Long Island




Colm Tóibín


Traduttore: Giovanna Granato

Editore: Einaudi

Genere: Narrativa

Pagine: Einaudi

Anno edizione: 2025


Sinossi. La vita di Eilis Lacey a Long Island, accanto al marito Tony, ai due figli adolescenti e a una famiglia italo-americana troppo ingombrante, all’improvviso è andata in pezzi. Ma tornare in Irlanda dopo vent’anni significa per Eilis ritrovare una madre che non l’ha mai perdonata, le amicizie di una giovinezza ormai tramontata, e poi lui, Jim Farrell, l’amore che avrebbe potuto essere e non è stato. Saprà trattenerla questa volta il freddo mare d’Irlanda? Saprà trattenerla Jim? Nella casa di Eilis Lacey, a Long Island, suona il campanello. Alla porta c’è uno sconosciuto, irlandese come lei, che viene a portarle una notizia sconvolgente. La vita di Eilis negli ultimi vent’anni è scorsa piuttosto tranquillamente: i due figli ora adolescenti, Larry e Rosella, il marito idraulico Tony, e nelle casette adiacenti due dei suoi cognati, Enzo e Mauro, con le rispettive famiglie, oltre alla torreggiante suocera Francesca. Una tipica famiglia italo-americana degli anni Settanta, che lavora, mangia, dorme, decide, vive insieme, molto presente e disponibile ma almeno altrettanto voluminosa e invadente. Per quella famiglia, per quell’uomo, Tony Fiorello, vent’anni prima a Enniscorthy, in Irlanda, Eilis ha lasciato un mondo intero: una madre ora anziana che non ha mai accettato la separazione dalla figlia, i tre fratelli che le sono rimasti, Jack, Pat e Martin, dopo la morte dell’amata sorella Rose, l’amica d’infanzia Nancy, e poi quell’uomo, Jim, di cui si era innamorata troppo tardi. Ora le parole dello sconosciuto alla porta la spingono a riconsiderare le sue scelte di allora. Si avvicina l’ottantesimo compleanno di sua madre, è un’ottima occasione per tornare in Irlanda e cambiare aria per un po’. I suoi figli la raggiungeranno a breve e conosceranno quel mondo che scorre loro nelle vene e di cui nulla sanno. A Enniscorthy, Eilis ritrova un modo di vivere, di pensare e di amare che non era sopito in lei. Ritrova gli affetti di un tempo e, con una chiarezza acuita dalla distanza e dal torto subito, percepisce l’insostenibile pressione della famiglia Fiorello. E poi ritrova Jim, che non l’ha dimenticata…

 Recensione di Marina Toniolo


Con una scrittura raffinata e densa di introspezione psicologica Tóibín mi immerge nelle atmosfere di Long Island anni Settanta. Qui Eilis, donna di origini irlandesi, cresce i suoi due figli attorniata dalla famiglia del marito italoamericano.

E’ un personaggio di piena presenza: dignitosa e intraprendente sa benissimo quello che vuole. Nel corso degli anni si ritaglia piccoli spazi solo a lei dedicati come il lavoro in una concessionaria non di proprietà dei Fiorello e la possibilità di starsene da sola nelle domeniche interminabili dedicate ai pranzi di famiglia.

Una notizia sconvolgente appresa sulla porta di casa fa sì che decida di ritornare per qualche mese nella sua Irlanda a festeggiare l’ottantesimo compleanno della madre; è l’occasione giusta per ritrovare la sua terra e le sue origini e le amicizie da vent’anni perse di vista.

Eilis incute timore mentre la si legge. E anche ci si riempie di ammirazione per i suoi gesti e la sua dignità di donna ferita che non si abbandona al dolore dell’incertezza. Il corollario maschile è, invece, insipido, scontato, trito e ritrito nei dubbi e malesseri celati eppure evidenti. ‘Long Island’ è un romanzo al femminile in cui tutte le donne, a partire dalla capostipite italiana Francesca, lottano per una fetta di felicità. Sapienti le descrizioni dei paesaggi e della cittadina di Enniscorthy, qualche pecca nella traduzione in italiano. 

Il romanzo conquista soprattutto per quello che non viene espresso verbalmente, come se i protagonisti fossero due persone in una: facciata e realtà. Quando queste due realtà si incontrano possono succedere molti inconvenienti.

Jim rimase nel suo, di ingresso, cercando di vedere Eilis, cercando di sentire quello che avrebbe detto. Si appoggiò al muro e chiuse gli occhi. Forse l’indomani avrebbe avuto una qualche idea di cosa fare.

Ma per il momento avrebbe aspettato lì, senza fare niente. Avrebbe ascoltato il proprio respiro pronto ad aprire la porta a mezzanotte, quando arrivava Nancy. Ecco che cosa avrebbe fatto’.

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Colm Tóibín


1955 Enniscorthy Irlanda, è uno scrittore, critico, giornalista irlandese, vincitore nel 2006, tra gli altri, dell’International Dublin Literary Award. Ha studiato Storia e letteratura inglese all’University College of Dublin. A vent’anni ha cominciato a viaggiare, girando Spagna, Argentina, Sudan, Egitto e Usa. Giornalista, saggista e romanziere, è considerato uno dei maggiori scrittori irlandesi contemporanei. Ha insegnato scrittura creativa all’University of Manchester, succedendo a Martin Amis.

A cura di Marina Toniolo 

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