Recensione di Alessio Balzaretti
Autore: Mattias Berg
Editore: Marsilio Editore
Genere: Thriller
Pagine: 393
Anno di pubblicazione: 2021
Sinossi. Ogni volta che il presidente degli Stati Uniti è in viaggio, Erasmus Levine si trova al suo fianco. Sempre e dovunque. Ufficialmente è un professore di filosofia, in realtà è la persona che ha il potere di annientare il mondo per come lo conosciamo. È lui l’uomo con la valigetta nera – il nuclearfootball –, membro di una squadra di agenti supersegreti guidata da un capo dall’identità sconosciuta che tutti chiamano Alpha. Nella sua doppia vita fatta di manipolazioni, Erasmus è sempre stato appassionato e professionale in entrambi i suoi ruoli. Fino a quando il peso specifico della valigetta, l’assurdo carico di quel compito, comincia a essere troppo per lui. Per anni ha ricevuto messaggi criptati da Alpha, e ora è pronto a mettere in pratica il piano che hanno in comune. Sono loro due contro il mondo, nella prima epoca della storia in cui l’umanità corre il rischio di distruggersi con le proprie mani. L’occasione si presenta nel corso di una visita di stato in Svezia, quando, dopo una corsa all’ultimo respiro nel labirinto di cunicoli e bunker scavato sotto Stoccolma, Erasmus si trova coinvolto in un’azione che mira ad annientare l’arsenale nucleare mondiale. Ma è davvero questo l’obiettivo? O c’è invece chi manovra per provocare un’apocalisse controllata? Ed Erasmus, da che parte sta?
Recensione
Caos organizzato, questa è la vita da spia che ci racconta Mattias Berg in L’uomo con la valigia.
Sembra facile capire come un agente segreto nel ruolo di Erasmus, debba dividere la propria esistenza tra una famiglia apparentemente normale e l’incarico che lo vede custodire la valigetta il cui contenuto può scatenare una guerra atomica internazionale.
Quando però si entra nella quotidianità di Erasmus ci si perde al primo bivio, alla continua ricerca di ciò che è vero e di ciò che non lo è, tra simulazioni di attacchi imminenti, fughe e test di sopravvivenza. Circondato da persone reali con identità fasulle, sosia di presidenti e ricordi contraffatti, messaggi criptati, buste anonime e cellulari usa e getta.
Tutto questo è il mondo parallelo di chi ha il potere, una realtà diversa da quella che ci circonda e che si muove nel sottosuolo in basi segrete grandi come intere nazioni.
Erasmus racconta la sua storia legata a quella di Ingrid che è la sua mentore, la donna che lo ha reclutato e che dopo tanti anni torna per coinvolgerlo nell’operazione che vuole portare a galla la tremenda realtà nascosta dietro il disarmo dagli armamenti nucleari.
Un pensiero di Ingrid toccherà le corde giuste nel momento in cui ci spiegherà come tutti ci preoccupiamo del presunto ordigno in mano agli Iracheni o ai Nord Coreani, quando dovrebberopreoccuparci le altre diverse centinaia nelle mani delle super potenze mondiali.
È da questa base ideologica che i due protagonisti si trasformano da agenti dediti a difendere il Sistema a sovversivi complottisti pronti a mettere fine a quel pericoloso gioco di onnipotenza che l’uomo ha creato il giorno in cui è nata la prima bomba atomica.
Mattias Berg disegna un quadro reale e molto preoccupante, quasi una denuncia di ciò che succede a nostra insaputa e di un sistema obsoleto che trova, proprio nei metodi e nelle tecnologie superate, l’unico modo per risultare impenetrabile ed ancora estremamente dipendente dall’uomo.
La storia che leggeremo è ricchissima di situazioni e di eventi. Un elenco infinito di notizie e richiami al passato che si alternano al presente, tentando di spiegare ed organizzare il caos che indubbiamente metterà il lettore spalle al muro in più di un’occasione.
La fuga di Erasmus e Ingrid ci porterà verso una risoluzione confusa, un tentativo di evitare l’auto distruzione del genere umano mostrando al popolo la potenza mortale della bomba all’idrogeno.
Si può comprendere la pericolosità dello strumento, attraverso l’utilizzo dello strumento stesso?
Un modus operandi, il loro, pianificato negli anni, che non avrebbe trovato la sua puntuale esecuzione se non attraverso la manipolazione mentale di cui sarà vittima Erasmus.
La conclusione sarà una presa di coscienza di quanto il Sistema sia ancora troppo forte e l’unica soluzione per scalfirne le certezze passi solo dal racconto di chi ha tentato l’impresa impossibile.
L’uomo con la valigia, in sostanza, è un reportage dentro un romanzo in cui l’autore, nel miglior modo possibile, tenta di spiegare l’evoluzione, se così possiamo definirla, della nostra specie, che ritiene il possesso di un’arma di estinzione globale, come unico deterrente alle guerre mondiali.
Un paradosso tra le righe che si legge con non poche difficoltà, non tanto per incapacità narrativa ma per la fisiologica complessità dell’argomento.
Una lettura non leggera, da affrontare con attenzione e, volendo, con approfondimenti tecnici e politici su cui indagare anche in letture parallele.
Un giudizio personale su questo romanzo sarebbe riduttivo.
Sicuramente non siamo di fronte alla storia di un moderno James Bond. Non c’è tempo per ironia, passione, emotività e tutte quelle componenti che ci fanno innamorare dei personaggi.
Qui siamo su un livello di cruda realtà, fredda efficienza e tecnicismi che non lasciano molto spazio all’empatia.
Lettura consigliata e interessantissima, ma non per tutti.
Mattias Berg
Mattias Berg (1962), tra i più noti giornalisti culturali svedesi, vive a Stoccolma. Oltre a collaborare con testate come Dagens Nyheter ed Expressen, per più di dieci anni è stato a capo della redazione culturale della Radio svedese. Dopo essersi dedicato alla saggistica, per affrontare i temi di attualità che gli sono sempre stati a cuore ha scelto la narrativa. L’uomo con la valigia è il suo primo romanzo.
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