L’ONDA NERA
Un caso siciliano
per Libero Russo
Davide Pappalardo
DETTAGLI:
Editore: Pendragon
Genere: noir
Pagine: 278
Anno edizione: 2024
Sinossi. Quando Libero Russo, ex investigatore privato ormai in pensione, sente squillare il telefono di casa a Bologna, intuisce che la tanto attesa tranquillità sta per finire. I suoi due pronipoti, Nabucco ed Emma, lo supplicano di tornare ad Acireale per aiutarli a recuperare la Venere dell’Etna, un’antica statua trafugata da un’area archeologica della zona. Nonostante manchi da parecchio tempo, l’accoglienza per il ritorno in “patria” non sarà delle migliori. Tra personaggi ambigui e razzisti, zuffe, depistaggi e scontri aperti con la locale cosca dei Trunzi, Libero si ritroverà in una vicenda ingarbugliata dalle svolte totalmente inaspettate. A coadiuvarlo nella ricerca della verità, oltre ai due pronipoti, sarà una squadra sui generis, quasi un’Armata Brancaleone siciliana: Biagio Mamma Mia, uomo sbeffeggiato da tutti e con la grande passione per gli Abba; Maria, una vedova dall’eloquio forbito capace di fargli perdere la testa; Paolo, squattrinato rider che si arrabatta tra un lavoretto e l’altro, e Nina, giovane di origine nomade ed esperta di antichità. Riuscirà l’ex investigatore a recuperare la misteriosa statua scomparsa o sarà anche lui travolto dalla dilagante onda nera?
Recensione di Daniele Cambiaso
Torna Libero Russo, lo scombinato e simpatico detective creato dalla penna di Davide Pappalardo, protagonista in precedenza di due ottimi noir ambientati nella Milano (e non solo) degli anni Settanta, dove giostrava tra gangster e violenza politica.
A sorpresa, lo ritroviamo ai giorni nostri anziano e sempre più disincantato, ma ancora combattivo e pronto a gettarsi nella mischia per aiutare Nabucco ed Emma, i due giovani pronipoti invischiati in una brutta vicenda legata allo spettacolare furto di un’opera d’arte.
È un dolceamaro ritorno alla natia Sicilia, quello che lo attende: tutto è cambiato perché nulla cambi e ben presto Libero deve misurarsi con gli esponenti della cosca locale, ambigui cattedratici, ma anche con una mentalità retriva endemica, che di crimini e storture rappresenta il naturale brodo di coltura.
E qui troviamo un primo architrave del romanzo, perché attraverso la narrazione ironica, ma più spesso sarcastica, di una mentalità, di un modo di pensare, Pappalardo punta al bersaglio grosso di una deriva culturale e psicologica che non è solo siciliana, ma riguarda tutti noi. L’onda nera del titolo, appunto, mostra qui il suo incombere minaccioso:
“Una volta c’erano le masse, consapevoli ed emancipate, ora è tutta una folla indistinta, la gente appunto, che non comprende il ruolo che recita all’interno della società.
È tutta una folla, preda degli istinti e di chi soffia sul fuoco per meri, schifosi calcoli politici e/o delinquenziali.
Cosa posso fare io, un vecchio, aiutato da due giovani ingenui contro tutte queste bestie?”
Cosa possa fare il vecchio con i suoi estemporanei aiutanti, in realtà, il lettore lo scoprirà con molto piacere nel corso di una sarabanda avvincente e divertente, mozzafiato quanto basta per incatenare il lettore alle pagine senza perdere il gusto di toccare argomenti importanti e delicati: razzismo, pregiudizio, ma anche la tutela del patrimonio artistico.
Libero Russo si inserisce in quella galleria di detective che guarda ai modelli classici di Hammett e Chandler, con un occhio al miglior Scerbanenco, attualizzandoli e manipolandoli con occhio agrodolce, mettendoli in scena anche alle prese con la terza età.
Cavalieri solitari sul viale del tramonto, si trovano a dover affrontare sia l’involuzione di una società contemplata con il disincanto di chi ne ha viste troppe, sia il proprio, inevitabile declino, dimostrando una vitalità ancora sorprendente, che diventa emblema essa stessa di ribellione.
Contano ancora e sempre isentimenti, in definitiva, a dimostrazione del fatto che il cuore non solo non invecchia, ma rappresenta una bussola etica sempre valida, in ogni contesto: in questo senso è particolarmente riuscito il personaggio di Maria, l’ex-preside dall’eloquio grottescamente forbito, che fa letteralmente perdere la testa a Libero e regala al lettore alcune scene indimenticabili.
Efficaci sono anche i personaggi di contorno e gli antagonisti, che Pappalardo tratteggia con penna felice e pone al servizio di una trama vivace e articolata, caratterizzata da dialoghi graffianti, invenzioni divertenti (le “pillole del buonismo” sarebbero da brevettare!) e squarci descrittivi vividi.
Docere et delectare, sostenevano i grandi classici, e certo la citazione suonerebbe gradita alla sofisticata Maria. È anche il bersaglio centrato da un Davide Pappalardo in straordinaria forma narrativa, tutto da gustare.
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Davide Pappalardo
è nato nel 1976 alle pendici dell’Etna e oggi vive e lavora a Bologna. Al suo attivo ha quattro romanzi e diversi racconti. Con Buonasera signorina (Eclissi, 2016) ha vinto il premio Nero Digitale al Garfagnana in Giallo. Con Che fine ha fatto Sandra Poggi? (Pendragon, 2019) ha vinto il Booktrailer Premium al Festival delle Arti di Cartoceto (finalista anche al Trailers FilmFest a Milano) ed è stato tra i cinque finalisti del premio Giallo Indipendente. Nel 2022 è stato uno dei tre curatori di Pirati e gregari (Augh!), antologia dedicata al ciclismo. Un suo racconto in edizione ebook, Doppio inganno (Todaro, 2017), nel 2021 è diventato un audiolibro. Per Pendragon ha pubblicato anche Il verso dell’assiolo (2022) e L’onda nera (2024).