Recensione di Cristina Bruno
Autore: Linda Tugnoli
Editore: Casa Editrice Nord
Genere: giallo
Pagine: 332
Anno di pubblicazione: 2021
Sinossi. Le battaglie contro pervicaci rose rampicanti e i progetti per eleganti bordure all’inglese; i bicchieri di barbera goduti in religioso silenzio con l’amico Osvaldo e le mai più di tre parole scambiate con gli altri valìt. È questa la sua vita da giardiniere, e a Guido sta bene così. A rompere l’equilibrio ci pensa una visita del commissario per una sorta di consulenza botanica. In città è stata uccisa una donna, gli indizi scarseggiano e allora tutto potrebbe essere utile all’indagine, come la busta piena di semi trovata in una tasca del suo vestito. Ma che tipo di semi sono? Per Guido alcuni sono semplici da riconoscere, mentre altri sono un vero e proprio mistero. E la cosa più strana è che sembrano tutti di piante infestanti. Ma quando scopre che la povera vittima, in realtà, per lui non è poi una sconosciuta, ecco che la curiosità diventa ossessione…
Recensione
Guido Boggio-Martinet dopo una parentesi di lavoro ventennale a Parigi e una sfortunata storia d’amore è ritornato nella sua Valle Cervo e vive la sua tranquilla vita di giardiniere. Ma la routine sua e della Valle viene sconvolta da una morte violenta.
Franca, una quarantenne del luogo, è stata uccisa. Il commissario della polizia, che già aveva conosciuto Guido in una precedente indagine, gli chiede aiuto per scoprire la natura di una manciata di semi trovata in tasca alla vittima.
Qual è il significato di quei semi che sembrano essere di piante infestanti? Come si armonizzano con la vita in apparenza semplice di Franca? Guido si appassiona sempre di più al caso e un po’ alla volta si avvicina alla verità…
In questo secondo libro dedicato al giardiniere Guido ritroviamo Valle Cervo con i suoi colori e i suoi misteri. La vita quotidiana di Guido scorre tra un’abitudine e l’altra: i caffè al bar della Rita, le chiacchiere con Osvaldo l’ex giardiniere della Villa, le lettere non spedite a Marta, i bisticci con Carlino il suo vicino di casa.
La morte violenta di Franca mette in pausa le sue abitudini e il cervello di Guido si dedica alla ricerca del colpevole e soprattutto delle sue motivazioni. Chi ha ucciso Franca e perché?
I semi sono una flebile traccia, ma Guido vi si aggrappa e li ascolta, come ascolta tutta la Natura attorno. Perché alberi, piante, fiori hanno tanto da raccontare per chi li sa ascoltare. Guido è sé stesso solo nei suoi giardini, mentre progetta aiuole, mentre prepara nuovi innesti nella serra. Sembra essere più a suo agio con gli animali, i suoi due cagnoloni, che con le persone.
Eppure i rapporti che costruisce con gli esseri umani sono solidi. Osvaldo, Giovannino, Marta, il commissario siciliano sono entrati a far parte del suo mondo e lo riempiono tanto quanto gli amati fiori.
Il passato prossimo nel quale sono raccontati gli eventi crea un sottile eppure profondo distacco dai nostri giorni. Siamo nel 1984, così vicini eppure così lontani dall’era di Internet e dei cellulari, della eterna connessione di un mondo globalizzato dove gli individui paradossalmente si ritrovano, nonostante tutto, sempre più soli. La solitudine dei valligiani invece è altro, è scelta di vita, di amore per i luoghi dove vivono da generazioni.
La costruzione del romanzo è precisa, come quella dei suoi personaggi, piacevolmente tridimensionali. Il dialetto piemontese che fa capolino tra le righe li rende ancora più vivi e offre un guizzo di ironia ai dialoghi, tra un neh e l’altro. La narrazione procede fluida e veloce, senza intoppi e ci conduce pagina dopo pagina alla soluzione del caso.
La vita di Franca viene svelata lentamente, in parallelo alle indagini, una vita dove l’ordine ha regnato dispoticamente fino a farle desiderare il disordine e l’imprevisto, sfociati nella sua morte violenta.
A cura di Cristina Bruno
Linda Tugnoli
vive tra Roma – dove lavora come autrice e regista di documentari, soprattutto per la Rai – e la campagna sabina, dove abita in un casale con il marito, tre figli, un orto, una serra e svariati cani di grossa taglia che periodicamente devastano l’orto e la serra. Ha contratto anni fa quello che gli inglesi chiamano il bug del giardiniere: una spiccata tendenza a parlare troppo di piante e di fiori. Ha esordito in narrativa con Le colpe degli altri, e L’ordine delle cose è il secondo romanzo dedicato alle indagini del giardiniere Guido.
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