea in lingua spagnola. Con Feltrinelli ha pubblicato anche: D’amore e ombra (1985), Eva Luna (1988), Eva Luna racconta (1990), Il Piano infinito (1992), Paula (1995), Afrodita. Racconti, ricette e altri afrodisiaci (1998), La figlia della fortuna (1999), Ritratto in seppia (2001), La città delle Bestie (2002), Il mio paese inventato (2003), Il Regno del Drago d’oro (2003), La Foresta dei pigmei (2004), Zorro. L’inizio di una leggenda (2005), Inés dell’anima mia (2006), La somma dei giorni (2008), L’isola sotto il mare (2009), Il quaderno di Maya (2011), Le avventure di Aquila e Giaguaro (2012), Amore (2013), Il gioco di Ripper (2013), L’amante giapponese (2015), Oltre l’inverno (2017), Lungo petalo di mare (2019). Negli Audiolibri Emons Feltrinelli: La casa degli spiriti (letto da Valentina Carnelutti, 2012) e L’isola sotto il mare (letto da Valentina Carnelutti, 2010). Inoltre Feltrinelli ha pubblicato Per Paula. Lettere dal mondo (1997), che raccoglie le lettere ricevute da Isabel Allende dopo la pubblicazione di Paula, La vita secondo Isabel di Celia Correas Zapata (2001). Nel 2014 Obama l’ha premiata con la Medaglia presidenziale della libertà.
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