L’ultima estate




Recensione di Marina Morassut


Autore: Andrèe A. Michaud

Editore: Marsilio

Traduzione: Francesco Bruno

Genere: Thrillers

Pagine: 350

Anno di pubblicazione: 2019

 

Sinossi. 1967. A Bondrée, affascinante località di villeggiatura sul confine tra Stati Uniti e Québec, la Summer of Love sembra un’estate come un’altra. Il campeggio sul lago è stracolmo di turisti americani, i cottage al limitare del bosco ospitano famiglie festanti e allegri barbecue, i residenti canadesi si mescolano ai vacanzieri. L’idillio si rompe dopo che Zaza Mulligan, diciassettenne americana dai capelli rossi, le lunghe gambe abbronzate e il sorriso facile, viene ritrovata senza vita tra gli alberi. Sembra che a ucciderla sia stata una tagliola per orsi. Ma quando anche la sua amica Sissy Morgan, bionda lolita che insieme a Zaza turbava le notti di tutti gli uomini di Bondrée, muore in circostanze misteriose, la paura, il sospetto e il senso di colpa si diffondono nel villaggio. Le indagini vengono affidate all’ispettore capo Stan Michaud e al suo vice Jim Cusack, accompagnati dall’interprete Brian Larue: all’inedito terzetto spetterà il compito di interpretare i minacciosi silenzi degli abitanti francofoni e di provare ad allentare le tensioni tra americani e canadesi che la morte delle due adolescenti porta alla luce. Tensioni che affondano le proprie radici nella storia del luogo e nell’amore disperato tra un cacciatore solitario e una donna sfortunata. Sarà lo sguardo di una bambina ad aiutare gli inquirenti a osservare la realtà da una prospettiva diversa, diradando le nebbie che avvolgono segreti e bugie di una comunità costretta a fare i conti con un male inconfessabile.

Recensione


Un periodo storico fucina di grandi cambiamenti sociali, un luogo chiuso quale può essere una località di villeggiatura circondata dalla foresta e con un lago come catalizzatore, i fantasmi di una guerra nemmeno tanto lontana nel tempo, un gruppo di residenti di lingua francofona, cui d’estate si aggiungono i villeggianti americani.

Un plot esplosivo, cui Zaza e Sissy, due ragazzine amiche del cuore, esuberanti, disinibite e figlie di un periodo che sta per portare cambiamenti epocali nella moda, nel modo di pensare e nel modo di intendere la libertà., saranno la miccia che innescherà la violenza latente, inizialmente scambiata per una morte stupida e casuale, a causa di una tagliola per orsi.

Ma, come accennato, se a tutto questo aggiungiamo i fantasmi della guerra e di una tragedia amorosa accaduta in quella stessa foresta poco più di vent’anni prima, al termine della Seconda Guerra Mondiale, allora avrete tutti gli ingredienti per un thriller che vi porterà lontano, sia geograficamente che culturalmente parlando.

La voce narrante è quella di Andrèe, una bambina dodicenne che ammira le due ragazze per la loro sfrontata libertà, che non tiene conto della morale dell’epoca e del desiderio nascosto negli occhi degli uomini che le vedono passare su e giù per i sentieri della località di villeggiatura, fino a passeggiare all’interno della foresta, in un turbinio di gambe lunghe e nude, in una consapevolezza della giovane bellezza che è stampata loro addosso.

A tratti questa voce, destinata in quest’estate del 1967 a perdere la propria innocenza, cederà il passo alle voci di Zaza e Sissy, ciascuna negli ultimi momenti della propria giovane e sfacciatamente innocente giovinezza e ai pensieri dell’assassino, che sembra prediligere come prede le adolescenti incaute.

Venato di malinconia per una giovinezza che una volta vissuta non tornerà più, avvolto dal mistero che si consumerà all’interno di questo luogo che da vacanziero e spensierato, pieno di grida di bambini felici che si godono il lago e l’estate, si trasformerà in un luogo d’incubo in cui ciascuno, francofono od anglofono che sia, sospetterà di tutti e verrà pervaso dal silenzio inquietante della foresta, questo thriller ci parla della perdita dell’innocenza e della spensieratezza fanciullesche, che di fronte alla violenza ed alla morte di due giovani ragazzine lascerà il posto ad una consapevolezza amaramente adulta.

Il tema dell’amore che questa autrice canadese vuole portare contestualmente avanti in questo romanzo violento lo ravvisiamo sia nel sentimento possessivo dei genitori che in un afflato angosciante cercheranno in ultimo ciascuno di difendere e salvare i propri figli, sia nel rapporto dei due investigatori con le rispettive consorti.

Il più scafato Sten Michaud, che si porta dietro i fantasmi delle vittime giovani che nella sua carriera non è riuscito a salvare o almeno a vendicare, ma che è riuscito ad instaurare un rapporto solido con la moglie – e che lascerà che questo sia il suo ultimo caso, perché è stanco di correre per non farsi raggiungere dai fantasmi delle vittime che ha dovuto vedere fredde e senza respiro. Ed il più giovane ed ancora per poco innocente collega, Cusack, che a causa della sua fragilità e della fragilità insita nell’amore, perderà in qualche modo la moglie.

Amore, cambiamenti sociali, tragedie mondiali, innocenza e violenza: il lettore potrà scegliere in quale sentimento riconoscersi e di quale dei protagonisti di questa vicenda farsi portavoce, ma finchè vivremo, nostro malgrado, di pregiudizi, la giustizia non potrà mai trionfare.

A cura di Marina Morassut

libroperamico.blogspot.it

 

Andrée A. Michaud


(1957) nasce a Saint-Sébastien-de-Frontenac, in Québec. Dopo aver studiato filosofia, lingue e cinema, si dedica alla scrittura, ottenendo un immediato apprezzamento di critica e pubblico per lo stile inconfondibile che caratterizza i suoi gialli. Dopo aver ricevuto nel 2001 il più prestigioso premio letterario canadese, il Gouverneur Général, con “Le ravissement”, con “L’ultima estate”, uscito per Marsilio a settembre di quest’anno e pubblicato in sei Paesi, ha conseguito nuovamente il Prix du Gouverneur Général, il Prix Quais du Polar, il Prix Saint-Pacôme per il romanzo poliziesco, il Prix du Conseil des arts et des lettres du Québec, il Prix Rivages des Libraires e il Prix Arthur-Ellis.

 

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