Recensione di Marianna Di Felice
Autore: Rachel Lee
Traduzione: Mirco Caniglia
Editore: HarperCollins Italia
Genere: Thriller
Pagine: 249
Anno di pubblicazione: 2018
Sinossi. Chi minaccia la famiglia Tate? È forse lo sconosciuto da poco giunto in città che dice di voler scrivere un libro sulla guerra del Vietnam e che vive accampato nella vecchia miniera abbandonata? Il clima di tensione cresce a mano a mano che gli atti intimidatori si fanno più sottilmente crudeli, complicato dall’attrazione nata nel frattempo tra l’uomo e la figlia di Tate. Il buonsenso dice alla ragazza che è impossibile fidarsi di lui, ma il suo cuore e i suoi sensi non sembrano intenzionati ad ascoltar ragioni…
Recensione
Questo thriller è diverso dai soliti, perché si tinge di rosa languido o di rosso passione quando viene descritto l’acceso desiderio tra i due protagonisti, e considerando che di solito il thriller è freddo perché si parla di efferati delitti e mostri assassini, in questo caso il lettore che desidera un colore differente dall’esclusivo nero lo può trovare.
Non che qui manchino il folle omicida e le indagini di polizia. Leggendo l’estratto del libro su vari siti si rimane rapiti sia dal prologo che dalle prime pagine, e nella mente si insinua la voglia, difficile da eliminare, di leggere il thriller in questione. Si rimane rapiti soprattutto dal mistero e dalla percezione che qualcuno entri in case altrui e dall’immagine di uno sconosciuto che vive in un villaggio fantasma.
Andando avanti con la lettura la suspense, salita grazie a dei passaggi pregni di trepidazione, si scioglie nei momenti in cui la descrizione passa a essere erotica o romantica. Ci sono dei saliscendi nella trama, che impegna i personaggi, tra tensione di essere osservati da chi vuole far loro del male e il batticuore provocato da certe carezze ardite.
La figura di Abel è ben costruita, perché è un uomo ombroso e introversoche è prigioniero del proprio lavoro, ma poi diventa un po’dolce. Non che un uomo non possa e non debba esserlo, soprattutto un uomo che lavora come infiltrato ed è stato nelle forze speciali, ma uno provato da anni di lavoro duro e da una vita difficile forse impiega un po’ di più ad aprirsi. Sono un po’ ripetitivi i dubbi dei due personaggi principali, Abel e Janet, ma dopo aver avuto una vita privata non troppo facile possono risultare normali, umani. È normale che si ascoltino gli istinti, ma che poi arrivi la ragione a frenare sia Abel che Janet, che non vogliono compiere nuovi errori.
La base della trama deriva dalla guerra in Vietnam, perché da questa il protagonista, Abel, si muove cercando risposte sulla sorte del padre quando era in quelle terre con altri compagni d’armi. In questo modo viene trattato anche il tema del periodo difficile che hanno dovuto affrontare molti militari americani, e dalle poche righe scritte si evince la paura, le complicazioni, gli errori, l’inaffidabilità di alcuni e la sofferenza subita in quella inutile guerra da militari che poi sono tornati trasformati in patria.
La scrittura è semplice e scorrevole e la trama è coinvolgente sia nella parte thriller, in cui la trepidazione dei protagonisti si può palpare quando sono osservati da occhi nell’ombra che non si riescono a localizzare, sia nella parte erotica, in cui gli impulsi di Abel e Janet esplodono.
Fa da cornice lo stato del Wyoming che tra boschi, montagne, aree minerarie ormai dismesse e zone una volta occupate dai nativi americani affascina la mente del lettore che arricchisce con nuove immagini la lettura del romanzo.
Rachel Lee
Rachel Lee. Autrice best seller del New York Times e vincitrice del Six Romantic Timesmagazine Reviewers’ Choice Awards, cinque volte finalista al Romance Writers of America’s RITA Award. Vive a Tampa, Florida.
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