Sinossi. Un’indagine iniziata per gioco. Un amore estivo messo a rischio dal sospetto. Una scelta personale che cambierà il destino di molti. Licata, 1972. Fin da piccolo Marco viene mandato in villeggiatura nella cittadina di mare in cui vivono gli zii. Per lui è sempre stata una parentesi piacevole, i giochi in spiaggia, le risate con le cugine, i rituali pigri dello zio notaio e dello strano paese, spesso ricoperto dalla sabbia del Sahara portata dallo scirocco. Quell’anno, però, è diverso e Marco si sente addosso tutto il peso delle bugie e dei pezzi di vita che ha nascosto ai parenti. Tutto è cominciato d’inverno, con le letture, le manifestazioni e le risse coi fascisti che lo hanno portato di fronte al Tribunale per i Minori. Ha tanta rabbia dentro, Marco, e la vita borghese e altolocata degli zii non fa che acuire il suo senso di distacco; l’estate e i suoi pensieri cupi, però, vengono interrotti da due fatti diversissimi ed entrambi molto importanti per la sua vita. Da un lato l’omicidio di Totò Frangipane, piccolo proprietario terriero della zona, che porta all’arresto di un poveraccio che non può difendersi e per salvare il quale Marco inizia un’indagine privata, dall’altro la storia d’amore con Tiziana. La sua indagine, però, metterà in moto un domino di eventi che sconvolgerà in maniera drammatica sia la sua vita che quella di chi gli sta accanto.
L’ultima ombra d’estate
di Mario Mattia
Piemme 2023
thriller, pag.276
Recensione di Daniele Cambiaso
Siamo a luglio e un romanzo con questo titolo e questa accattivante copertina potrebbe indurre qualche lettore a pensare a una storia farcita di spiagge, ombrelloni, amori sotto il solleone, tramonti sul mare, canzoni balneari. Magari condita da un po’ di amarcord, visto che si parla di anni Settanta, sulle note di Gianni Nazzaro, Fred Bongusto e Ombretta Colli. Si potrebbe pensare a un giallo-rosa piacevole da leggere e altrettanto facile da dimenticare, da risistemare a fine stagione sugli scaffali con le pagine appena macchiate dagli spruzzi di un’ondata improvvisa e con qualche granello di sabbia tra le cuciture.
No, non è così.
E non perché L’ultima ombra d’estate non sia una lettura piacevole, anzi. Lo stile di Mario Mattia avvince e avvolge, trascina via a ogni pagina come la risacca.
Questo romanzo, però, non è solo un intelligente intrattenimento, è anche molto, molto altro.
È vero, l’estate, il mare, gli amori giovanili ci sono e Mattia ce li porge con una scrittura straordinariamente incisiva, che proietta il lettore nei luoghi e nelle situazioni con la potenza evocativa di uno di quei filmini in super-8, che tanto andavano in voga in quel periodo. Ci restituisce suoni, colori, persino profumi di un tempo e di un luogo che evidentemente l’autore deve aver conosciuto a fondo e lasciato sedimentare lungamente nella propria memoria.
Questo, però, è solo uno sfondo, una quinta patinata destinata a lacerarsi e a mostrare il proprio volto più autentico e spaventoso. Motore della trasformazione è l’uccisione di un piccolo proprietario terriero, in una Sicilia contadina in cui abigeati e questioni di confine possono creare situazioni di grande tensione e sfociare nel sangue.
La questione sembra risolversi immediatamente, viene trovato rapidamente un colpevole, ma la soluzione non soddisfa il protagonista, Marco, un ragazzo irrequieto, sensibile ai cambiamenti e alle rivolte degli anni ’70 e coinvolto in prima persona nel forte scontro ideologico di quel periodo. Proprio in quella calda estate Marco scopre di non essere più il ragazzino, ‘u signurinu, che tutti avevano conosciuto nelle abituali vacanze a Licata presso gli zii.
