ll respiro del sangue




Recensione di Antonio Lanzetta


Autore: Luca D’Andrea

Editore: Einaudi

Collana: Einaudi. Stile libero big

Genere: Thriller

Pagine: 385

Anno Pubblicazione: 2019

Sinossi. È parecchio tempo, ormai, che Tony Carcano conduce un’esistenza appartata, costruita sulla routine. Le sole emozioni con cui entra in contatto sono quelle che descrive nei suoi romanzi, storie d’amore che gli hanno dato successo e benessere. Questo finché Sibylle, ventenne spericolata e affascinante, non irrompe nella sua vita sbattendogli in faccia una fotografia che lo ritrae piú giovane, sorridente, accanto al cadavere di una donna: la madre della ragazza. A quel punto Tony è costretto a riprendere in mano i fili di una vicenda che avrebbe voluto dimenticare, l’unica inchiesta della sua brevissima carriera di giornalista. E con Sibylle si inoltrerà fra le ombre della piccola, chiusa comunità di Kreuzwirt. Un paese che custodisce un mistero impensabile fatto di menzogne e di violenza, di avidità e di follia.

Recensione

Io vorrei sapere chi l’ha detto che i romanzi di genere italiani non sono all’altezza delle produzioni straniere. Vorrei guardarlo in faccia, quel genio. Capire su cosa si fondino le sue convinzioni, da dove venga fuori tutto questo pregiudizio verso il thriller nazionale. Facciamo chiarezza: prendiamo l’Italia e un paese a caso della Scandinavia, che ne so… la Norvegia. Ok, bene… prendiamo queste due nazioni e analizziamone la storia criminale, il tasso di omicidi, di violenza o il fatto che nell’ultimo dei due, quello norvegese, la polizia non giri nemmeno armata.

A parte le condizioni climatiche, le ore di luce, l’idea di legalità e il temperamento della gente, non ci sono dubbi nell’affermare – purtroppo – che l’Italia abbia la supremazia in crimine, casini e merdate varie (n.b. ops, scusate… si può dire merdate?).

E allora perché, se ci basta affacciarci alla finestra di casa e assistere a una scena noir, le nostre librerie sono invase da giallisti nordici? Perché abbiamo tanto la puzza sotto il naso verso le penne nazionali e sembriamo essere diventati all’improvviso dei leghisti da libreria? Oh Kapitano, mio Kapitano?

Ok, caro amico “no, io non leggo thriller italiani”, ho fatto questa premessa-pippone per dire cosa?

Bene, per dire che Il Respiro del Sangue di Luca D’Andrea è uno di quei romanzi, porca miseria, che ti fa venire la voglia invece di leggere solo italiani. Edito da Einaudi, con cui ha già pubblicato La Sostanza del male (un successo internazionale) e Lissy, D’Andrea è una degli scrittori di nuova generazione più interessante della scena nazionale. Con uno stile asciutto ma allo stesso tempo ricco di dettagli, semplice ma raffinato, un’abile costruzione dei personaggi e la scelta di un’ambientazione che diventa un protagonista aggiunto alla narrazione.

Sì, l’ambientazione… perché chi cavolo ha il coraggio di raccontare una storia che spacchi sullo sfondo del Trentino Alto Alto Adige?

Tra nomi di paesi simili a scioglilingua e località suggestive, Luca D’Andrea sceglie di svelare ai lettori i misteri di un cold case tutto altoatesino attraverso gli occhi di uno scrittore di successo di romanzi rosa, Tony Carcano, e di una ragazza ribelle, Sybille. Non mi dilungherò troppo sulla trama, esistono le quarte di copertina per questo. Erika, la giovane madre di Sybille, si toglie la vita immergendosi nelle acque di un lago.

Una morte che non convince la figlia e la costringe a rintracciare il cronista che all’epoca aveva seguito il caso, ovvero Tony Carcano, uno scrittore, appunto, che vive isolato con il suo cane Freddy.

D’Andrea fonde all’indagine poliziesca gli elementi del mistery, con un tocco di sovrannaturale che tanto sovrannaturale poi non è: attingere agli usi e costumi, alle tradizioni rurali, alle storie dei paesi arroccati sulle montagne, alle leggende raccontate dai nonni intorno al fuoco, serve a dare profondità ai lettori. E allora, ecco il Wanderer, un misterioso viandante che ricorda, in alcune sfumature i villain creati dal maestro del genere, Stephen King.

Il Respiro del Sangue è una lettura consigliata e alternativa, un modo per uscire fuori dagli schemi e immergersi in un’atmosfera surreale, intrigante, con personaggi tridimensionali. E’ uno di quei libri che ti obbligherà a restare sveglio nelle caldi notti d’estate dalla prima all’ultima pagina, perché non puoi mollarlo, perché devi sapere come va a finire.

Bravo D’Andrea, Italia – Resto del Mondo, 1 – 0.

Luca D’Andrea


Luca D’Andrea è nato a Bolzano, dove vive, nel 1979. Per Einaudi ha pubblicato La sostanza del male (2016 e 2017), Lissy (2017 e 2018), entrambi bestseller internazionali, e Il respiro del sangue (2019).

 

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