Livore
di Patricia D. Cornwell
Mondadori 2022
Sara Crimi e Laura Tasso ( Traduttore )
thriller, pag.312
Sinossi. Kay Scarpetta, l’anatomopatologa più famosa al mondo, si trova a essere la riluttante testimone chiave di un processo per omicidio di grande risonanza mediatica: quasi un anno prima, il cadavere di April Tupelo, ex reginetta di bellezza, era stato ritrovato orrendamente sfigurato su una spiaggia della Virginia. Viene accusato del suo omicidio Gilbert Hooke, il fidanzato. Il processo, presieduto dalla giudice Annie Chilton, vecchia amica di Kay, provoca reazioni contrastanti e il caos nella Old Town di Alexandria, e la testimonianza di Scarpetta getta ulteriore benzina sul fuoco, con il rischio che si sviluppino violente proteste. Nel corso del processo avviene un fatto terribile e inquietante: la sorella della giudice Chilton viene trovata morta. A prima vista sembra una violazione di domicilio finita male, ma allora perché non è stato rubato nulla e perché il giardino è disseminato di piante e di insetti morti? Anche se non c’è una causa apparente del decesso, Scarpetta riconosce i segni rivelatori dell’impensabile e capisce che il peggio deve ancora venire. La patologa forense si trova dunque a combattere contro una forza potente che la riporta al passato, mentre il tempo a sua disposizione per catturare l’assassino sta per scadere.
Livore
A cura di Costantino Giordano
Recensione di Costantino Giordano
Livore: “Sentimento di invidia astiosa e maligna, rancore velenoso”.
Quanto può essere pericoloso un sentimento di astio e odio? Quanto questo sentimento può portare alla follia e far compiere azioni fuori da ogni logica umana?
La famosa anatomopatologa Kay Scarpetta si troverà, in questa nuova indagine, a dover fare i conti con una nuova arma potenzialmente fatale, che distrugge tutto quello che incontra sulla propria traiettoria: piante, insetti, animali e uomini! Un’arma che non fa distinzione, una potenziale bomba atomica silenziosa e letale utilizzata come fucile di precisione.
Durante un processo molto duro, dove Kay è la testimone che può ribaltare la sentenza, avvengono una serie di omicidi inspiegabili, difficili da focalizzare, apparentemente non collegati l’uno all’altro eppure, avvenuti con la stessa arma, sconosciuta ai più. Che cosa sta succedendo? Chi ha deciso di utilizzare questa arma letale? Si tratta di un solo folle o di un gruppo terroristico che ha deciso di voler sconvolgere il mondo e mandarlo nel caos?
“Livore” è un thriller ben congeniato, con una trama fitta e complessa che si sviluppa con un filo narrativo logico e lineare; ogni capitolo crea nuove aspettative nel lettore, nuove domande che trovano piccole risposte nei capitoli successivi; il lettore viene completamente catturato dalla storia e dalla protagonista principale Kay Scarpetta, una incredibile donna che non ha paura di mostrarsi fragile ma allo stesso tempo anche forte e determinata. Il romanzo è un po’ un suo diario personale dove, oltre all’indagine, il lettore scopre le paure, i pensieri e le idee di Kay, entrando in simbiosi con il suo essere medico e donna.
La trama, pur essendo ben congeniata e intricata, forse avrebbe bisogno di una spinta maggiore di azione e suspense; il lettore, in alcuni momenti, rischia di distrarsi da una narrazione degli eventi a volte un po’ troppo statica e senza tensione, peculiarità fondamentale per un thriller; questa mancanza di suspense a volte viene percepita come un dilungarsi di situazioni poco interessanti e rischia di far stancare e rende pastosa e lenta la lettura.
Fortunatamente, l’autrice è in grado di creare comunque interesse nel lettore che riesce a superare quei momenti di staticità grazie alle curiosità e alle domande che, capitolo dopo capitolo, si creano e che trovano risposte solo con la lettura dei capitoli successivi.
Nonostante le difficoltà nel portare avanti le proprie indagini, Kay Scarpetta, attraverso la logica e le prove scientifiche, riuscirà a trovare il filo sottilissimo che collega i diversi omicidi e rischierà in prima persona per cercare di trovare una soluzione ai tanti enigmi che il caso le pone.
Alla fine del libro capirà che, la rabbia e il livore, possono portare a fare scelte folli e insensate ma soprattutto che la vendetta non è mai la strada giusta da scegliere, in quanto, porta solo all’isolamento e alla creazione di un mito personale e interiore pronto a sgretolarsi difronte al muro della realtà.
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Patricia Cornwell
è una scrittrice statunitense, discende dall’autrice de La Capanna dello Zio Tom. È stata cronista di nera prima di diventare analista informatico presso l’ufficio di medicina legale della Virginia. È tra i fondatori dell’Istituto di scienze e medicina forense della Virginia e Senior Fellow dell’International Crime Scene Academy del John Jay College of Criminal Justice, nonché membro del McLean Hospital’s National Council, dove è un sostenitrice della ricerca psichiatrica.Ha esordito nella narrativa nel 1990 con il romanzo Postmortem (in Italia nel 1995), l’unico romanzo ad aver vinto nello stesso anno i premi Edgar, Creasey, Anthony, Macavity e il Prix du Roman d’Aventure. Il successo, raggiunto a livello mondiale con Oggetti di reato (1993), è andato crescendo con Quel che rimane (1994) e Insolito e crudele (1997), insignito del prestigioso Gold Dagger Award come miglior romanzo giallo. Il personaggio creato da Patricia Cornwell, l’anatomopatologa Kay Scarpetta, ha vinto nel 1999 lo Sherlock Award per il miglior detective creato da uno scrittore americano.