Recensione di Sabrina De Bastiani
Autore: Chicca Maralfa
Editore: Newton Compton Editori
Collana: Nuova narrativa Newton
Anno edizione: 2022
Pagine: 256 p., Brossura
Sinossi. Un vecchio delitto mai risolto. Un omicidio che sconvolge la quiete di un paese di montagna. Dopo il fallimento del suo matrimonio, il luogotenente Gaetano Ravidà, stimatissimo investigatore dell’Arma, ha lasciato la Puglia e si è trasferito al nord. Ad accoglierlo la Stazione dei Carabinieri di Asiago, nell’altopiano vicentino, teatro delle più sanguinose battaglie della Grande Guerra. Sul paese, all’apparenza tranquillo, si allunga in realtà l’ombra di un vecchio caso mai risolto, risalente a sette anni prima: l’efferato omicidio delle sorelle Bedin, archiviato di recente. Qualcuno, tappezzando i muri di poesie enigmatiche, sembra però sollecitare la riapertura delle indagini su una vicenda che chiede giustizia. Ma non sarà solo un caso di cronaca del passato a mettere alla prova le abilità investigative di Ravidà. Nel giorno della Grande Rogazione, una processione che ogni anno si snoda per trentatré chilometri attraverso i sentieri di montagna e che coinvolge tutta la popolazione della zona, un altro brutale delitto scuoterà la quiete dell’altopiano, trasformandola in tempesta.
Hanno scritto dei suoi romanzi:
«Raramente capita di imbattersi in una penna così decisa e fulminea, priva di retorica e indulgenza e al contempo ricca di umanità, quale è quella di questa autrice.»
Thriller Nord
«Maralfa ha la mano felice nell’aggiornare e impastare il magma pulp delle passioni.»
La Gazzetta del Mezzogiorno
Recensione
Ravida’ era di quelli che, anche se non ne avevi voglia, ti portavano a frugare nella coscienza, come in un cassetto dove eri convinto di non custodire più nulla e da cui invece, una volta messe le mani, usciva fuori di tutto.
Ancora tu, non mi sorprende lo sai.
Estrapolo questo verso della celeberrima canzone di Lucio Battisti, sorprendendomi a canticchiarlo tra me e me alla fine della lettura del nuovo romanzo di Chicca Maralfa.
Ed è così, ma nemmeno è così vero, in effetti.
Perché Maralfa sorprende eccome, pur connotando questa nuova storia della sua cifra unica e peculiare.
Ritrovare Maralfa dopo due romanzi come “Festa al trullo”, indagine e satira di una certa attualità e “Il segreto di Mr Willer”, ritratto e viaggio disincantato, tagliente e travolgente di mood contemporanei e futuribili, in una trama che fa del cold case il suo fulcro, è estremamente coinvolgente e affascinante.
Così come lo è seguire Maralfa nel suo sovvertire meccanismi e schemi, nell’inserire l’elemento onirico nel contesto di una realtà concreta, materica come può essere quella della comunità di Asiago, altopiano dove ogni sentiero è Storia, custodita e restituita. Eppure proprio la granitica montagna, nel suo ergersi al cielo, è qui, più che mai, tramite verso l’impalpabile, verso il trascendente. Questa dicotomia, solo apparente dunque, esplode nel ritrovamento, proprio nel bel mezzo della Grande Rogazione, momento mistico per eccellenza, di un corpo martoriato e assassinato.
Sacro e profanato, il corpo, passato e presente, si mescolano, si compenetrano, si spiegheranno, infine, scuotendo ogni nostra certezza, l’uno con l’altro.
E quanto è raffinato e fulgido il talento di Maralfa, nello specchiare tutti questi elementi, proprio nella persona preposta alle indagini, proprio nel suo protagonista: il luogotenente Gaetano Ravida’.
Chi meglio di lui, imbevuto di un passato che ancora gli detta emotivamente legge, un matrimonio finito, una carriera a Bari interrotta per trasferirsi ad Asiago, luogo che gli parla in qualche modo delle proprie radici, e dove forse lui sente di volerle ritrovare o mettere, ambiente totalmente nuovo, dal quale ancora sfuggono volti, ma non dinamiche.
Ma è proprio vero che
“Bisogna conoscere il passato per capire il presente e orientare il futuro”,
il pensiero di Tucidide, un principio che sottende letteralmente ogni pagina di questa prima intrigante indagine di Gaetano Ravida’, che risolverà il passato dando volto e movente alla mano che uccise le sorelle Bedin, facendone ponte e tramite per svelare i crimini presenti e che orienterà il suo futuro, di uomo e di uomo dell’Arma, verso una vita a sua misura, verso un nuovo aprirsi ai sentimenti, anche, forse.
Un futuro, come sempre, tutto da scrivere; ma, se a farlo è la penna di Chicca Maralfa, più ancora, inevitabilmente, tutto da leggere.
Chicca Maralfa
è nata e vive a Bari. Giornalista professionista, responsabile dell’ufficio stampa di Unioncamere Puglia. Ama la musica indipendente e il rock d’autore e ha collaborato con La Gazzetta del Mezzogiorno, Ciao 2001 e Music, Antenna Sud e Rete 4. Ha esordito in narrativa nel 2018 con il racconto “L’amore non è un luogo comune”, partecipando alla raccolta “L’amore non si interpreta” (L’Erudita), contro la violenza psicologica sulle donne. Nell’ottobre del 2018 ha pubblicato la black comedy “Festa al trullo” (Les Flaneurs Edizioni) che è diventata una best practice di lancio editoriale sul web e i social. “Il segreto di Mr Willer” è il suo primo romanzo giallo. Il suo nuovo romanzo “Lo strano delitto delle sorelle Bedin” è uscito per i tipi di Newton Compton.
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