“«Marcù, vedi che Tiziana Turchio ogni mattina ti fa la radiografia!»
Marco arrossì. «Che mi fa? »
«Avà, Marcù, non fare il cretino! Si vede lontano un miglio che le piaci, fattelo dire da una femmina » disse indicando se stessa.
Lui diventò paonazzo, e doveva vedersi anche attraverso il bruno dell’abbronzatura perché la cugina scoppiò a ridere come sapeva fare solo lei, con piccoli urletti soffocati e a bocca chiusa.”
Si accorge, soprattutto, di non essere più il compagno di giochi delle cugine, alle quali è legatissimo, e di Tiziana, per la quale nutre, ricambiato, un sentimento mai sperimentato prima, che dapprima lo confonde e poi lo porta ad acquisire una sempre maggiore dolorosa consapevolezza di sé. Marco, però, è anche un giovane uomo che sta acquisendo una coscienza sociale e di classe, rigida nei propri dogmatismi e ingenua in relazione all’età, pericolosa per la carica eversiva che contiene, e con quella lente misura la realtà stagnante che lo circonda.
“E invece quell’anno era diverso. Tutto era cambiato durante l’inverno.
Insieme alla rabbia che aveva sentito crescere dentro.
Il film su Sacco e Vanzetti, la scoperta della politica attiva, il libro con le lettere dei condannati a morte della Resistenza italiana che avevano distribuito a scuola e che aveva letto in una notte. E poi i cortei in via Etnea, le riunioni alla sede della FGCI e alla Camera del Lavoro, le risse con i fascisti davanti all’ingresso del Cutelli, il liceo dove studiava.”
Sotto l’apparente immobilismo e i ritmi lenti della cittadina si celano, in realtà, i guasti di un mondo clientelare, contiguo se non direttamente protagonista di una logica affarista di tipo mafioso. E il dubbio che in questi affari poco chiari siano forse coinvolti i propri familiari e quelli dell’amata Tiziana innesta nel romanzo una tensione sottile che cresce e permea le pagine sempre più rapidamente.
L’avventura estiva di Marco, dunque, è destinata a scoperchiare un vero e proprio vaso di Pandora, perché il delitto brutale che turba la tranquillità estiva della comunità di Licata non è che la punta di un iceberg destinato a frantumare le certezze dei protagonisti fino al drammatico epilogo.
Ne L’ultima ombra d’estate confluiscono e si contaminano romanzo giallo, romanzo di formazione e racconto sociale con perfetto equilibrio degli elementi, creando una narrazione spumeggiante e ricca di sfumature, orchestrata con una maturità espressiva che non sembra davvero quella di un esordiente. I personaggi (una citazione in particolare per Tiziana e le cugine, Sandra e Annamaria) sono delineati e approfonditi con cura amorevole e profondità di sguardo, per cui il lettore non si lascia coinvolgere soltanto dalla risoluzione del caso, ma è partecipe dell’evoluzione di un mondo interiore e delle sue laceranti contraddizioni. L’utilizzo oculato di flashback e flash forward spezza l’unità di tempo, permettendo a chi legge di acquisire ulteriori elementi sulla parabola umana dei protagonisti, che in quella drammatica e indimenticabile estate conosce un punto di svolta cruciale.
Un esordio che lascia il segno, dunque, e soprattutto un romanzo che consigliamo di non perdere assolutamente
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Mario Mattia
Da venticinque anni geofisico presso l’Osservatorio Etneo dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), si occupa di monitoraggio geodetico dei vulcani e delle aree sismotettoniche della Sicilia. Ha pubblicato molti lavori scientifici su riviste internazionali nell’ambito della geodinamica dell’area siciliana e della modellistica dei processi di risalita e accumulo dei fluidi vulcanici. Nato in provincia di Caserta, vive e lavora a Catania. L’ultima ombra d’estate è il suo primo romanzo.